Il canto della luna

di

Alessandra Palisi


Alessandra Palisi  - Il canto della luna
Collana "I Salici" - I libri di Narrativa
14x20,5 - pp. 210 - Euro 13,00
ISBN 978-88-6587-9986

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In copertina «moon behind clouds» © Grzegorz Kwolek – stock.adobe.com


INTRODUZIONE

Durham è una Contea del Nord-est dell’Inghilterra, affacciata sul mare del Nord. Lungo il corso del fiume Stoor attraverso la pianura rigogliosa della valle di Durham si possono ammirare alcuni dei più noti paesaggi dell’artista Constable. Splendidi alberi fanno ombra a questa vasta pianura dove pascolano pecore e mucche. Il sentiero si snoda lungo il fiume tra vecchi salici fino a raggiungere il ponte Fletford dove ragazzi di ogni età pescano. Si può apprezzare inoltre una splendida vista del mulino da un punto a pochi metri lungo la sponda meridionale del fiume.

Negli anni Cinquanta del Novecento, le miniere di carbone che la circondavano, le conferivano un’aria austera e proletaria. Oggi, le cave minerarie sono chiuse e l’aspetto del luogo è stato rinnovato.
Il quartiere medievale di Durham occupa un’area compatta concentrata su un territorio che si protende verso sud e obbliga il corso del fiume a formare una stretta ansa rientrante lungo tutta la penisola. Dal Framwellgate Bridge si può apprezzare un susseguirsi di splendidi panorami che conducono verso le mura del castello e le torri gemelle della cattedrale, che si innalzano sulla riva boschiva del fiume. Il castello di Durham, la cui costruzione ebbe inizio nel 1072, ospita alcuni tesori: la cappella Tudor, la cui ricostruzione avvenne nel Settecento per i vescovi di Durham che vi tennero la residenza fino al 1836, quando il medesimo castello venne ceduto all’Università. Le strade superano serpeggiando i college universitari di St. John, St. Chad e della St. Cuthbert’s Society.

La gita più classica porta al castello medievale di Windsor a 34 km a ovest di Londra, con fermata al ritorno al palazzo di Hampton Court, la residenza di Enrico VIII in riva al Tamigi.

Il castello di Windsor è un anello di una catena di fortezze fatte costruire da Guglielmo il Conquistatore. La strada ad ovest segue il percorso tracciato dai cortigiani nell’epoca medievale. Assai pittoresco, Windsor, il più vasto dei castelli ancora abitati e uno dei più antichi, è stato costruito su uno sperone di roccia presso la riva del Tamigi. La cerchia delle mura si divide in tre corpi, inferiore, centrale e superiore dominati dalla Round Tower (Tonda Rotonda) del 1170. Nel corso dei secoli sono stati aggiunti altri corpi, tra cui la St. George’s Chapel e i lussuosi appartamenti di stato, iniziati da Carlo II. La St. George’s Chapel è connessa con la cappella di Enrico VII a Westminster Abbey. Uno specchio collocato nella navata principale riflette le delicate nervature della volta a ventaglio decorate da una stupenda collezione di blasoni araldici. Nella vetrata occidentale sono ritratti re e regine di Inghilterra tra cui il sovrano dell’epoca, Enrico VIII. Alla sua morte avvenuta nel 1547, Enrico viene sepolto in una cripta sotto il pavimento della cappella insieme ad Edoardo IV, Carlo I e altri re e regine di tempi più recenti a cominciare da Giorgio III. Nel fossato che circonda la Round Tower vi è ora un giardino. Poco più avanti, si svolgono cerimonie ufficiali nella St. George’s Hall, nella Watrloo Chamber e in altre sale ricche di mobili intagliati e dorati di manifattura inglese e francese, di arazzi di Gobelins, di stupendi quadri di Rubens e Van Dyck e decorate sul soffitto dagli affreschi di Antonio Verrio. Questa parte del castello è chiusa al pubblico quando la regina risiede a Windsor ossia la settimana delle corse di Ascot, in giugno, nelle vacanze di Natale e di Pasqua e talvolta durante il fine settimana.


Il canto della luna


CAPITOLO I

1

Durante il XXI secolo, vive a Durham una famiglia molto aristocratica che abita in uno dei tanti castelli di quel luogo. Si tratta della casata dei Windors noti non solo per l’apprezzabile castello in cui appunto vivono, ma anche per le caratteristiche tradizioni di una famiglia regale che è però decaduta in seguito ad un colossale fallimento. A causa di questo evento negativo, i membri della famiglia si sono trasferiti nella sorprendente città di Edimburgo, tradizionale nei suoi monumenti e nella sua splendida posizione sovrastante le alture di roccia vulcanica. I cortili bui e le strade in acciottolato della Città Vecchia Medievale contrastano con le enormi piazze e gli edifici a mezza luna della Città Nuova. Strettamente legato alla città è il castello di Edimburgo dove si trovano le mura che permettono di vedere circa una sessantina di chilometri di bassopiani scozzesi. Vicino al castello, sorge il Memoriale di Guerra della Nazione Scozzese. Qui si trova la Pietra del Destino sulla quale tutti i sovrani scozzesi sono stati incoronati a partire dal VI secolo fino a quando il re inglese, Edoardo I, la portò nel 1296 nell’abbazia di Westmister. La pietra fu poi restituita alla Scozia nel novembre del 1996.


2

Il castello della casata Windsor sembra un luogo fiabesco, tanto che corre voce tra la popolazione che il tempo in quel luogo si sia fermato. Ogni giorno è uguale al precedente e questo al seguente. I membri di questa famiglia conducono una vita noiosa e vuota, fatta di accentuati formalismi del tutto apparenti e di artefici propri dell’età medievale. Per rallegrare e ravvivare i loro animi organizzano spesso pranzi, cene e serate danzanti. Ogni occasione viene infatti considerata un ottimo pretesto per festeggiare compleanni, ricorrenze varie e vere e proprie cerimonie come ad esempio i matrimoni e i battesimi. Tuttavia, questo modo di condurre le giornate sfugge a qualsiasi legge razionale e aderente allo spazio e al tempo reali: il XXI secolo! La legna che arde nei loro camini riesce a scaldare sentimenti oramai assopiti in un vero e proprio torpore, quello di un altro tempo e di altri secoli.


3

La casa padronale in cui si trova a vivere la famiglia Windsor si erge imponente sopra una piccola altura sottostante la quale si estende la rigogliosa e verdeggiante valle attraversata dal fiume. È inoltre circondata da un enorme parco dove i giovani di questa casata si dedicano per ore ed ore all’equitazione. I vetri delle finestre sono stati importati da Praga. Ogni cosa è immersa in un alone fiabesco dove tutto è ordine, perfezione e bellezza. Si tratta, però, di un apparire formale privo di quella sostanza che rende vacua ogni realistica dimensione. Quella grande villa è infatti come se fosse circondata da più di un migliaio di specchi su cui riflettersi o meglio guardarsi senza riuscire ad osservare dentro la propria condizione interiore. Ciascuno avrebbe potuto quindi cambiare la propria immagine con quella di un altro, proprio perché la rifrazione porta a non capire la vera struttura dell’essere e dell’esistenza in generale. Tutti siamo una persona, ma possiamo divenirne cento senza contare quella per la quale diveniamo un nulla, semplicemente nessuno. Nessuno ai nostri occhi interiori, nessuno a chi incontriamo per caso ogni giorno sulla nostra strada e nessuno purtroppo anche a chi desidereremmo contare cento e mille volte di più. Nessun confine separa più i nostri “io” e la nostra identità si incrina a caro prezzo. La sera, gridiamo alla falce della Luna calante queste angosciose domande: “Chi sono?”, “Perché esisto?”, “Dove mi trovo?”. Tuttavia, quella Luna è troppo silenziosa, troppo sorda alle nostre paure, ai nostri tormenti e a quei sensi di colpa che a volte ci sorprendono all’improvviso all’imbrunire del giorno, quando il buio e l’oscurità calano su di noi quasi a volerci inghiottire nel loro grande e nero vuoto di solitudine. Di sera, ma soprattutto di notte si può ascoltare il rumore delle onde infrangersi sull’alta scogliera in un ciclo sempre uguale che nasce dal nulla e al nulla ritorna. Tutto intorno è uno spumeggiare di schiuma biancastra di densità solida. A volte, capita che Marilene venga svegliata all’improvviso nel cuore della notte dal violento scoppiare di una reale tempesta di mare. Spalanca di istinto gli occhi che, splendenti, sembrano essere il luogo dove avrebbe dovuto avvenire il suo sacrificio. Poi, lentamente si calma e i battiti del suo cuore tornano a rintoccare in modo più tranquillo all’interno di tutto il suo organismo. Diviene conscia allora che si è trattata della solita e consueta mareggiata che giunge spesso a disturbare il suo sonno. Prima di addormentarsi, quelle onde le appaiono sempre più come dei cavalli imbizzarriti, lasciati a briglie sciolte piuttosto che musiche melodiose composte dalla natura, la quale manifesta in questi casi tutta la sua violenza e la sua distruzione in un modo apocalittico.

In quella casa padronale quasi a ricordo e a testimonianza dei mezzi grossolani utilizzati in epoca medievale non viene usata l’elettricità, ma solo lampade ad olio appese sui muri delle pareti dei lunghi corridoi o delle vaste stanze come ad esempio quella matrimoniale. Il buio esterno si confonde con quello interno fino a penetrare nelle viscere e nei cuori di chi ci abita. Ogni cosa assume però un’immagine insolita, una terribile scenografia di film horror in cui si è incerti anche chi siano i vivi e chi invece sia già trapassato ad un’altra vita. Solo ombre, tenebre e silenzio cingono di solitudine gli animi e non si tratta più di un’osservazione diretta della realtà, ma di una visione surreale e alquanto insolita. Si tratta della rievocazione storica dell’età medievale e non della realtà del XXI secolo.

[continua]


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