Opere di

Francesco Terrone


È sirena

L’amore
una sirena senza volto,
senza corpo,

vento che sibila
il nostro tempo
e risucchia in un vortice
celeste ed infinito
il mistero della vita
e la vita stessa

il soffio…

che diventa fuoco ardente
ed eterno,

la pazzia
dell’amore…


All’amico Ugo

La morte è meno amara, se lassù
nei cieli, c’è qualcuno che ci aspetta.

La vita, la vecchiaia è dolorosa,
molto dolorosa,
quando gli affetti, gli amori,
sono dei souvenir da salotto,
O’macabre feste di pregiudizievole
ricorrenze di vita comune.

Quanta solitudine, disperazione
incontro,
negli asili per anziani.

Vengo divorato dal dolore;

accarezzo e stringo al mio cuore
quelle mani,
mani segnate dal tempo e dalla fatica,
mani che hanno accarezzato,
volti innocenti,

tanto dolore hanno toccato,
quando,gli stessi volti,
li hanno affaticati e vinti,
li hanno traditi.

Cos’e’ la vita, senza l’amore e la riconoscenza?
un seno sterile di donna perduta.


Dama Bianca

A volte si tace
su di un silenzio
assordante

A volte vorrei essere
Per te come
Una principessa
e non una strega cattiva
Pronta
a farti del male

A volte il mondo mi crolla addosso….

mi guardo intorno…
Ti cerco,
cerco il poeta dei miei sogni
quello che mi ha dedicato
milioni di parole

e…….
cerco di capire
fino a che punto
quella favola
esiste davvero nel
suo cuore!!!


Dove sei?

Gesù, mio Dio,
dove sei…?
Ti cerco e non ti trovo;
ti cerco a piedi nudi,
con le lacrime agli occhi,
nel buio del mio cammino,
ti cerco tra la gente,
ti cerco tra i sentieri più ripidi
della mia vita, delle mie emozioni,
ti cerco e non ti trovo…

Quante risposte vorrei,
ai miei innumerevoli quesiti,
innumerevoli tormenti,
di vita e di passioni.
La povertà, la miseria
la guerra, la pace, l’amore…
Tutte parole, tante parole,
tanti frammenti di storia,
che acquistano significato diverso,
a seconda dei bisogni,
a seconda delle stagioni
della vita di ognuno di noi.

Quelli,
che non cambiano,
sono i perché della vita…,
quesiti, posti e mai risolti,
quesiti,
che giunti alla naturale saturazione
si chiamano, crescita…
Quale crescita…?

La storia continua,
ti cerco e non ti trovo,
forse,
prima di cercarti,
devo chiedermi,
chi sono?
Dove sono?
Perché ci sono?
E forse mi trovo,
e ti ritrovo,
mio Gesù, mio Dio.


È notte

È notte, è notte
e tutto tace.

tace la frenesia del mondo,
l’arroganza, la discordia.

Eppur si muove
una foglia secca,
un petalo di rosa;

si sente,

il dolce tocco di una campana
e da lontano, l’abbaiare di un cane,
impaurito,
dal soffio del vento
che irrompe nel silenzio
della lunga notte.

Tutto tace,
tutto, non tace,

non tace il dolore,
la fame,l’amore,

non tacciono
i cuori affaticati e vinti
dalla vita e dall’amaro destino.

Tutti attendono, che il tempo passi
e con esso il buio, della lunga notte
ed appaia finalmente
la vera speranza,
la grande vita.

Appari tu, mio Signore,
mio dio.
luce, delle luci,
luce,nel buio della notte,

speranza,
per un mondo solo,
un mondo impazzito,
un mondo falso ed inquieto.

È notte, è notte
e tutto tace,
tutto non tace,

l’uomo dai mille ideali
e mille incertezze,
imitando le ali
del tuo infinito;

ha smarrito la sua ragione,
ha smarrito il suo cammino;
mio signore, mio Gesù…
mio Dio!!

Che sara’ del nostro mondo,
senza l’uomo…
Creatura forgiata
con la tua divina luce
e con il tuo divino amore?
nulla!!!


Il volto di mio padre

Il volto di mio padre,
quel lontano giorno di marzo, era fiero,
appagato dal traguardo di una vita…
la mia laurea.

Dov’ero quel giorno di festa?
Dov’ero con il mio pensiero?
Sentivo come malinconico sottofondo della mia esistenza,
colleghi soddisfatti, genitori commossi, figli sorridenti,
mentre il mio buio ed assente sguardo si fermava nel vuoto,
alla ricerca di mio padre.

Con forza imbavagliavo il mio dolore,
a denti stretti scambiavo sorrisi con chi mi stringeva la mano
e mi augurava grande futuro…
Dov’eri tu mio padre, che mi avevi lasciato in verde età,
per andare nel mondo,
al di là del mondo…?

Più passava il tempo e più mi accorgevo che eri lontano,
e nella mia mente, affioravano i ricordi della mia infanzia;
mi colpiva il ricordo delle tue ruvide mani,
spaccate dal freddo e dal duro lavoro, i tuoi occhi preoccupati e stanchi,
il tuo volto scavato dalla fatica,
quel volto, reliquia sacra della mia vita,
che vive alle radici delle mie emozioni ed azioni,
forza del mio cuore, motore della mia vita.
il volto di mio padre…
volto rapito da Dio, donatomi da Dio nella vita,
nei frammenti di sogni, nell’immaginario.

Padre, tu che hai forgiato la mia carne,
assistimi nella vita e fammi aggiungere sempre più colori
al mio mondo, al nostro mondo
al mondo di tutti…


L’eternità della vita

La gioia più bella
che un uomo
può vivere
e’stringere
la mano
di un bambino
e scambiare
con esso
un sorriso
di serenita’
e di pace.

Se poi
quel bambino
è tuo figlio,
senti che
quella mano,
quel gesto
d’amore,
è la vita
che ti dona
l’eternità
della vita…


Mille e mille capriole

Mi piace ascoltare
il sibilo del vento…

Mi piace guardare
in esso
le mille e mille capriole
di foglie secche e petali di rosa.

Mi piace pensare
che nel vento ci siano le anime
dei defunti che ancora giocano
con le nuvole, le stelle
e la vita.

Mi piace pensare
che quando tutto è finito
almeno il vento
continua a soffiare…!


Mio Dio!

Chi è Dio?
È il Padre buono
che viene nel sonno
a rassicurarsi
che il figlio
respiri
ed a rimboccargli
le coperte
per non farlo
raffreddare…

È il figlio disperso
nel deserto
della vita
alla ricerca di
un sorso d’acqua
per abbeverarsi
e continuare a
vivere
nella speranza di
trovare
suo Padre…

Chi è Dio
dove l’uomo
non esiste?

Una,
una sola speranza,
la speranza che
tutto accada!!


Napoli

Napoli, città unica,
inimitabile nel calore, nella umanità,
nella bellezza;
città dall’apparenza forte ed austera;
nella realtà,
debole e beffata
dal destino
e da un mondo falso.
Orfana di una identità
nascosta e gloriosa,
umiliata matrigna,
resa violenta e senza scrupoli,
verso il sangue del suo sangue,
carne della sua carne;
mamma sterile ed incapace di allevare
e dare futuro sicuro ai propri figli;
figli di nessuno,
bravi, solamente a mendicare per il mondo
pane e futuro amaro,
giullari di un mondo senza scrupoli,
capaci di far solo ridere e piangere.
Eri capitale dell’arte e della cultura,
beni, derubati da pensiero incantatore e falso
in nome di una unità di popolo,
ed amaro calice italico;
che ha fortificato i forti,
umiliato e distrutto i già deboli.
Città dai mille colori e mille volti,
reagisci con il tuo fantasioso ed estroso popolo
non chiedere, sii consapevole della tua forza,
ritorna ad essere città simbolo
motore di progresso e vita.
Come figlio al capezzale di mamma sofferente,
ti chiedo:
Rinasci Napoli…
il mondo senza te è meno mondo!


Ombra di un veliero senza vento

Giri per casa
e parli con i muri
ti specchi con la vita
e sola nel silenzio
del tuo dolore
avvolgi la pellicola
del tempo

scorgi tra passi
di tempo e tempi
il volto del tuo cuore
piccola,
innocente creatura
persa nel labirinto
di un destino
senza cuore.

Ombra di un veliero
senza vento
perche’cammini
nel silenzio di pietra
senza
lasciare segni
nel mare che percorri…?


Orizzonte infinito

Ti osservo mare e vedo
un orizzonte infinito
che mi copre d’emozioni
nascondi tesori, storie
bagni la terra e la nutri
d’amore
con le tue continue carezze
Come vorrei
che uomini e donne
sulla terra
si scambiassero a tuo esempio
carezze
e donassero ai loro cuori storie
con il senso profondo
del rispetto della vita
e dell’amore!


Piccoli rumori

Adoro
Il silenzio
perche’e’fatto
di piccoli
rumori
che sfuggono
a cio’che
esiste
ed appare
ogni giorno!


Quella camicia senza bottoni

Quel giorno incontrai
quella parte di me…,

Quella camicia
senza bottoni…,

senso di libertà
ed intrinseca
paura
di sorridere
alla vita
ed al brillar
del sole,
dove tutti sono
amici
e tutti sono
nemici…

La vita
che attanaglia
il passo libero
dell’amore…

Osservai
quel corpo
ignudo,
un viso
aggrappato
alla libertà,
che trafilava
tra suoni
di campane
e lo scorrere
del tempo.

Mi fu detto
di quella vita,
che vita…
quella vita…

Quel corpo,
quel sorriso
imprigionato
da vent’anni
da camice
bianco
e tante macchie…
unica compagna
disperazione
e disperazione,
unico desiderio
sognare di morire…

Nessun abito,
nessun cappotto,
nessun affetto,
ignudo come
Cristo sulla
croce…
ad attendere
una carezza,
uno sguardo
d’amore…

Ma dov’è
l’amore,
cos’è
l’amore,
per un corpo
che vive
solo nell’ombra
della vita…?

Forse l’amore
è in quella
camicia
senza bottoni
che cerca di coprire
il corpo
di un angelo
senz’ali
e senza sogni,
che divora
i bottoni
di cuori
senza
amore…!

dedicata ad un uomo, affinché possa vivere un attimo di pace in un mondo senza pace…


Sulle ali della vita

Sulle ali della vita,
c’è la vita,
con i suoi germogli
le sue speranze,
e va lontano,
per i sentieri dello spazio senza fine,
per gli orizzonti degli angeli
e dell’eternità,
anche tu,
figlio mio,
che non hai avuto la possibilità,
di guardare il sole
e calpestare la terra,
hai assaporato di cosa è capace l’uomo,
creare l’amore con l’amore;
tu, frutto dell’amore,
figlio mio,
creatura magica e immortale,
hai avuto dalla vita piccoli sospiri,
scambiati con chi ti ha nutrito,
ti ha amato,
dai primi germogli della tua esistenza,
e continuerà a farlo per sempre,
tua madre.
Mia creatura,
anche se la vita
ti ha sottratto la vita
per un misterioso e bizzarro capriccio,
ora che sei lontano
dagli orizzonti del mondo,
sicuramente hai portato
nei battiti del tuo cuore,
cuore che la vita
ha sacrificato per la vita,
il mistero della vita,
il mistero dell’adozione alla vita,
l’amore.
Chi nasce muore,
chi non ama muore due volte,
nella vita
al di là della vita.


Ti nascondi tra le nuvole…

Ogni anno ritorna
la primavera
e con essa
rifioriscono i fiori,

rifioriscono gli alberi
per dare
i loro frutti,
ritornano le rondini
a rincorrersi
nel cielo.

Ogni primavera,
insistentemente guardo
il cielo,
interrogo tal cielo,
chiedo:
dove sei padre mio?

In primavera
mi hai lasciato,
sono passate tante primavere d’allora
e non sei mai più ritornato,
sei sparito nel nulla,
nel silenzio del tempo
ti sei nascosto
ti nascondi tra le nuvole
tanto da diventare
pioggia…
tante piccole lacrime
che bagnano il mio viso,
che accarezzano
il mio dolore

nascondi,
con la tua anima
il sole, forse
perché non vuoi
che il sole
asciughi le mie lacrime,
asciughi il tuo dolore.

Padre mio,
una rondine
non fa primavera,
una lacrima
non colma la tua assenza,
perché tu vivrai in me sempre…
ogni respiro è il tuo respiro,
ogni passo è il tuo passo,
unica cosa,
per ricordati,
sempre devo onorarti,
sempre
devo misurare nel cammino i miei passi
e sempre
devo indirizzare
il mio sapere verso
l’amore, la pace e la libertà
della vita.


Tutto vero

Mamma,
Quale mamma…?
Forse e’mamma
La nonna, la zia o la donna,
una qualsiasi donna…
il lavoro,
il bisogno di lavorare,
tutto è vero
è vera la brina di primavera,
è vero il sole d’estate,
le foglie secche d’autunno,
la neve d’inverno
tutto e’vero
vero,amaro è
il pianto di un bambino
alla ricerca della propria esistenza,
della propria mamma
mamma lontana,
mamma vista,intravista teneramente
tra palme e giochi d’acqua,
quasi un miraggio,
un sogno nella realtà della vita,
vita che chiamano amore,
quell’amore che appena nato
devi mendicare
e forse trovi o troverai
nel guardare il sole,
nel guardare le cose,le case,
nel guardare nella tua stessa
appartenenza alla vita
nella tua stessa sofferenza
di mancato amore,
piccola ed innocente creatura
d’amore…
I figli non godranno mai della mamma,
La mamma non godrà mai dei figli,
la vita non godrà mai della vita
se non attraverso esili affetti
ingialliti dall’inesorabile
passare del tempo.


Un amore appena nato

Le mie notti sono lunghe
ancora più lunga
e’questa notte,
la notte delle stelle,
la notte della stella

odo da lontano
il pianto di un bambino
trasportato dal vento
lungo gli strati d’aria
appesantiti
dalla umida e fredda notte…

ho paura, dolore,

ho voglia di riscaldare
e cullare quel vento,
ho voglia di colmare
con il mio respiro
quel pianto ingenuo
di un Dio appena nato,
io..,
io che sono
una lacrima di sogni,
io che sono stato
un padre di un figlio senza sole,

io…,
io, che non ho un cuore
per poter cantare e riscaldare
l’amore…

un amore appena nato…



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