Bibliografia sui Santi Fratelli Martiri Alfio, Filadelfio e Cirino

di

Benedetto Iraci


Benedetto Iraci - Bibliografia sui Santi Fratelli Martiri Alfio, Filadelfio e Cirino
Collana "Apollonia" - I libri dedicati alle minoranze linguistiche: lingua, storia e letteratura
14x20,5 - pp. 232 - Euro 13,00
ISBN 979-1259510563

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In copertina: Anonimo siciliano, I supplizi dei Tre Santi, olio su tela, sec. XVIII, Cappella delle Reliquie, Convento di S. Maria di Gesù, San Fratello. (Collocazione originaria: Santuario dei Santi Alfio, Filadelfio e Cirino, Monte Vecchio di San Fratello – Foto di S. Genovese)


PRESENTAZIONE

Come lo scriba evangelico, che al pari di un padrone di casa estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche (cf. Mt 13,52), il Prof. Benedetto Iraci affida ai lettori, agli studiosi, agli estimatori di storia patria, il frutto della sua ricerca minuziosa, accurata ed estesa; si tratta, in realtà, del suo secondo poderoso lavoro di redazione bibliografica, dopo quello afferente alla fisionomia di Benedetto il moro (1524-1589), santo concittadino di San Fratello. E di nuovo e certamente con maggiore acribia, l’autore dà segno della vastità delle sue indagini e del coraggio di inoltrarsi anche nei territori più remoti della letteratura agiografica, storica, folklorica, navigando fino alle isole inesplorate di contributi solo manoscritti, di misconosciute opere minori elencate insieme a testi ed apporti culturali dall’indiscusso impianto scientifico.

Appare così una vera e propria galleria in cui i nomi, i titoli, il tempo di edizione o elaborazione dei contributi, lasciano intravedere i volti stessi degli autori. Si tratta di un cammino culturale pluricentenario, a carattere euristico o con intenti devozionali oppure di indole ermeneutica, che cerca di tematizzare l’ingarbugliato e affascinante “mondo” legato alle fisionomie dei fratelli Martiri Alfio, Filadelfio e Cirino (circa sec. III) e, per ciò stesso, di illustrare l’intricato contesto storico ed ecclesiale, di Sicilia e non, correlato ai tre Martiri e soprattutto alla loro storia e all’interpretazione della loro dimensione martiriale.

Anima della ricerca e sicura bussola nell’indagine del prof. Iraci è la venerazione verso i tre Fratelli Santi scaturita, secondo la tradizione, nella cittadina nebroidea di San Fratello, dalla loro vicenda post mortem; ciò dimostra, in certo modo, la verità della parola di Gesù: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto (Gv 12,24). La vulgata afferma, infatti, che l’antica città di Aluntium, o forse Apollonia, sita sul Monte San Fratello, in una data imprecisata del IX sec., vide giungere, con il concittadino Costantino, ultimo vescovo della Chiesa lentinese, gli insigni corpi dei Fratelli, divenendo così custode dei Martiri e della loro epopea. Il segno di questa fortunata traslazione resta indiscutibilmente inciso in numerose evidenze onomastiche, toponomastiche, culturali e devozionali della locale comunità, tra i quali il nome dell’ormai diruto Castrum Sancti Philadelphi, divenuto, grazie al locale idioma gallo-italico, identificativo della nuova città, che da circa dieci secoli perpetua nel suo appellativo la memoria, il culto e l’onore verso questi tre campioni della fede cristiana.

Convinto che il significato che promana dalla vicenda dei Tre Fratelli abbia un riverbero valoriale intramontabile, Benedetto Iraci presenta una ricerca che non si ferma solo alle fonti antiche o solo agiografiche e liturgiche, ma allarga l’orizzonte estendendosi fino alla contemporaneità, nella ferma convinzione che il martire per Cristo incarna un paradigma antropologico perenne. Si tratta di oltre milletrecento fra autori ed opere convocati alla ribalta. E il bilancio finale, a nostro avviso, è straordinario. Le ragioni sono diverse. C’è, anzitutto, il fatto che venga offerta allo studioso una ricca tavola, imbandita di contributi certamente diversi per qualità letteraria e tensione ideale, ma ognuno, per la sua epoca e nel suo genere, ricco per intensità d’ispirazione e potenza di progetti con i quali colpisce ed incuriosisce la mente del ricercatore e accende l’anima del lettore.

C’è anche un’altra ragione: nella temperie in cui tutti siamo collocati, immersi in un’atmosfera di mediocrità grigia, di indifferenza secolarizzata, di interessi provvisori e di superficie ove tutto s’annebbia, in un tale panorama poco esaltante, Benedetto Iraci si attesta come lettore attento che investiga, raccoglie, esamina, custodisce un patrimonio vasto e assai complesso; riesce anzi ad accendere l’attenzione anche su pagine che vengono prese in considerazione più di quanto meritino.
L’imponente galleria di opere e ritratti allestita risulta ugualmente utile e significativa, e pretende, con la dignità della fatica minuziosa e scrupolosa, offrire un panorama esaustivo sul tema dei Fratelli Martiri, finendo per convogliare anche i contributi minori, che sfiorano l’argomento, lasciando intravedere solo bagliori.

Il lavoro che il Prof. Iraci consegna alla storia e al lettore si attesta, quindi, come frutto di una ricerca elaborata “in profondità”, animata dalla passione del cultore che scorge nella storia le “vestigia dei Padri”, nella trasmissione della loro memoria la garanzia per affrontare il futuro, nella scrutazione del senso della storia l’orizzonte ermeneutico indispensabile per far germinare idee e sogni per le nuove generazioni. Si potrebbe affermare, in definitiva, che una tale certosina impresa si attesta come risposta agli accorati inviti espressi nel 1818 dall’immortale Leopardi: Ma sovvenite alla madre vostra ricordandovi degli antenati e guardando ai futuri, dai quali non avrete amore né lode se trascurando avrete si può dire uccisa la vostra patria; […] avendo pietà di questa bellissima terra, e de’ monumenti e delle ceneri de’ nostri padri; e finalmente non volendo che la povera patria nostra in tanta miseria, rimanga senz’aiuto, perché non può essere aiutata fuorché da voi [G. LEOPARDI, Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica, in Opere di Giacomo Leopardi, a cura di Giovanni Getto, Ugo Mursia ed., Milano, 1966, p. 59].

Sac. Don Cirino Versaci


INTRODUZIONE

Alle soglie del Duemila San Fratello ha vissuto un periodo di risveglio culturale caratterizzato dalla valorizzazione e tutela del vasto patrimonio letterario, storico, religioso e folklorico presente nel suo territorio. In tale contesto ha visto la luce un progetto dal titolo Progetto di Rilancio Culturale di San Fratello (PRC) avente come scopo il decollo della cittadina galloitalica mediante appropriati studi, peculiari indagini, apposite pubblicazioni, manifestazioni di varia natura. Una sezione operativa delle ventisette preventivate riguarda la bibliografia, che rappresenta uno strumento di fondamentale importanza per chiunque voglia cimentarsi nello studio approfondito di uno specifico settore.

Nell’ambito di tale sezione, nel 2009, ho dato alle stampe il primo volume bibliografico pertinente esclusivamente alla figura di San Benedetto il Moro, il più grande e il più illustre dei sanfratellani1. Sulla stessa scia, sempre per restare in ambito religioso, appare oggi il secondo volume di bibliografia, dedicato ai Santi Fratelli Martiri: Alfio, Filadelfio e Cirino, patroni di Lentini, San Fratello, Sant’Alfio, Scifì, Trecastagni e Vaste. La presente Bibliografia, frutto di una laboriosa e certosina ricerca durata diversi anni, pur essendo notevolmente corposa, come tutti i lavori del genere, non ha né potrebbe avere pretesa di esaustività.

La Bibliografia comprende:

1. Le agiografie edite, inedite e manoscritte sui Santi Alfio, Filadelfio e Cirino, che sono state scritte nel corso di più secoli in loro onore per magnificare la loro figura e il loro martirio.

2. Le opere storiche che trattano di San Fratello, che prese il nome da uno dei Santi Fratelli, con riferimento alla parte antica della città, in cui furono ritrovate le Reliquie dei tre Santi.

3. Gli scritti e gli articoli che prendono in esame il Santuario dei tre santi situato sul “Monte Vecchio” di San Fratello.

4. Le opere e gli articoli concernenti i luoghi di culto, le Chiese, i Santuari dedicati ai tre Santi e presenti in Sicilia.

5. Le pubblicazioni sul culto e la devozione verso i tre Santi, presenti in diverse località della Puglia e della Sicilia e precisamente: Vaste, frazione del comune di Poggiardo (Lecce), luogo che ha dato i natali ai tre Santi; Scifì, frazione del comune di Forza d’Agrò (ME), Trecastagni (CT), Sant’Alfio (CT) e Catania, centri attraversati dai santi durante il loro tragitto verso Lentini; Lentini (SR), luogo del martirio; San Fratello, Mirto (ME), Frazzanò (ME), centri che hanno accolto le loro reliquie; Acireale (CT), Adrano (CT), Carlentini (SR), centri in cui si è diffuso il culto e nei quali vengono celebrate feste in loro onore.

6. Le pubblicazioni sulle feste che si celebrano annualmente in loro memoria all’estero e precisamente in alcune località dell’Australia e degli Stati Uniti d’America.

7. Gli articoli e gli scritti su questi temi, degni di nota, apparsi su siti Internet.


Al fine di facilitare la consultazione, ho predisposto un indice alfabetico degli autori e degli argomenti e ho fornito anche un indice cronologico delle pubblicazioni. Per ogni autore, in quest’ultimo indice, cito solo l’anno della prima pubblicazione. Le numerose note aggiunte servono a fornire ulteriori notizie sugli autori e le loro opere o a precisare particolari aspetti attinenti ai Tre Santi.

Desidero indirizzare un doveroso ringraziamento a quanti, in questa non facile attività di ricerca e di raccolta, effettivamente mai conclusa e sempre in continua evoluzione, mi sono stati vicini e con esortazioni e suggerimenti mi hanno dato sostegno e mi hanno consentito di approntare questa bibliografia e in particolare: Salvatore Riolo, il quale, oltre a leggere attentamente questo lavoro, mi ha sorretto nel corso dell’opera, fornendomi preziosi consigli sulla stesura del testo; Don Cirino Versaci, docente di Sacra Scrittura e sempre dedito alle ricerche storico-religiose, si è fatto carico di scrivere la prefazione ed è stato prodigo di suggerimenti e spunti preziosi; Vincenzo Mancuso, che con tanta pazienza si è reso sempre disponibile ad accompagnarmi nelle biblioteche e negli archivi messinesi; Alfredo Iraci, studioso specialista in tematiche sanfratellane, che con acribia ha letto le bozze del testo; Benedetto Di Pietro, il quale, avendo letto una prima bozza del testo, mi ha dato importanti consigli tecnici prima di lasciarci definitivamente; Giuseppe Foti, il quale, con prodigalità, mi ha offerto preziosi suggerimenti tecnici ed ha curato i contatti con l’editore. Un altro doveroso ringraziamento intendo rivolgere a tutti coloro che, fornendomi i loro scritti sui tre Santi, si sono dimostrati sensibili alla valorizzazione del vasto patrimonio storico – archivistico esistente in questo campo, dandomi così l’opportunità di arricchire il presente lavoro.

Colgo l’occasione per proporre alle istituzioni religiose e politiche la costituzione di un Fondo Santi Alfio, Filadelfio e Cirino, allo scopo di raccogliere tutto il materiale citato nella presente pubblicazione e quello che ad esso si aggiungerà in futuro. Una sezione specifica potrebbe essere riservata all’iconografia dei tre Santi, molto diffusa soprattutto in Sicilia e presente anche in altre località italiane ed estere. La presente bibliografia e il fondo, di cui si suggerisce e si auspica la costituzione, costituirebbero evidentemente uno strumento efficacissimo, che darebbe grande impulso allo studio e all’approfondimento dei temi che riguardano i Tre Santi.

Benedetto Iraci

1 B. Iraci, Bibliografia su San Benedetto il Moro. Opere edite, inedite e manoscritte su San Benedetto il Moro da San Fratello, Presentazione di Alessandro Dell’Aira, Melegnano (MI), Montedit, (Apollonia), 2009.


Bibliografia sui Santi Fratelli Martiri Alfio, Filadelfio e Cirino


NOTIZIE BIOGRAFICHE SUI TRE SANTI

Prima che il lettore si addentri in un’attenta ed analitica consultazione delle opere di seguito elencate, appare opportuno e doveroso fornire agli appassionati e cultori, che avranno tra le mani la presente Bibliografia, alcune brevi notizie intorno alle vicende di natura storico-agiografica riguardanti i Santi Fratelli Martiri Alfio, Filadelfio e Cirino.

Diversi sono gli antichi documenti relativi ai tre Santi e giunti sino a noi, tra essi annoveriamo: il Codice Vaticano Greco n. 1591, stilato dal monaco Basilio nel 964; il Menologio greco dell’Imperatore d’Oriente Basilio Porfirogenito, vergato nel 984; il Sinassario della Chiesa di Costantinopoli, posteriore ai precedenti; gli Atti custoditi nella Cattedrale di Lentini e la redazione contenuta negli Acta Sanctorum Maii, elaborata dal gesuita belga Daniel Van Papenbroeck a partire dalle tradizioni contenute nelle fonti sopra indicate. Tenendo conto di queste testimonianze redazionali, è possibile tracciare a grandi linee una biografia sommaria dei Tre Santi Martiri. Essi nacquero nella prima metà del III secolo dell’era cristiana, in Puglia, nella cittadina di Vaste (oggi frazione del comune di Poggiardo, in provincia di Lecce), allora importante centro di cultura greco-romana. I genitori, Vitale discendente da famiglia patrizia, e Benedetta di Locuste, di nobili origini, erano cristiani ferventi e avevano inculcato nei figli la loro fede. La giovane madre viene presto martirizzata per aver confessato Cristo davanti alle autorità imperiali; al fine di curare adeguatamente la formazione dei tre fanciulli, rimasti precocemente orfani, Vitale chiama come precettori, dapprima, Evodio da Bisanzio e poi Onesimo, sacerdote cristiano.

Nell’anno 250 l’imperatore Decio emana un editto che impone adorazione ed ossequio alle divinità romane, pena la condanna capitale; per via di una diffusione capillare del cristianesimo, in Puglia viene inviato uno speciale prefetto, Nigellione, delegato dell’imperatore per l’Italia meridionale. A Vaste vengono subito denunciati Vitale e i familiari, i quali, nonostante torture ed interrogatori, restano fermi nella loro fede. Rivelatosi vano ogni tentativo di coercizione, i tre giovani figli di Vitale sono arrestati insieme al cugino Erasmo, al maestro Onesimo ed altri discepoli di quest’ultimo e tradotti a Roma, dove sono richiusi nel carcere Mamertino, presso il Campidoglio e qui nuovamente torturati. La dura prigione è alleggerita da alcune apparizioni celesti, tra le quali quella dei santi Pietro e Paolo, che erano stati imprigionati nello stesso carcere; i due apostoli sanano le ferite dei prigionieri, svelano i patimenti che dovranno subire e li esortano alla perseveranza. A Roma interviene Valeriano, che non riesce a distogliere i giovani dai loro propositi e, dopo averli pesantemente torturati, li trasferisce a Pozzuoli presso Diomede. Questi impone ai tre fratelli di assistere al martirio di Onesimo, schiacciato da una grossa pietra, e alla decapitazione di Erasmo e dei suoi discepoli; tale espediente non consegue il risultato sperato e i tre fratelli persistono nella confessione della loro fede.

Fallito l’intervento di Diomede, i tre giovani sono consegnati ad una guida particolarmente crudele, Silvano, che li conduce in Sicilia per consegnarli all’eparca Tertullo, funzionario violento e spietato verso i cristiani. Dopo tre giorni di navigazione, alla fine di agosto del 252 sbarcano a Messina; in catene e a piedi scalzi sono accompagnati a Taormina, residenza di Tertullo, il quale, vista la fermezza dei fratelli, ordina di condurli a Lentini in condizioni pietose: il capo rasato, cosparsi di pece e serrati in ceppi.

Scortati da quaranta soldati, sotto la guida di un certo Mercurio, nei pressi di Mascali, dove oggi sorge il centro di S. Alfio la Vara, in seguito all’apparizione dell’apostolo Andrea riacquistano la capigliatura e sono liberati dalle catene con grande stupore della scorta. Continuando il tragitto, dopo aver attraversato Trecastagni, effettuano una sosta nel luogo ove oggi sorge il loro santuario, quindi giungono a Catania e vi trascorrono una notte in un tetro carcere. Alla ripresa del viaggio sono obbligati ad attraversare in condizioni proibitive il fiume Simeto in piena. Non manca, però, loro l’aiuto di Dio, che li guida al sicuro all’altra riva; diversa è la sorte dei militari della scorta: otto di essi annegano e gli altri riescono a raggiungere i tre fratelli, che li attendono sull’altra sponda, solo dopo quattro giorni. Prima del loro arrivo a Lentini le tradizioni annoverano alcuni eventi prodigiosi: la guarigione e liberazione di un giovane ebreo infermo ed ossesso, la conseguente conversione alla fede cristiana di altri suoi correligionari di Lentini insieme alla conversione di venti soldati della scorta e dello stesso comandante Mercurio. A Lentini giungono intorno al 3 settembre del 252 e sono consegnati ad Alessandro, vicario di Tertullo, che li rinchiude nel carcere del palazzo del governatore assieme a coloro che da loro erano stati convertiti.

A questo punto subentra la giovane e nobile cugina di Alessandro, Tecla, paralitica; avendo appreso del miracolo del giovane ebreo, supplica il cugino per ottenere una visita dei tre giovani per ottenere la guarigione. Combattuto tra il dovere di stato e il grande affetto per la cugina, Alessandro finisce per cedere ai desideri dell’inferma e di notte conduce in casa sua i tre fratelli, i quali ottengono la guarigione di Tecla che li ricompensa, prendendosi cura delle loro piaghe e confortandoli con le sue visite in carcere. L’intervento su Tecla e la guarigione dalla cecità di un’altra cugina, Giustina, provoca la conversione di Alessandro alla fede cristiana, quale testimone oculare dei prodigi ottenuti per le preghiere dei tre fratelli.

Rientrato in città, Tertullo riprende la sua opera di persuasione. Dopo aver sottoposto a giudizio e torturato i tre fratelli, senza ottenere risultati, decreta l’esecuzione capitale di Mercurio e dei suoi commilitoni. Stupito della resistenza dei tre giovani e dei loro aspetti floridi a dispetto delle torture inflitte, incalza, per l’ennesima volta, con minacce, promesse, lusinghe ed ulteriori violenze, facendo opera di convincimento al fine di far loro abiurare la fede in Cristo. Ottenuto un deciso rifiuto e non potendosi dichiarare sconfitto, emana inappellabilmente la sentenza definitiva, che impone il martirio dei tre giovani per mezzo di torture esemplari: ad Alfio sarà strappata la lingua, Filadelfio sarà bruciato su una graticola infuocata, Cirino sarà immerso in una caldaia di pece bollente. Era il 10 maggio del 253. Per ordine dello stesso Tertullo i corpi dei tre campioni della fede sono gettati in un pozzo asciutto, nei pressi della casa di Tecla, la quale, assieme alla cugina Giustina e ad altri servi cristiani, li trae fuori e dà loro degna sepoltura in una grotta, ove successivamente verrà edificata una Chiesa loro dedicata.


BIBLIOGRAFIA SUI TRE SANTI

AA. VV.

1. AA. VV. (1902), Ricordo delle feste solenni2 celebrate in Vaste3 ad onore dè SS. Fratelli Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino, nell’agosto MCMII4, Lecce, R. Tipografia Editrice Salentina Ditta Fratelli Spacciante, pp. 52.

2. AA. VV. (1992), Sant’Alfio – Storia della comunità per i sessant’anni del Comune, Sant’Alfio (CT), Amministrazione Comunale.

3. AA. VV. (1997), … e gghiamamulu a Sant’Affiu. La festa di Sant’Alfio a Lentini, Lentini (SR), Tipolitografia Caruso, pp. 94.

4. AA. VV. (2005), Caro Sant’Alfio vorrei dirti…, a cura della Parrocchia S. Maria la Cava e S. Alfio, Chiesa Madre di Lentini, presentazione di Mons. Giuseppe Costanzo, Siracusa, Istina, pp. 70.

5. AA. VV. (2006), Nomi d’Italia. Origine e significato dei nomi geografici e di tutti i comuni, Novara, Istituto Geografico De Agostini, pp. 566, 670.

6. AA. VV. (2006), Regie Trazzere. “I Sentieri di un Tempo”. Itinerari – Storia – Cultura – Arte – Tradizioni e Gastronomia5, Acquedolci, Alcara li Fusi, Capri Leone, Frazzanò, Longi, Militello Rosmarino, Mirto, S. Agata Militello, S. Marco d’Alunzio, Torrenova, Consorzio Sole Arte, Rocca di Caprileone (ME), Litografia “Grafica 2000”, p. 106.

7. AA. VV. (2013), Turismo religioso sui passi dei santi da Vaste a Lentini tra storia e devozione. Comunità dove si venerano i Santi Alfio, Filadelfo, Cirino e Santa Tecla Vergine, a cura dei comuni6 gemellati, Adrano (CT), Tipografia Ricca, pp. 24.

ACCASCINA, MARIA

8. Maria Accascina (1983), Conoscere l’Italia, Sicilia, vol. I, Novara, Istituto Geografico De Agostini, pp. 253-262.

ACCONCIA LONGO, AUGUSTA

9. Augusta Acconcia Longo7 (2003), Il contributo dell’agiografia alla storia delle diocesi italogreche, in Ead., Ricerche di agiografia italogreca, Roma, Dipartimento di filologia greca e latina, Sezione bizantino-neoellenica, Università di Roma La Sapienza, (Testi e Studi Bizantini-Neoellenici, 13), pp. 179-208; rist. in Histoire et culture dans l’Italie bizantine. Acquis et nouvelles recherches, sous la direction de A. Jacob – J. M. Martin – G. Noyé, (Collection de l’École Française de Rome, 363), Rome 2006, pp. 127-153 (con il titolo I vescovi nell’agiografia italogreca. Il contributo dell’agiografia alla storia delle diocesi italogreche), pp. 134-135, 137.

AIGRAIN, RENÉ

10. René Aigrain (1953), L’Hagiographie: ses sources, ses méthodes, son histoire, Paris, Bloud & Gay.

ALBERT, AURORA

11. Aurora Albert (1984), «Viva S. Alfio!», in “La Sicilia”, a. 40, 9 maggio, p. 9. [Servizi speciali «Tre casti agni»: Alfio, Filadelfo e Cirino].

12. Aurora Albert (1986), Il martirio dei «tres casti agni», in “La Gazzetta del Sud”, a. 35, 14 maggio, p. 3.

13. Aurora Albert (1993), Pittori per «grazia ricevuta», in “La Gazzetta del Sud”, a. 42, 3 febbraio, p. 3.

14. Aurora Albert (1993), Sacro e profano a Trecastagni, in “La Gazzetta del Sud”, a. 42, 8 maggio, p. 5.

15. Aurora Albert (1995), Trecastagni ha festeggiato i tre Santi Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino, in “La Gazzetta del Sud”, a. 44, 12 maggio, p. 5.

ALEMAGNA, FRANCESCO

16. Francesco Alemagna (1997), Ai Martiri SS. Alfio, Filadelfo e Cirino8, in AA. VV., … e gghiamamulu a Sant’Affiu. La festa di Sant’Alfio a Lentini, Lentini (SR), Tipolitografia Caruso, p. 17.

ALETTA, LUCIANO

17. Luciano Aletta (1986), Fratelli di sangue, in “La Sicilia”, a. 42, 10 maggio, p. 9.

AMATO, PAOLO

18. Paolo Amato (1996), Lesioni nella chiesa madre: scatta l’allarme a S. Alfio, in “Gazzetta del Sud”, a. 45, 2 giugno, p. 11.

AMICO, VITO MARIA

19. Vito Maria Amico (1740), Catania illustrata, sive sacra, et civilis urbis Catanae historia a prima eiusdem origine in praesens usquededucta, ac per annales digesta. Pars prior, Opera & studio, Catania, Ex Typographia Simonis Trento, pp. 291-293.

20. Vito Maria Amico (1741), Catania illustrata, sive nova, ac vetusta urbis Catanae monumenta, inscripti lapides, numismata, civesque quotquot in ea celebre somni aevo floruere. Pars tertia, Opera & studio, Catania, Ex Typographia Joachim Pulejo, pp. 77-78.

21. Vito Maria Amico9 (1855-56), Dizionario Topografico della Sicilia di Vito Amico, tradotto dal latino ed annotato da Gioacchino Di Marzo, 2 voll., Palermo, Tipografia Morvillo. Vol. I, sub voce: S. Filadelfio, pp. 449-451, sub voce: Lentini10, pp. 584-594.

AMMINISTRAZIONE COMUNALE

22. Amministrazione comunale (1986), a cura della, San Fratello: tra giudei, cavalli e tradizioni millenarie, in “Nebros”, I, maggio, p. 7.

AMORE, AGOSTINO

23. Agostino Amore (1945), De Primordis religionis christianae in Sicilia, Roma, Antonianum.

AMORE, SILVIA

24. Silvia Amore (2012), “Viva i Mattri Santi”, in “La Notizia”, a. 38, n. 7, 10 maggio, p. 1.

ANACLETA BOLLANDIANA

25. (1900), Sebastiano Pisano Baudo, Storia dei martiri e della chiesa di Lentini. Lentini, G. Saluta, 1898, in-8°, VII-268 pp., in “Anacleta Bollandiana. Bulletin des publications hagiographiques”, Tomus XIX, Bruxellis, Imprimerie Polleunis et Ceuterik, pp. 39-40.

26. (1903), Ricordo delle feste solenni celebrate in Vaste ad onore de’ SS. Fratelli Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino, nell’agosto MCMII, Lecce, Tipogr. edit. Salentina, in-8°, 52 pp., in “Anacleta Bollandiana. Bulletin des publications hagiographiques”, Tomus XXII, Bruxellis, Imprimerie Polleunis et Ceuterik, p. 127.

ANGELO DE PADOVA (Frà)

27. Frà Angelo de Padova (2010), Salento terra di santità. Santi Benedetta, Vitale, Alfio, Filadelfo e Cirino. (Ultimo accesso: 25 aprile 2017), in http://www.fondazioneterradotranto.it/2010/11/09/salento-terra-di-santita-santi-benedetta-vitale-alfio-filadelfo-e-cirino/, 9 novembre.


2 Le solenni Feste, celebrate a Vaste nei giorni 2, 3 e 4 agosto del 1902, furono organizzate probabilmente in vista dell’approssimarsi del 1650° anniversario del martirio dei Santi Fratelli. Non mi risulta che in altri centri, dove è presente il culto dei Tre Santi, abbiano avuto luogo grandiosi festeggiamenti.

3 La Sacra Congregazione ha concesso alla Terra di Vaste l’Ufficio con l’Ottava ed ha confermato Protettori e Patroni principali con la festa di Precetto il 10 maggio, Alfio, Filadelfo, Cirino assieme a Erasmo, Vitale e Onesimo. Questo si evince dal Decreto datato 3 settembre 1746 e pubblicato a pagina 44.

4 A pagina 20 viene riportata in calce la seguente nota: «Nella Chiesa di Vaste esiste un piccolo Reliquiario, contenente tre particelle del Capo de’ SS. Martiri Alfio Filadelfo e Cirino, accompagnato dall’autentica, rilasciata da D. Epifanio Stavischi, Abate Gen. dell’Ordine Basiliano». L’autentica porta la data del 9 gennaio 1736. Basandosi su questa data si può affermare che il culto verso i Tre Santi a Vaste è sicuramente anteriore ad essa.

5 Notizie sulla chiesa di Sant’Alfio e Fratelli esistente nel Comune di Mirto. All’esterno il portale della chiesa è ornato da tre medaglioni in pietra nei quali sono scolpiti i Tre Santi, mentre all’interno è presente un maestoso quadro raffigurante il martirio dei Tre Santi, che risale al 1730. Sembra che la devozione dei mirtesi verso i tre santi risalga, molto probabilmente, al 1387, data del rinvenimento delle loro reliquie. Sempre nello stesso testo a pagina 97 si dà notizia che Lorenzo da Frazzanò, intorno al 1155, allorquando fece ritorno nella sua terra, entrò nel monastero di San Flippo di Fragalà e in questo periodo fece edificare a Frazzanò una chiesa dedicata a San Filadelfio.

6 La brochure / opuscolo presenta nella copertina i loghi dei comuni che hanno aderito all’iniziativa: Poggiardo (LE), Forza d’Agrò (ME), San Fratello (ME), Frazzanò (ME), Lentini (SR), Carlentini (SR), Trecastagni (CT), S. Alfio (CT), Adrano (CT). All’interno si trovano le foto dei quadri dei Tre Santi che si conservano a Roma e a Pozzuoli, la breve storia dei martiri, la descrizione e le informazioni sui suddetti comuni, gli inni e le preghiere, i ringraziamenti; in ultima di copertina è evidenziato, su cartina dell’Italia meridionale, il percorso dei tre Fratelli prima del martirio e, su cartina della Sicilia, i luoghi ove sono custodite le sacre Reliquie.

7 L’A. menziona i Tre Santi come Alfio, Filadelfo e Quirino e non Alfio, Filadelfo e Cirino.

8 Si tratta di una lirica di 10 strofe scritta nel 1868.

9 Si veda pure: V. Amico, Lexicon Topographicum Siculum, Panormi 1757, Tomus primus, pars prima, pp. 340-361 (Leontini); Catanae 1760, Tomus tertius, pars secunda, pp. 178-182 (S. Philadelphus).

10 Relativamente agli autori lentinesi l’A. cita, tra gli altri, “il B. Marco, monaco sotto l’Imp. Decio, che scrisse in greco la vita dei SS. Martiri, dei quali fu presente alla passione” (p. 592); Niccola Rosa “di cui descritta in verso eroico rimane la vita dei SS. Fratelli nella Biblioteca dei Cappuccini” e Carlo Ferrarotto “che lasciò un’opera sulle leontine nobili famiglie e sulla traslazione dei SS. Fratelli” (p. 594).


[continua]

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