February in New York

di

Carmine Gaeta


Carmine Gaeta - February in New York
Collana "Le Schegge d'Oro" - I libri dei Premi - Narrativa
12x17 - pp. 32 - Euro 4,70
ISBN 88-8356-951-2

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Prefazione

Un viaggio in aereo con destinazione New York è il pretesto per riportare su un personale taccuino il resoconto del breve soggiorno in terra straniera. E lo sguardo di Carmine Gaeta è sempre attento a cogliere le sfumature, le peculiarità di persone che si immergono in una moltitudine di anime che camminano per le strade, si dibattono tra ricchezza e miseria, si spostano in continuazione alla ricerca di chissà cosa.
L’Autore si sofferma, osserva tutto, si diverte e si immalinconisce, e con il suo sguardo curioso ripercorre le distrazioni quotidiane, le curiosità, le strade che vedono l’alternarsi d’un mondo assai diverso. Capita di accorgersi che le persone, a volte, sembrano estranei avvolti nel loro silenzio imperturbabile, e anche gli occhi del protagonista, ad un certo punto del suo peregrinare, sono fissi nel silenzio dell’oceano: le poche immagini sono scabre, essenziali, quasi a voler fotografare la situazione.
Emerge subito la nostalgia di casa e delle persone care nonché un pensiero amorevole per la fidanzata Glenda anche se l’atmosfera di New York è sicuramente accattivante. In quella confusione è facile sentirsi fuori luogo eppure Carmine Gaeta ne rimane affascinato e fa perfino fatica a trovare le parole per esprimere le proprie sensazioni.
Si susseguono gli incontri con le persone più disparate, gli inevitabili disguidi e l’immancabile odore di hot dog, e poi la visita alla Statua della Libertà e al ponte di Brooklyn.
La gente va e viene in continuazione e fermarsi ad osservare può essere utile per capire il senso di tanto affannarsi.
La vita è un viaggio sperimentale alla continua ricerca di se stessi scrive ad un certo punto Carmine Gaeta.
La vita è un viaggio che può diventare un sogno e nell’enormità di un paesaggio che sorprende a lascia attoniti davanti alla sua grandiosità nonostante tutto è facile calarsi nelle abitudini americane.
Le stesse passeggiate dell’Autore, a zonzo per la metropoli, non sono altro che un motivo d’incontro con uno spaccato di una società nella quale anche attraversare la strada pare un’impresa.
Eppure quell’atmosfera magica, la musica dei locali, i mille colori e le infinite luci dei grattacieli lasciano il segno nell’animo e nel cuore d’un italiano che corona il suo dream.

Massimiliano Del Duca


February in New York

La notte prima di andare… non ho chiuso occhio.
Ore 3.40
Mi alzo, mi vesto e mi reco in bagno per lavarmi il viso e i denti. Ascolto il pieno dormire dei miei genitori, tutto intorno a me è buio. Con gli occhi ancora chiusi, avevo la sensazione di precipitare in immagini legate in una stanza dalle pareti azzurre inchiodato a un letto. Lo scorrere dell’acqua nel lavandino, segnava ritmicamente i minuti.
Splash!!!!!!!
L’espressione del mio viso appariva più viva che mai.
Entro in cucina, trascino il mio trolley senza far rumore. Lascio un messaggio ai miei sul tavolo e respiro ancora per qualche minuto l’odore quotidiano. Apro la porta d’ingresso e senza intoppi, porto con me in questo viaggio il sorriso dei miei nipotini…
Giuseppe e Marika…

Prima dell’imbarco, mi siedo e davanti ai banchi del mio volo e attento, guardo l’open del monitor. Di fianco alla mia sinistra siedono una coppia di anziani. Lei ha una aria stanca, indossa gioielli di diverso tipo, ha capelli corti color rame,ma rimane indifferente. Lui un tipo bassino, sorridente, capelli brizzolati, mi chiede se viaggio for business ed io anche se volevo sentirmi per qualche istante un uomo d’affari, risposi semplicemente: no I vacation and first time… Essi si recano a Washington dopo aver trascorso una lunga permanenza dai propri parenti a Milano. Dopo ancora qualche minuto di attesa, siede alla mia destra, un signore di colore, distinto ma non formale. Ha l’aspetto di un modello, sembra un personaggio che pubblicizza le copertine delle riveste dei telefonini; Porta gli occhiali tondi con montatura color nero,indossa un vestito classico gessato color grigio topo, mi osserva reticente. Si occupa d’affari. Egli sorpreso ed incuriosito di vedermi solo in questo viaggio cerca di scoprire le mie motivazioni. Gli risposi che sono attratto da eventi storici e culturali. Evidentemente abbiamo due dimensioni diverse, lui per affari, io per spirito free…

Il monitor ci invita all’imbarco. Ho intuito che il tempo del dialogo è finito.
Pochi minuti ancora…
Siamo decollati.
Sono solo, di fianco a me due posti liberi, vuoti.
Mi guardo intorno. Le persone prese con distrazioni quali quotidiani, tv e rimangono nei loro spazi silenziosi. Davanti a me siede una ragazza molto magra, ha i capelli biondi lunghi molto mossi, indossa un paio di jeans stropicciati e una mogliettina aderente color verde militare. In un primo momento sembrasse volesse chiedermi qualcosa, invece ha schiacciato il pulsantino per abbassare lo schienale per calarsi in lungo sonno.
Anch’ io ho dormito poco, non ho fatto colazione e sono stanco, ma non riesco a riposarmi…

Seduto di fianco al finestrino, rimango per qualche minuto, ma non di più, assorto nei miei pensieri. La vita è un viaggio sperimentale, è un viaggio dello spirito alla continua ricerca di se stesso. Penso nel paesaggio del cielo a Glenda, la mia fidanzata. Sono partito da poche ore e due sere prima non ho dato mie notizie. Non è qui presente fisicamente, ma la porto dentro di me e le chiedo scusa se in questo mio viaggio non l’ ho coinvolta. Nonostante sia Febbraio, la sensazione del lento distacco, mi rende forte e nostalgico; Nostalgia! Ho nostalgia… e nel mezzo si manifesta la stanchezza.

Ho preferito prendere Fish e non Ckiken.
La pietanza si presentava con creps, merluzzo con patate, frutta. Ho associato un buon bicchiere di wine red, e qui rivolgo nel bel mezzo del cielo il pensiero alla mia Nazione. Io ero un bambino e oggi non lo sono… Sollevo il telecomando, seleziono l’ascolto di musica lirica, mi penetra nell’anima e i miei occhi fissi nel silenzio dell’ oceano, mi fanno sentire un conquistatore di pace e libertà. Il passaggio delle hostess, rende l’ambiente familiare, di piacevole assistenza, come il servizio. Credo che anche loro, si legano nell’attraversata oceanica con distrazioni da routine di lavoro, chissà quante volte…

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