Il tempo di Alice

di

Alice Ramploud


Alice Ramploud - Il tempo di Alice
Collana "Le Schegge d'Oro" - I libri dei Premi - Poesia
15x21 - pp. 118 - Euro 17,50
ISBN 978-8831336611

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In copertina: «Il mio mandala» (2019), di Ivana Bianchi

All’interno opere di: Ivana Bianchi, Raffaella Bellani, Domenico Musi, Rino Sgavetta, Gianfranco Papotti, Marco Andreatta: pag. 31


Pubblicazione realizzata in collaborazione con IL CLUB degli autori per il conseguimento del 1° posto nel concorso letterario Città di Melegnano 2018


Ringraziamenti

Un particolare ringraziamento per la collaborazione al Prof. Emilio Mazzera e agli amici pittori: Ivana Bianchi, Raffaella Bellani, Domenico Musi, Gianfranco Papotti, Rino Sgavetta, autori dei dipinti.


PREFAZIONE

Ogni volta che ci si accosta ad una sua lirica, il desiderio più vivo ed immediato è quello di scoprire quale aspetto della vita, quale recondito anfratto della mente e del cuore, quale intensità di sguardo su dolcezze e sconforti dell’incedere quotidiano, quale “io”, nuovo e sempre diverso, quale Alice, in definitiva, lei ci avrà voluto, e saputo, presentare e regalare.
È sempre lei ad avere la penna in mano, a sognare, a ricordare, a fremere e gioire, ma con garbo, con levità, con una dolcezza che ci accarezza e vola via nel vento, con quella visione del mondo che è pur sempre presa di coscienza del bene e del male, retaggio e fedele compagna di un passato, trascorso ma non cancellato. L’analisi dei sentimenti, l’accostarsi con pudore e delicatezza al vissuto degli altri, l’interrogarsi nel profondo alla ricerca di una risposta ai perché che ci stanno dinnanzi, il piacere di sogni fatti di cose semplici, trova qualche ragion d’essere, un suo senso, anche nella lontana, ma in filigrana presente, esperienza di insegnante. E che, si dirà, c’è qui una maestra? Sì, dico io; e chi, se no, è capace di mettersi a nudo in tal modo, con garbo, signorilità, con tanta naturalezza, parlando, e ricordando, di un ieri felice, della famiglia, del dolore, dell’amore, della vita, se non chi ha sentito accanto a sé, per tanti anni, la dolcezza, le trepidazioni, l’innocenza, la voglia di sapere, di crescere, di essere un “io” preciso, assoluto, irripetibile, di un piccolo che si affida, in toto, ad un grande? Chiave di lettura riduttiva? Può essere, ma questa, in verità, è una delle tante, perché Alice ha la grande dote, rara e patrimonio di pochi, di sapersi presentare al lettore con mille sfaccettature, sempre “vere”, e sempre diverse, delicate e potenti, levigate e rugose, sognanti e concrete, interfaccia di tutte le angolazioni del nostro vivere. Quando ti sembra di aver tutto conosciuto di lei, ecco un tocco, un argenteo svolazzo, uno staccarsi dall’umido prato di casa nostra e subito accarezzare, con intenso trasporto, le vette dell’infinito, per poi tornare dolcemente, ma senza abbandoni accademici, e banali, ad efficaci riflessioni, suggestioni, colori del tutto originali, vivi, affascinanti. Tutto allora ti prende, con un andamento musicalmente perfetto (il Verdi di casa nostra docet), ti avvince, ed è subito Poesia pura. Ti scorrono davanti agli occhi, e lo senti nel cuore, le complessità, dolci e tristi ad un tempo, della storia dell’uomo, desideri di vita e struggimenti di morte, saldezza di principi, e rimpianti negli inevitabili insuccessi.
L’articolazione della raccolta, poi, è come un accompagnarti per mano e condurti a prendere contatto, verso dopo verso, con tutta la gamma delle umane pulsioni, in un intrecciarsi di sogni, fantasmi, memorie, sorrisi, “schegge di pianto” e “buio di parole senza voce”, ma anche con il conforto di una luce superiore, il soffio di vita del Dio che non abbandona chi a Lui si affida totalmente. Tanta multiforme capacità d’espressione sembra, d’altra parte, comparire già nell’animo stesso di Alice, presentatasi come “donna” e “guerriero”, che potrebbe meglio tradursi come donna-guerriero, capace di “graffiare le nuvole buie” con il suo desiderio d’amore: “Non ti addormentare, amore mio. Il tempo è solo un respiro. Non possono appassire le rose”. E non c’è solo il canto d’amore ad echeggiare nei versi della Poetessa, c’è l’insistito rapporto con la natura, toccata sempre nei suoi aspetti più soliti, nebbia, vento, rami argentati, fiori avvizziti, cieli, aurore e tramonti, profumi e silenzi, quasi ad esaltarne la forza naïve di accompagnatrice dello scorrere dei giorni. Ed è ancora una grande ed intensa sinfonia di luci e di colori, sottesa allo scandire del “tempo di Alice”, che ci accompagna a conoscere, e a fare nostri, affetti e dolori, fede e amore, conquiste e rinunce, una vita intensa, certamente, una vita vera, soprattutto, che, con la riservatezza ed il pudore che si conviene, in versi cesellati con la passione di chi crede in ciò che merita di essere conosciuto, diventa così per noi un canto alla Bellezza ed un inno convinto alla santità della vita.

Prof. Emilio Mazzera


Il tempo di Alice


Ci sono anime che hanno
stelle azzurre,
mattini secchi
tra le foglie del tempo
e angoli casti
che conservano un vecchio
rumore di nostalgia
e di sogni.

Federico Garcia Lorca


Alle persone che ho incontrato,
a quelle che mi hanno amato,
e a quelle che si sono scordate di me


ALICE


RITRATTO

Chiamami guerriero

quando la corazza di zucchero e neve
combatte i fantasmi dallo sguardo opaco,
alleati laconici di amori bugiardi;
quando la voce severa e decisa
non tace l’umana perfidia,
madre d’immane solitudine;
quando il cuore armato di ardente pazienza
placa l’orizzonte ostile,
dimora di rabbie mostruose.

Chiamami donna

quando la luce segreta dell’alba
alita sul respiro d’amore
guizzi di parole indulgenti;
quando l’abbraccio del sole ardente
disperde orme buie nel vento
e riscalda il frammento di lacrima;
quando di baci e di carezze i sogni
attraversano le nuvole
e vestono gli sguardi incantati.

Amami,
ti mostrerò i viottoli del mio campo
e i fiori sbocciati nel mio giardino.


ALICE

Il naso dentro a un fiore,
le nuvole fra i capelli,
negli occhi la pioggia
che commuove.

La notte la sorprende
complice,
fragile petalo di seta;
stretta fra le dita chiuse
vive una lacrima di vento,
penombra di favola antica.

L’incantesimo dell’aurora
le svela
l’emozione del passero errante
che non conosce la pioggia
e danza nella luce.

Alice
girovaga d’amore
tra nuvole e terra;
i piedi attraversano nudi
il fiume tagliente di parole,
gli occhi respirano
al cielo incantato dell’alba.




È AUTUNNO

La nebbia sospira bianca, incompresa
e trascina brandelli di cielo sul prato,
spegne il sorriso delle nuvole
nel grigio silenzio che sa di fumo.

È autunno
nella mia voce,
nei miei respiri,
nei miei gesti,
nei miei passi,
rapidi, così vicini, così furtivi.

È ormai sera in questo albero
dai rami argentati e dai fiori avvizziti
che brillano alle stelle prigioniere.

Cartocci di foglie, spezzate e ricomposte,
aneliti di vita,
voci di radici,
fremiti di baci,
fragori di tempesta.

Il vento è carezza nel distacco,
tepore che scuote il gemito,
prima della resa all’orizzonte di pace.

Nella dolce e placida aurora
sarò foglia e vento,
terra e cielo,
sarò respiro e canto.


IL LUNGO SONNO

Io non c’ero, forse,
quando i fiori spezzati
morivano nei cannoni
e spuntava l’erba delirante
per le notti di follia,

quando i cieli delle scuole
si laceravano al ritmo di una musica nuova
fra teste fasciate e catene,

quando le spire di fumo, sparate nel cielo,
percuotevano la terra con fragore
riempiendola di molecole malate,

quando i piccoli, perdutamente soli,
negati alle fiabe di castelli e regine
affidavano ai sogni
un nido dove posare le ali bianche,

quando l’orco, venuto da lontano,
ringhiava nella notte
e digrignando i denti
divorava il nettare di pace
fra porte spaventate di case spettrali.

Un’altra volta si perdonava
un’altra volta si dimenticava
un’altra volta si ricominciava
su cicatrici affollate di vite.
Ma io dov’ero?
Su cuscini di silenzio
dormivo.




REGALAMI UN SORRISO

Se comprendi
che l’orma del mio passo
svela un tempo senza colore,
incede mesto
nel baricentro della solitudine,
regalami un sorriso.

Se odi la mia voce
che rugge ferita e sanguinante
nell’arsura segreta dei desideri spezzati
tra verità e inganni,
regalami un sorriso.

Se scopri
che la mia mente, vecchia di tramonti,
culla fantasmi di incantesimi amari
nella palude di carezze negate,
regalami un sorriso.

Io volevo sorridere.

[continua]


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