Opere di

Jolanda Anna Tirotta


IMMAGINARSI……

Immaginarsi…
Di assaggiare con la mente,
la dolcezza dei ricordi,
e di sentire il trillo degli uccelli,
sulle antiche querce.

Immaginarsi…
Una brezza delicata e profumata,
dei germogli di ulivi,
mescolato al dolce
tubare delle colombe.

Immaginarsi…
La morbidezza vellutata,
di una rosa di seta verde,
ammirata nella notte stellata
con occhi innamorati,
che riflettano un raggio di luce
simile al cristallo verde scuro.

Immaginarsi…
I capelli lunghi,
che si arricciano con onde brillanti,
e il raggio argentato
della luna,
sembra turbato dai sogni,
con l’innocenza
di un sorriso.


LACRIME DI RUGIADA

Da piccola,
il mio viso bagnato di lacrime,
sembrava rugiada,
e splendeva anche su un giglio,
il candido fiore,
ch’è simbolo di purezza.

Da adolescente,
ancora, il mio viso era bagnato di lacrime,
come la rugiada cristallina,
che rimane gelata per giorni
della fredda primavera,
sulle viole, e sull’erba,
di quel campo dove giocai da bambina.

Da donna,
ormai, i miei occhi,
rassegnati da pianti notturni,
di dolori, di rimpianti, di rancore di rabbia,
e se pur con pudore,
lentamente il mio viso,
continua a bagnarsi,
di quelle gocce, che solcano il volto,
lasciando il bruciore sulle labbra,
che per orgoglio si chiudono
per non chiamarle lacrime.

Ed ancora adesso,
che ho in mano una rosa,
ammiro il suo colore,
odoro il suo profumo,
e mentre guardo quel fiore prezioso,
m’accorgo che brilla,
che luccica di rugiada salata,
sono ancora le mie lacrime.

E sui petali della rosa,
saranno gocce di cristallo profumate,
le mie gocce,
i miei ricordi,
la mia vita,
le mie lacrime.


VORREI ALI DORATE

Vorrei avere le ali per volare,
non ali di farfalla,
ma ali di gabbiano
per volare,
volare … e ancora volare
sulle onde del mare così grande,
com’è grande il vuoto che mi porto dentro.

E onde di emozione
si abbattono velocemente al mio cuore,
che era ormai di ghiaccio,
ma un piccolo raggio di sole
quasi invisibile,
capace di riscaldare ancora
un cuore ormai freddo.

Ma le nuvole sono sempre là,
davanti al sole,
e l’ombra è di nuovo tornata,
e senza sole tutto si raffredda e muore.
Vorrei avere le ali di un’aquila Reale,
per sorvolare il mondi
e poi scendere in picchiata.

Vorrei avere le ali di un angelo,
per abbracciare con dolcezza
le bellezze della vita,
della forza,
della pazienza,
dell’umiltà.
Vorrei ali dorate,
vorrei volare di gioia.


I COLORI DELLE SPINE

Un angelo
dal volto sconosciuto mi consola,
dal pianto stanco,
e dalla mia tristezza.

Le mani mie
strette e furibonde,
rigide …. ma tenere
per accarezzare ancora il volto tuo.

Il vento ondulato
sfiora dolcemente i miei capelli,
accarezza il viso mio,
e un soffio caldo
passa delicato sulla bocca
mi bacia il vento …..
e mi accarezza ….. l’Angelo.

Ma come i colori delle spine
che pungono le mani,
ancora sogno gocce di rose.

Profumi intensi,
ricordi incatenati dalla passione
dalla gelosia,
dalle incertezze,
che opprime l’amore soffocandolo,
con lacrime di fuoco.


IL TUO SILENZIO

Il tuo silenzio
ha la voce alta,
il tono è forte, arrabbiato
e anche cattivo.

E da quelle labbra serrate,
escono urla
di rabbia
e di odio.

Ma gl’occhi,
che sono lo specchio della vita,
parlano un’altra lingua
e il tuo silenzio,
non ha più voce.


LA GRANDEZZA DI UN CUORE INGRATO

Chi è cieco
Vede lontano
Chi ha occhi per vedere
Guarda soltanto.

Chi è sordo
riesce a sentire il battito delle ciglia,
chi ha orecchie per sentire,
è sordo a convenienza.

Chi è senza gambe
Cammina passeggia e corre,
chi ha gambe
per camminare,
li usa solo
per dare calci alla vita.

Chi il cuore,
c’è l’ha per amare,
dà affetto, coraggio, e forza.

Ma la grandezza,
di un cuore ingrato,
è più piccolo
di un granello di sabbia.


IL CALORE DI UNA ROSA

Come un sogno,
che non riesco a dimenticare,
e come la realtà,
che non vorrei sognare.
Aspettai con angoscia il tuo sorriso,
e la carezza che non ho mai avuto,
ma come per incanto,
sentivo le tue mani sulle mie,
l’immaginavo soltanto.

Ho freddo col sole cocente,
con te lontano tutto è freddo,
ricordo quelle rose rosse
che mi regalavi un tempo,
la rosa, regina dei fiori,
esalta il suo profumo, la sua bellezza,
il suo fascino, la felicità, l’amore.

Ecco, è la mia rosa rossa,
la passione che nutro,
da donna innamorata,
i sospiri spezzati e desideri puri.
Mi hai dato poi la rosa gialla,
simbolo d’infedeltà e gelosia,
che mi ha portato dolore pungente,
da quelle spine profumate
e di quel colore infedele,
giallo come il sole,
ma freddo come il ghiaccio.

Non poteva farmi male,
l’immortale rosa rossa,
non poteva cambiare colore.
Ho ancora freddo,
con te lontano ogni calore è freddo,
senza il tuo sguardo caldo,
senza più le tue rose rosse,
che mi regalavi un tempo.

Ho bisogno di una rosa,
che mi riscalda il cuore,
di sentire il suo profumo,
di sentire il suo calore,
di sentire ancora l’amore,
di non sentire più freddo.


RICORDI… COCENTI

Oh!… buio della notte,
tormentoso colore
complice di tanti misteri,
compagno di romantiche incontri,
amico di amori e passioni.

Giovani amanti,
impegnati a tenersi stretti
con rassegnazione,
di quanto fragile è la vita.

Fiumi di lacrime gelide,
le labbra tremano,
ricordi cocenti rinnovano
ondate di dolore,
e gocce di pioggia buia,
risvegliano il cielo minaccioso.

Come passi felpati,
ritornano i pensieri al presente,
con espressione triste,
sulla bocca un sorriso amaro,
come il sapore del fiele.

Un luccichìo… brilla negli occhi,
profondi e arrossati,
che soffoca il bisogno,
di guardarsi,
e di chiamarsi ancora… amore.


IL BISOGNO

Ho bisogno di non sentirmi piccola,
ma ho bisogno di sentirmi …
perché da piccola,
non sono mai stata piccola.

Ero piccola esile e minuta,
fragile ma dura,
con chi mi umiliava e mi feriva.

Ho bisogno di non ricordare,
ho bisogno di annullare
momenti tristi,
difficili da spiegare,
dolorosi da ricordare.

Ho bisogno del bisogno,
ho bisogno di quello che nessuno può più darmi,
ho sempre avuto bisogno di tutti
e tutti mi hanno dato poco.

Ma ancora adesso,
che sono diventata grande,
mi fanno sentire piccola,
piccola e inutile,
piccola… sempre più piccola.

Ho bisogno di capire i misteri del bisogno,
ho bisogno di me stessa
di volermi bene,
ho bisogno di sentirmi grande,
ho bisogno di non avere più bisogno.


METAMORFOSI DI UN COLORE

Come un naufrago alla deriva
ad aggrapparmi forte
tra le nuvole
vento e arcobaleno
per abbracciare te
ancora tra dolore e piacere
col temporale nel cuore
e la tempesta di sabbia
che sottrae i pensieri,
con le onde che danzano
e le barche che volano.

Scogli salati si colorano
di maestose farfalle innamorate,
cantando i colori dell’amore
con gabbiani e delfini,
con la metamorfosi
di un colore
ancora sconosciuto,
dell’alba amica
del tramonto.


ABBRACCIA L’AMORE

Guarda l’erba
dove non può nascere,
profuma un fiore che non può sbocciare,
ammira un albero
che non può mai crescere.

Abbraccia l’amore
che non puoi amare,
accarezza un figlio
che non puoi mai avere,
ama il padre
che non hai mai avuto.

E quel sorriso
che cerchi da una vita,
ma che la sorte
non ti ha mai donato,
la speranza fù compagna tua,
ch’era al tuo fianco
a porgerti la mano,
con i colori dell’arcobaleno.


COME LA FORZA DEL VENTO

La passione sognata
con l’amore , solo di fantasia,
carezze mai avute,
baci mai assaporati.

Sognai,
la passione irreale
che non conosce risveglio,
è come un’onda di vento
che fà sentire i lamenti
con ricordi graffianti.

Il colore,
di un profumo mai avuto,
fatto di petali appassiti
di un fiore ancora senza nome.

Testardo il cuore
smarrito e dispiaciuto,
con sogni vaganti
e sentieri senza uscita.

Segrete angosce,
parlano sottovoce,
per non sentire le lacrime parlare.

Sognai,
la passione infinita,
come la forza del vento
che spazza le ombre,
e il buio prende colore.


FUTURO… INCERTO

Sento il rumore,
del silenzio lontano,
socchiudo gli occhi,
sento le grida disperate
dei padri senza lavoro,
bimbi in braccio alle madri
che piangono per la fame.

Un freddo gelido,
penetra nella mia anima,
se una lacrima,
scende sulla gota,
non è solo per il freddo,
ma il gelo
che arriva fino al cuore,
per questo mondo
con sentieri irti
e grosse spine, che pungono la vita.

Senza lavoro, e tasse da pagare,
senza una casa, per poter dormire,
e madri, che non fanno più germogli,
Strage d’innocenti
Ormai s’è fatta,
senza istruzione, e senza dignità
la bocca che serve per mangiare,
si usa ormai per chiamare… AIUTO.


L’AMORE… L’ACQUA E IL… VENTO

Nella mia solitudine
Piangerò a tua insaputa,
non voglio che vedi
i miei occhi stanchi,
ma pieni d’amore
che lacrimano
al ricordo di quella sera.

Occhi amari e segreti,
da quel pianto avvelenato,
che bruciano
anche quando sorridono,
un silenzio virtuoso
ascolta le voci
che s’incrociano.

L’amore
assomiglia all’acqua,
come la sorte
assomiglia al vento,
le gioie sono come i fiori
che il tempo macchia,
e il vento disperde,
senza qualità morale.


RIMORSO D’INFANZIA

Gran donna,
grande contadina,
e grande amica di tutto il vicinato.
Con ansia, mia madre aspettai,
quella lontana sera,
che dopo tante ore di lavoro,
stanca, sudata, con i capelli incolti,
mani ruvide, e scarpe ancora sporche.

M’addormentai,
su quella vecchia seggiola,
ch’era vicino al grande focolare,
s’era fatto tardi…
e lei… mi sussurrava piano,
con dolcezza, se pure tanto stanca,
ch’era l’ora di andare a letto.

Mi svegliai,
io fingevo di dormire,
pur di avere ancora le sue carezze,
e l’abbraccio che non avevo mai sentito.
In braccio, mi portò, su per le scale,
stanca, affannata e con tanta fatica,
appoggiata sulla spalla sua,
in basso …. io guardai
sentivo ancora la fatica sua,
e una strana sensazione io provai.

S’impadronì di me un gran dolore,
uno scrupolo, che ancora mi fa male,
e il rimorso è compagno mio.
Ricordo ancora con malinconia,
le sue mani, stanche e grossolane,
con tenerezza e con tanta dolcezza
accarezzarmi.

Ricordo… quella sera.



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