Opere di

Edoardo Firpo


VITALE

Ciclica
e costante,
precipita.
Gelida stilla
acida,
perfora il cranio
lentamente.
Ecco Il demonio,
si presenta
elegante,
contamina.
Ombra che
brama luce,
male feroce
subdolo
e vorace.
Scorre
in simbiosi
con le mie
lacrime,
in solitudine
con la mia
anima.
Lo affronto,
senza
violenza,
armato solo
di silenzio.
L’intervallo
assordante,
tra rintocchi
del mio cuore,
solo tra quattro
mura,
che non si piega
al tuo volere.


SUBLIME

Lineamenti
alla deriva
inebriano
sensuali.
Satelliti
in orbite
sfuggite
al tempo,
lungo i
confini
di limiti
già infranti.
In sublime
contemplare,
trascendi il
disincanto
di guardarti,
senza poterti
baciare.


SARTORIALE

Forse corre
lungo l’arco
del cielo,
quel filo che
tiene insieme
i pezzi del cuore,
con le nuvole
stese,
ad asciugar
le lacrime.
O forse si è
impigliato
in erte
scoscese,
esile appiglio
su percorsi
proibitivi.
Ma nell’alba
riluce splendore,
sul caduco velo
che ti lascia
ancora addosso
il freddo
della notte.
È un prezioso
ricamo ad arte,
l’orlo della
malinconia.


INDOMABILE

Solo l’amore
impossibile,
regala
quell’istante,
altrimenti
inarrivabile.
Troppo fragile
per sopravvivere,
ad anime
consapevoli,
che sublimano
avide,
il desiderio
vinto.
Spumeggiante
si infrange
sulle imponenti
onde del cuore.
Lascia il suolo
levigato,
lucido come
gli occhi,
quando
ti perdono.


INDELEBILE

Chissà quante volte
rimarrò incantato
a guardarti,
nei giorni troppo belli
come in quelli
tutti storti.
Quando mi
aspetterai sensuale,
adagiata su una
nuvola del cuore,
che non riesco
a trattenere.
E chissà quando,
mi darai la mano
come adesso
per scivolar leggeri
lungo vergini confini
del tuo regno,
madre di sangue
nobile,
tratto indelebile
ai posteri memore.
E chissà
come ti spoglierai
oh mia Regina,
del tuo prezioso
sangue blu,
senza nulla da ridire
fino a che non
ne avrai più,
così fiera di perire
al cospetto
del mio altare.
E chissà se
in tutto il mondo,
basteranno i regni
intonsi come il
sangue da versare,
per contener
la straripante
immensità,
che alberga
nel mio cuore.
Lo chiedo a te,
oh mia Regina
dai nobili valori,
fedele compagna
nei viaggi interiori.
Come te
nessuna mai
potrà capire,
perché tu sola
al mondo,
distilli dal mio
cuore
le gioie e le paure.
E l’amor
che a te riserbo,
non contempla
alcun confine,
mia adorata
penna biro,
blu di china
punta fine.


INCOMPIUTA

Abbandonata
ai piedi del
caso,
da un luminoso
destino appeso,
emergi
impetuosa.
Come sale
gettato a caso,
nell’acqua
sul fuoco.
Trabocchi sulla
fiamma che arde,
e incompiuta
la travolgi.



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