Prefazione

Per Caterina Stillo scrivere poesie è un’esigenza che nasce dal profondo dell’animo, una necessità vitale che riaffiora nelle varie manifestazioni della vita: nella “continua ricerca di esprimere” i sentimenti, le sensazioni, le fantasie e la realtà come ben sottolinea Lei stessa.
Nella silloge di poesie “Le orme” tutto viene osservato con una personale lente per cercare di alimentare e di scandagliare la propria “evoluzione esistenziale”.
La sua poesia nasce dal cuore e le sue parole sono vive, ammantate da una “profonda verità”, completamente cosparse del senso dell’amore, dal desiderio di sognare, dalla propensione a mettersi in ascolto delle più labili percezioni ed indagare i silenzi “pieni di sofferenza”.
Dal profondo del proprio mondo interiore, affida grande importanza ai valori autentici della vita, ai legami fraterni, alla forza dell’amore e numerose poesie sono pervase da un forte senso d’umanità come nelle composizioni nelle quali fa riferimento alle atrocità della guerra, alle sofferenze patite dai popoli, alla società odierna che è indifferente e soffocante.
Allo stesso tempo si avverte la costante volontà di scrutare a fondo il mondo interiore: il tempo inesorabile con gli anni che passano veloci, le sofferenze affrontate durante il cammino, la solitudine che incalza mentre i ricordi “scivolano via”, le emozioni e le riflessioni si susseguono tra gioia di vivere e pensieri che affollano la mente, serenità e vena malinconica quasi a “guardare la vita dietro ad un vetro”.
Dal profondo dei propri sentimenti emergono parole intense, come a sentirsi parte di un “miracolo”, di un “mistero” che avvolge la vita: emerge la volontà di affermare la propria soggettività e di rivendicare la creatività mettendosi però sempre in ascolto del proprio cuore.
La ricerca della consapevolezza di sé conduce a percepire fortemente le emozioni e le sensazioni si espandono cercando di evitare il senso di vuoto e la sensazione che la vita “scivoli via”: al contrario, lei vuole impegnarsi per gustarla pienamente ed intensamente.
E poi v’è lo slancio lirico, il desiderio di un’apertura al mondo esterno, la comunione, intensa e sentita, nei confronti della Natura e delle sue bellezze: la luce della vita diventa “luce di speranza”.
Nel faticoso cammino della vita, Caterina Stillo si avvia verso un personale percorso di conoscenza quasi ad esaltare le emozioni che può “offrire un tramonto”, ad illuminare ancor più i momenti di meraviglia e ciò che suscita la capacità di sognare sempre pervasa da un forte senso religioso.
Emerge chiaramente la visione esistenziale che la “semplicità conduce alla felicità”.
Caterina Stillo, attraverso un volo lirico, intenso ed appassionato, riporta in luce frammenti della sua anima e, con la sua poesia, espande la visione della sostanza autentica e genuina della vita.

Massimo Barile

Scrivo

Scrivo,
perché scrivere è una mia esigenza.
E tuttavia, nella continua ricerca di esprimere
le mie sensazioni, i miei sentimenti,
le mie fantasie e, ahimè, la realtà vista
attraverso i miei occhi, resto sempre insoddisfatta.
Cerco di alimentare la mia evoluzione
esistenziale in una società assetata
di umanità, di valori veri, di legami fraterni.
Scrivo…
Così nasce la mia poesia,
come una bimba nel grembo di sua madre
e son gelosa di questa figlia,
che somiglia nelle sue sembianze
a ciò che io sono nell’anima.

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Arinta

Sulla collina Arinta guarda la valle,
testa ornata di castello e campanili,
il suo vestito di verde e di dimore
scendendo si allarga a ruota.

Una testa bianca dietro un vetro
guardava lassù quella dama regale.
La sua nostalgia di una vita diversa,
quando lei si aggirava in quelle vie,
provocava nel suo cuore tanta tristezza;
aspettava di ritornare a far parte
di quella chioma ornata di cipressi.

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Guerra

Rovine, macerie,
palazzi cadenti,
corpi senza Anima.
Le bombe colpiscono,
la gente corre,
nessuno si ferma.
Molti i feriti,
tanti i bambini,
corpi senza Anima.
Un bimbo vaga
sotto i razzi,
viso sporco, lacrimante,
cerca la mamma,
Corpo senza anima.
I suoi occhi,
l’abisso, il nulla.
Sarà uno zombi senza Anima.

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Spirito affine

Intrappolati dentro un corpo
si soffre,
si soffoca,
si sbatte corpo contro corpo.
Trovare uno spirito affine,
finalmente volare.
Non sola,
fare i conti con un Noi.
Sognare,
vedere un futuro,
soffrire,
ma amare.

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Paradiso d’infanzia

Aria limpida,
silenzio rotto
dal gorgogliar del fiume.
E l’usignolo sveglia la valle,
richiama ogni persona
al suo lavoro.

Si svegliano i bambini
e vanno a scuola.
Una voce soave mi desta.
Ridendo e saltellando,
mi unisco a loro
nel Paradiso della mia Infanzia.

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Risveglio

Pecorelle scure corrono
per l’universo.
Un fiotto rosso sbuca,
annuncia il sole
che gioca a nascondino.
La città dorme ancora,
ma è mattino.
Luci qua e là
annunciano diverse realtà.

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Parole importanti

Tristezza, ci assali sempre più spesso.
Incomprensione, ci attanagli il cuore.
Comunicazione, speranza ci puoi dare.
Pace, la vita ci puoi cambiare.

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Silenzio

Una falce bianca rotea
nel cielo scuro di velluto,
si nasconde in un
serraglio di nuvole.

Un’anima ammira dietro
i vetri tanto silenzio,
silenzio fragoroso che
emana energia e immortalità.

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Conflitto

È un rischio che corri,
se all’altro riveli te stesso;
ti puoi trovare reietto.
Critica e scherno
verso un essere nudo.

Parlare con gli altri,
ascoltare i bisogni,
ti togli i macigni
dell’animo e cresci.

Perdona te stesso,
ritrovi la pace.
Perdona gli altri,
ritrovi l’amore.

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Noi e l’universo

Noi connessi all’universo,
ci si rispecchia in esso.
Uomo con uomo,
uomo con tutto ciò
che in natura vive.
Energia radiosa pervade
e dà la vita.
Ci parlano le piante,
gli animali,
condividiamo il globo.
Tutto riflette dentro e fuori
una profonda verità.
Legati l’un con l’altro,
possiamo essere parte
contribuente allo spirito
della Natura
nel suo scopo,
nel suo miracolo,
nel suo mistero.

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