affabulando e non

di

Grazia Fassio Surace


Grazia Fassio Surace - affabulando e non
Collana "I Gigli" - I libri di Poesia
14x20,5 - pp. 204 - Euro 12,00
ISBN 978-88-6587-8514

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…meglio sarebbe stato andare
– ma dove? –
ancora viva ignara magari
in una giornata chiara.


affabulando e non


QUOTIDIANITÀ INCOLORE

Perso il senso dell’alba
lo stupore innanzi al tramonto
l’oro puro d’un meriggio sull’erba
e il pulsare di stelle in una sera
tersa di luna.

Ove è il vieto panismo
lo sguardo volto al cosmo,
il lirismo nei versi,
la lentezza che osserva.

Resta la corsa tra vane incombenze,
scemenze o cose
importanti, forse,
conseguenza il verso scivola smorto
immagini stanche quotidiane.


S’ERANO INCONTRATI

S’erano incontrati un giorno d’inverno,
mia madre bella,
un poco fredda,
mio padre forte,
forgiato dalla sorte
avversa,
la barca il Po,
il loro amore
a remare.


EGOISTICAMENTE, MI PIACE

Mi piace
scrivere leggere ballare
talora ascoltare
camminare piano guardando
pensando
che cosa
una bella cosa,
l’amore magari,
poi andare per mare
nuotare nuotare
sfinita guardare nell’acqua distesa
la spiaggia lontana confusa svanire,
poi lenta tornare,
la faccia nel mare,
a quel poco di nulla.


TRE GENERAZIONI IN VACANZA

L’hotel era su un dosso
galleggiante sull’oro del mar Rosso
quattro stanze un terrazzo
e dieci manine che bussavano
al mattino in sequenza
reclamando carezze e clemenza
per i salti sul letto,
ma erano giorni chiari perfetti
sere calde sul mare
a ballare scalzi
al pallido tepore di stelle
che imperlava le spalle.

Ho perso il cellulare, ma a chi devo telefonare?


L’ALTROVE
(C’è nel tuo scrivere uno struggente desiderio d’altrove)

Desideri l’altrove?
Cercalo! Dove?
Ma dov’è il tuo altrove?
Figlia e poi sposa
l’amore carceriere
ha chiuso l’alveare dei pensieri
stretti lacci d’organza
sanciti modi e tempi
non tua
una vita.


IL VUOTO DENTRO

Arriva improvvisa,
eri giovane ieri,
vedevi l’ egotismo dei vecchi
e quasi ne ridevi,
non sapevi quanto
può essere feroce la vecchiaia,
in croce, senza nulla appetire,
solo sgomento
per un incerto avanzo di tempo,
meglio sarebbe stato andare
– ma dove? –
ancora viva ignara magari
in una giornata chiara.


L’INFELICITÀ È COLLOSA

L’infelicità è spessa collosa
la stessa di ieri
quando cala scura uggiosa la sera
e il grigio cuce rammendi sul cuore.

L’infelicità è spessa vischiosa
come ventosa alla pelle s’incolla
e non ti lascia facilmente
non scivola via…


IGNAVIA

Srotola lento il tempo
nei giorni senza appetenza o intento.


[continua]

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