Poesie tratte dal libro «Il sentiero della valle» inEdition editrice, Bologna, 2011
Avere
Che bello avere!
La parola più mitica del nostro tempo.
E’ usuale sulla bocca dai primi anni agli ultimi
durante il percorso dell’esistenza umana.
Spesso la distrazione nel tempo fa dimenticare
di volgere lo sguardo avanti e indietro adoperando
la mano del dare.
Dopo i tuoi passi
Giorno dopo giorno hai strappato le pagine del mio
tempo,
hai donato uno ad uno al destino gli anni miei,
sono rimasto solo a mani vuote a cercare me stesso in un
cosmo senza vita.
L’albero
S’ode il sonor fruscio delle foglie qui sotto a rimirar con
dolcezza di esso il panorama che, innanzi la vista, appare
intramontabile.
Esso sì, ci attira, ci rimira, ci chiama, la saggezza della
natura scintilla, ci coinvolge sin là dove ogni cosa ha fine.
La sua fine: diventa intramontabile allorché un airone dalle
dolci piume ci fa osservare nel suo passar che tutto è amor.
La natura che circonda tutto in noi lascia meditar, salutar
cammin d’ogni dì.
Le rondini
Partono, corrono, ogni primavera ritornano nei paesi dove
lasciarono
i loro nidi alla partenza.
Esse da mattina a sera svolazzano nei cieli dei paesi e delle
città,
col loro cinguettio rallegrano i cuori e svegliano gli animi
persi.
La presenza delle rondini è un annuncio di un inizio nel
volgere lo sguardo lontano.
Mattino
Rimirar al mattino roseo e lucente all’orizzonte il sole che
ci dona un altro dì.
I sogni di ognuno si sciolgono in fretta man mano che
l’orologio cammina.
Aleggia in cielo tra le nubi radioso e sfolgorante il mattino,
percorriamo un’altra giornata di pena.
Pietà
Pietà per colui che al mio passar invoca aiuto.
Esso stende una mano per chiedere qualcosa,
né soldi né lavoro, ma la pietà e sparita.
Solitario
In questa strada senza fine, passo passo mi ritrovo solo
e senza meta.
Volano i miei pensieri al vento della pianura.
Giaci tu, o uomo, su questa terra senza fine, al fragor della
sera brilla una stella in cielo.
Timore
Qui davanti a te un sussurro dell’anima, una preghiera che
arrivi alle stelle,
uno sguardo pacato e spento dal pianto.
Tramonto
Quanti vocii al calar del giorno che va, il sol tra le ci me del
monte,
ascoltate il mormorio che sussulta pian piano sulla bocca
dell’anziano con la corona alle mani che balbetta al
sussurrar della sera, sull’uscio solitario della strada di paese.
Io passo, guardo, ascolto e lo sguardo va oltre… lascia
dietro un giorno che più non ritorna.