Oceano

di

Daniele Armando


Daniele Armando - Oceano
Collana "Le Schegge d'Oro" - I libri dei Premi - Poesia
14X20,5 - pp. 38 -  Euro 7,00
ISBN 978-88-6037-7371

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Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto l’autore è 1° classificato nel concorso letterario Città di Monza 2008 sez. giovani


In copertina “Oceano” illustrazione di Candida Rabbia


“Oceano” è la vita che si apre, scoprendo nuovi orizzonti, oceano è il colore del mio sguardo sul mondo, rivolto in molte direzioni: Oceano è la tinta dei miei sogni di diciottenne, dilatati in spazi ampi e sconfinati.
Oceano è guardare con fiducia e stupore al futuro, oceano è la culla del vento, che soffia dove vuole, che distrugge e ricrea con il suo fascino ed il suo mistero.
Oceano è soprattutto il grande mare della speranza, in cui desidero immergere i miei pensieri e le miei emozioni, ma anche le mie paure e la mia malinconia.
Oceano è anche questa piccolissima raccolta di poesie, scritte tra le righe del vento, ai bagliori dell’aurora, con semplicità e dolcezza: una finestra aperta su pensieri vaganti, come gabbiani che veleggiano sospesi nell’aria, creando prospettive aperte, con le ali puntate verso l’ampio orizzonte.

Daniele Armando


Prefazione poesie Lingua Italiana

“La poesia è vita che rimane impigliata in una trama di parole”: così, citando Sebastiano Vassalli, Daniele definisce la sua “arte”; paesaggi familiari e luoghi vissuti, fenomeni naturali semplici come il sorgere del sole o il vento, la natura, “esteta insuperabile” (Gozzano), immutabile ma sempre mutevole, suscitano emozioni e riflessioni, chiariscono per analogia, con il loro apparire, sentimenti profondi, ansie e paure, che con la parola si “sciolgono”, si “fissano fuori di me, posso guardarli a distanza e misurarmi con loro”, per usare le parole del giovane poeta.
Poesie scritte di getto, ma non a caso, spesso riscritte più volte, senza proporsi un modello in particolare, ma facendo tesoro delle proprie letture e del proprio bagaglio culturale, seguendo un andamento lineare e cercando un’istintiva musicalità: così si esprime, con il linguaggio della sua sensibilità, con il suo modo di essere, un “atteggiamento di speranza e di fiducia verso il futuro, filtrato da una vena di sottile malinconia” (Daniele).

Prof.ssa Maria Giovanna Acchiardo


Prefazione poesie Lingua Piemontese

“…dopotutto la poesia resta un bel rebus, e questo non è male. Perché doversi arrendere di fronte ad un mistero è già un bel passo verso la conoscenza… Ci invita ad andare oltre, ad interrogare i segreti” (G.Tesio)

Anche Daniele interpreta questo Oceano che raccoglie le tinte dei suoi sogni come “la culla del vento, che soffia dove vuole, che distrugge e ricrea con il suo fascino ed il suo mistero”.
E questo accade sia “pistand ombre slargà e sensa vos” (calpestando larghe ombre silenziose) mentre “camin-o slansà ant ël bòsch vej dij castagné” (cammino spedito nel vecchio bosco dei castagni) che nell’evocare “ël përfum ëd mofa afros” (lo strano odore di muschio) “nufià” (annusato) da “Nòno Tònio” (nonno Antonio), “squasi ch’a mastieissa l’aria” (quasi a masticare l’aria) mentre “va për bolé” (va per funghi).
Così, il magico momento che fa abbassare gli occhi al nonno che cerca i funghi perché “lì,’ ntrames ëd la mofa, antornià da frèisso scur e bion sgrinfà ‘d chërplure” (lì, tra il muschio, circondato da frassini scuri e tronchi scarniti) lui li sente e “soa facia a s’anvisca” (il suo volto si illumina), non è diverso da quello nel quale si tuffano d’impeto le emozioni di Daniele, quando riesce a strappare al vento quelle parole che davvero valgono ad esprimerle.

Prof.ssa Candida Rabbia


Oceano


Oceano

Arenile di luce:
tra i segni della recente mareggiata
sprofondo ansie e paure;
respiro la chiara solitudine del vento,
calpestando friabili sabbie sbiadite.
Le acque arroganti, ora placate,
accolgono il sole che si sveglia stropicciato,
su una mattinata vestita di grigi preziosi.
Piccole onde leccano affettuose,
la battigia bagnata
e disegnano schiere d’impronte minuscole,
bassorilievi di dolcezza ripiegata.
Laggiù, nell’acqua smeralda,
guizzano veloci aneliti d’infinito
tra solitarie sirene d’infanzia.
Poi il loro richiamo tace
e torna a tuonare
la voce profonda dell’Oceano,
con le sue richieste di silenzio.
Nella luce nascente
le impronte dei miei pensieri
toccano le soffici dune della sabbia,
schiacciandole dolcemente.


Il vento di Apollo

Attese ed albe colorate
passano nel rotolo del tempo,
si condensano fulminee
e diventano soffi di passato.
Folate di perché
ruotano come giostre
sui platani al tramonto.
Le mie inquietudini
gocciolano
con il loro miele
di lusinghe e di sfide.
Frammenti di marmo biancastro,
note di antichi reperti,
sirene che soffiano dall’Egeo:
dalla storia del passato
si alza un denso vapore
che mescola le tinte del tempo
e mi spalanca il futuro.
Nella calda culla di Delfi
il vento di Apollo
riscalda i miei sogni
e scaglia le mie speranze
con audacia
per i mari del mondo.


Piccola conchiglia

Il sole sbadiglia all’orizzonte
e si nasconde dietro i primi bagliori:
mi perdo nella magia
chiara e randagia dell’aurora.
Un gabbiano, librando nel vento,
sfiora l’increspatura delle acque,
alitandomi antiche storie di mare
e ululati di tramontane
che squartano le vele.
Getto nella spuma iridescente
il rumore delle mie paure
ed il sibilo delle mie inquietudini.
Intanto la marea
ripete il suo ritornello,
ritmato dal rinfrangersi delle onde.
I miei occhi respirano
ampi squarci di luce:
fra ali di silenzio
affiorano mille pensieri.
Vorrei scivolare dolcemente
fra le tempeste della vita
come questi granelli di sabbia,
in prima linea
contro l’impeto delle acque.
E affrontare gli assalti dell’oggi,
aggrappandomi alla vita.
Come una piccola conchiglia
che adesca il sole,
di nascosto.


In bicicletta

Pedalo a fatica
fra gli interminabili colli del presente,
con il futuro arrotolato
nel sacco a pelo.
Il sudore bagna i lunghi silenzi,
la malinconia fa sciogliere
le speranze sempreverdi.
Scende il mio pensiero
lungo i viottoli del tempo:
le mie ansie trascolorano
nelle insperate discese
e tornano a pungere
su per le infinite salite.
Sfiatato,
mi fermo pochi istanti:
altre salite…
Subito riprendo
a pedalare intensamente
per la stretta strada della collina,
guardando lontano,
fra spazi sconfinati.
E dolcemente riverbera
il respiro dei miei sogni,
tra le ombre del vento.


Fili di vento

Risaliamo insieme
la cresta del monte
alla ricerca di un sogno.
Il sudore danza
sulla nostra pelle,
la fatica punge
i nostri piedi dolenti.
E quella salita infinita,
subito dopo quel fosso profondo,
tutto da varcare, immenso…
Eppure è gioia
nella tenera luce del mattino
tracciare fili di vento,
sbriciolare insieme speranze
meravigliosamente vive.
Al colmo di un dirupo profondo,
improvvisamente, ai nostri occhi leggeri
sorride il profondo Lago Blu,
splendente riverbero di luce,
con sussurri pervinca e cobalto.
Il vento gioca a fare le capriole:
a tratti si nasconde e sboccia il silenzio,
con i suoi petali preziosi.
Lassù, in alto, attoniti,
ascoltiamo la musica dell’aurora,
bagnando a lungo i nostri pensieri
con sorsi di vita purissima.
Il sole nascente colora le nostre storie
e ne rischiara ogni singolo istante,
conducendo i nostri passi
lungo i fili robusti e misteriosi
dell’amicizia e della condivisione.


Pozzanghere

I miei pensieri
strusciano l’asfalto bagnato
che li pettina e li divide
in morbide ciocche
ora lisce, ora ribelli.
Pozzanghere di malinconia…
Evaporano fumosi
e giocano a gomitate
in un grigiore rigido e freddo.
Antichi paesi scorrono in lontananza,
luoghi dove un tempo batteva la vita;
fisso con lo sguardo dolci angoli
di cui vorrei conoscere la storia.
L’erba fresca del prato mi richiama,
avverto i suoi suoni indistinti,
vorrei sgusciare la sua voce,
il suo gemito insistente
e aprire il mio cuore
per sorseggiare la vita.


Il vento che porta risposte

C’è un vento che soffia
e alza polveroni,
vuole graffiarti l’anima,
gonfia ogni cosa,
ma è solo aria.
Poi c’è un altro vento
che ti fa respirare
con calma,
che innalza lieve
le tue domande,
ti indica la rotta
per stelle più lontane.
Là dove la vita
non è una farsa,
dove il silenzio è pieno di attese
e la luce segue sempre il buio.
è il vento della semina
che sfiora la tua poesia,
accarezza i tuoi sogni e li distende:
con una danza lieve
aggancia i tuoi perché
e li solleva.
Pianissimo,
nell’immensità.


Autunno

Un tratto di azzurro irreale,
tracciato con pennello di luce,
ripassa il profilo del bosco.
I frassini srotolano la loro ombra,
fra scure macchie di baite,
mentre i miei pensieri sorridono
su un tappeto di foglie stropicciate
e si lasciano calpestare,
tremando dolcemente.
Fascino e mistero
aleggiano fra i tronchi scarni,
stampati su un cielo di luce.
Le ultime foglie intirizzite
si abbandonano come bimbe
al tepore del meriggio,
poi si lasciano andare
in danze sempre più spericolate.
Una farfalla di vento
gioca tra i rami nudi
e fa vibrare i miei silenzi:
una musica di scricchiolii,
dolci e tristi,
una carezza della vita.


Sogni

A volte una crisalide di aria pura
avvolge certi pensieri,
ben fissati nella mente,
senza rosicchiarli,
né farli precipitare nel vuoto.
Essi vagano nel silenzio
e si rincorrono,
come alianti di carta velina.
Profumano di vaniglia:
flessuosamente decollano
nei meriggi troppo assolati
o nelle serate troppo buie.
A volte si condensano
e si colorano con i tenui
pastelli della speranza.
Se incontrano
la giusta corrente d’aria,
ti piovono addosso
e diventano vivi.
I sogni si lasciano trasportare
dolcemente:
non hanno né spazio né tempo.
Amano la compagnia:
cercano sempre altri sogni.
Ed un vento leggero
che li porti lontano.

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