II edizione
Fotografie di Giovanni Lorenzini
L’idea di scrivere questo breve manuale micologico è nata dal desiderio di far conoscere l’esperienza mia e di amici sulla ricerca e raccolta dei funghi, esperienza appassionante da me consolidata da cinquant’anni di estenuanti camminate alla ricerca di questi “figli del bosco” di cui a mio parere, il porcino è il re.
Non mi risulta infatti, (ma mi posso anche sbagliare) che qualcuno abbia già scritto e pubblicato qualcosa del genere.
Il mio lavoro non vuole essere uno dei tanti libri che trattano l’argomento “funghi” dal punto di vista botanico scientifico, con tabelle, classificazioni, accurate descrizioni corredate da disegni e magnifiche foto (a volte non proprio) delle centinaia e centinaia di funghi che popolano i nostri boschi; vuole piuttosto essere una guida pratica per come si deve fare (“how to do”, come dicono gli americani) per cercare funghi nel bosco, provvisti di quelle nozioni indispensabili per essere dei buoni ricercatori e ricavarne soddisfazioni.
Nessuno vieta poi, se si vogliono approfondire le proprie conoscenze, di leggere o studiare libri come quelli sopra citati, fino a diventare un esperto micologo.
È però tutt’altra cosa rispetto al semplice appassionato ricercatore come è la grande maggioranza di coloro che vanno per funghi nei boschi.
Durante le mie escursioni mi capita di incontrare ovviamente altri ricercatori, di scambiare con loro, oltre i soliti convenevoli, qualche commento sulla stagione in corso, più o meno favorevole alla raccolta, e fin qui tutto bene, ma se si entra in qualche, seppur modesto dettaglio, su un tipo di fungo piuttosto di un altro, trovo molta ignoranza e pressappochismo in materia. Evidente il fatto di aver appreso, secondo me, anche le più elementari conoscenze, da qualcuno che ne sapeva poco ma cha aveva preteso insegnarlo ad altri, come spesso succede in tutti i campi.
Questo è molto pericoloso, ne può andare della vita di una o più persone; perciò è indispensabile conoscere bene ciò che si raccoglie, si mette nel cesto e si vorrà poi portare in tavola o regalare agli amici. Ecco perché io proporrò in questo manuale, proprio perché sia semplice e alla portata di tutti, di imparare a conoscere e distinguere bene solo pochissimi tipi di funghi: quelli che sono buoni e che abitualmente raccogliamo e, cosa ancor più importante, quelli che non dobbiamo assolutamente raccogliere perché velenosi mortali!
Le mie esperienze di cercatore sono frutto di innumerevoli scarpinate nei boschi del Trentino, della Valtellina, del Canton Ticino, dell’Appennino parmense, dell’entroterra ligure, di qualche puntata in Croazia ed in Austria. Inoltre i boschi della pianura e Prealpi lombarde mi hanno visto innumerevoli volte artefice di copiose raccolte di “chiodini” (Armillaria Mellea), fungo che amo scoprire quando si presenta in forma di ciuffi seminascosti fra le foglie morte o presso le ceppaie di piante tagliate, prevalentemente in boschi di acacie, ontani e castagni.
Non ho invece esperienza del centro e sud Italia che so comunque essere meravigliosi e ricchi territori da funghi.
Per scrivere queste pagine mi sono anche avvalso della pluriennale esperienza del carissimo amico Leone, formidabile cercatore di porcini e finferli della mitica Val di Fiemme, attuale direttore del: “Vivaio Forestale Lagorai” di Lago di Tesero.
Per dare un’idea della situazione esistente un tempo, nei boschi della sua meravigliosa valle, egli racconta che da bambino giocava con suo fratello, sugli alpeggi in quota, tirando calci, come fossero palle, ai gambi di porcini, che dovevano avere macroscopiche dimensioni. Allora non esisteva il “turismo micologico” e nessuno andava a raccogliere funghi all’infuori di qualcuno che lo faceva quasi di mestiere per arrotondare le sue magre entrate.
Detto questo, non mi rimane che augurarvi una buona lettura ed un cordiale “in bocca al lupo” per le vostre future escursioni micologiche.
Giovanni Lorenzini