Io ho amato

di

Lorenzo Frabbi


Lorenzo Frabbi - Io ho amato
Collana "Le Schegge d'Oro" - I libri dei Premi - Narrativa
14x20,5 - pp. 94 - Euro 8,50
ISBN 978-88-6587-3915

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In copertina immagine dell’autore


Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto l’opera è finalista nel concorso letterario Jacques Prévert 2013


Prefazione

La ricerca del vero amore può essere strada lunga e tortuosa, imprevedibile e sorprendente. Durante l’impervio peregrinare tra le pieghe della quotidiana esistenza, come a scavare nella propria storia, lo spiraglio che illumina la vita può arrivare nel momento insperato ed inatteso.
Lorenzo Frabbi, seguendo questo percorso che alterna vita reale e visione onirica, propone la storia di un uomo, simbolica figura di essere umano alla ricerca dell’amore, unico, autentico, assoluto: le sue parole iniettano linfa vitale, alimentano il sogno cercando di renderlo più vero del vero e, grazie ad una scrittura che coinvolge ed appassiona, riesce ad esaltare il viaggio sognante che condurrà alla meta agognata.
Cosa può succedere quando si incontra il vero amore?
Rari fortunati coloro che possono viverlo. Può capitare anche di trovare l’amore in una “stravagante maniera”, come nel caso del protagonista: timido ed introverso, costantemente concentrato su altre problematiche non è mai riuscito a sognare, inoltre, percepisce il mondo femminile come un complesso universo ed il consiglio dei genitori non può che essere quello di “trovare una donna per cambiare la sua vita”.
Tutto ha inizio “una sera di fine novembre” quando, per la prima volta, riesce a sognare. Ecco allora che avviene l’incontro onirico con una affascinante donna, proprio nello stesso ufficio, che si occupa di marketing, dove lui lavora: è la scintilla che fa propagare la fiamma dell’amore quando sente la voce dolcissima della donna e vede i suoi meravigliosi occhi.
Da questo momento iniziano i viaggi notturni in una realtà parallela. La vita reale viene vissuta con distacco aspettando solo il momento di tornare a casa e, finalmente, poter sognare per incontrarla e vivere il “suo sogno d’amore”.
La percezione di essere innamorato di una proiezione della mente e di vivere la storia d’amore solo in un bellissimo sogno che conduce in una dimensione parallela, lo induce a consultare uno psicologo.
L’incontro con il professor Calipari, che crederà alle sue parole e lo aiuterà, sarà una rivelazione come il consiglio che gli sarà offerto, senza esitazione: “Siamo noi a decidere la nostra realtà seguendo il cuore. Vivi il tuo sogno d’amore”.
Ritrovare la donna amata nel “suo” sogno sarà, ogni volta, la rinascita del proprio essere: una canzone Indimenticabile ed un libro che racconta la passione e la forza dell’amore saranno il filo conduttore del percorso onirico che riserverà anche ostacoli e dure prove da superare.
“Se un sogno ha tanti ostacoli significa che è quello giusto”: la capacità di andare oltre la mera realtà e riuscire a proiettarsi in ciò che si desidera ardentemente, diventerà la via salvifica.
Lorenzo Frabbi alimenta la sua narrazione con un mare magnum di emozioni e profonde riflessioni che penetrano nel profondo del cuore e innalzano la dimensione onirica a rivelazione umana.
L’inesplicabile disegno del destino domina sulle dinamiche esistenziali.
E se il sogno diventasse realtà?

Massimo Barile


Io ho amato


“È nulla il morire.
Spaventoso è non vivere”

V. Hugo – I Miserabili


INTRO

Capita spesso che, prima di addormentarmi, la sera, steso sul mio letto a due piazze esclusivamente tutto per me, mi soffermo a pensare come ci si sente o cosa succede quando si trova il vero amore, quello della vita, il “per sempre”.
Sono poche le persone a questo mondo che hanno la fortuna di averlo trovato, ed ancora meno quelle che lo hanno posseduto, vivendo la passione appieno.
Incrocio di sguardi che non hanno bisogno di parole, brividi che salgono per tutto il corpo al solo sfiorarsi delle mani, vuoto che si impone e domina ogni emozione quando si è lontani: sono questi solo alcuni dei momenti che fanno da cornice a quella “cosa” che tutto il mondo cerca fin da sempre, consapevole oppure no, quella “cosa” più preziosa dell’oro e dei diamanti, quella “cosa” chiamata Vero Amore.
Io, anche se alla mia stravagante maniera, l’ho trovato.
Io ho amato.
Tutto sommato mi considero una persona fortunata, ho tutto il necessario ed oltre per vivere la mia vita serenamente, ad esclusione della metà che mi completerebbe totalmente, la mia metà.
Ad essere sincero non l’ho neanche mai cercata; tra lavoro, casa e hobby vari la mia mente è sempre stata occupata e concentrata su altro.
Lavoro presso uno studio che si occupa di marketing che mi tiene sotto torchio praticamente tutto il giorno: è duro e stressante, ma fortunatamente sono a contatto con persone gentili e solari… quasi tutte!
Vivo in periferia, poco distante dalla città in cui lavoro, nel tempo libero mi dedico alla cura ed al mantenimento del mio corpo facendo palestra e jogging almeno tre o quattro volte alla settimana.
Sono piuttosto timido quindi, a parte qualche uscita occasionale con i colleghi dell’ufficio, le mie serate si limitano ad una sana, sia in senso fisico sia in senso economico, e tranquilla cena in famiglia o a casa, abbinata ad un film con conseguente ed inevitabile pisolino sul divano.
Fin da piccolo ho sempre preferito stare in disparte, per conto mio; anche a scuola non ho mai socializzato un granché con gli altri bambini della mia classe.
Pur essendo da sempre introverso, nel corso degli anni sono migliorato molto sotto questo aspetto, ciò nonostante qualche reminiscenza dell’“io bambino” mi è rimasta, soprattutto nel rapportarmi con il mondo femminile, così complesso per me, che la timidezza ed il non sentirmi mai all’altezza in nessuna circostanza, mi hanno sempre allontanato da ogni minima possibilità di trovare una persona che mi stesse accanto per il resto della vita.
È una lacuna di cui sono consapevole e, pur essendo relativamente giovane, ho il timore che questo mio pessimo carattere influenzerà negativamente e per sempre il mio futuro.
Non posso dire se sia a causa di queste mie caratteristiche oppure no, ma resta il fatto che non ho mai sognato o, perlomeno al mio risveglio non ho mai ricordato alcun sogno o incubo da ventisei anni a questa parte.
Quando da piccoli gli altri bambini si confidavano e raccontavano le meravigliose avventure vissute nei loro sogni, io ero sempre tagliato fuori e messo in disparte, spesso deriso: ciò ha insinuato in me un senso di incompletezza e di mancanza che mi ha accompagnato fino ad oggi, privato mio malgrado di quella magica ricchezza rappresentata dai sogni, un mondo a parte dove si avverano tutte le fantasie e quegli avvenimenti che nella realtà non possono accadere.
La mia storia parla proprio di questo.
Adesso qui, seduto con la schiena appoggiata alla sponda del letto ripenso a tutto ciò che ho provato… mi sembra ancora incredibile!
Nello stereo gira una canzone Indimenticabile.
Ricordo che tutto ebbe inizio una sera di fine Novembre.


1

Un fortissimo mal di testa e qualche linea di febbre mi tormentavano da diverse ore ciò nonostante decisi di accettare l’invito a cena dei miei genitori così, uscito dal lavoro, mi fermai da loro sulla via del ritorno.
Pioveva incessantemente fin dal primo pomeriggio, con potenti tuoni ed inquietanti lampi che riportavano per pochi secondi la luce su tutta la città.
La cena che mi attendeva ancora calda era a base di manzo lessato e verdure, dolce con crema e cioccolato e, per finire, il consueto caffè.
Nonostante fossi molto stanco, mi sentivo tutto sommato sereno ed appagato dall’ottimo pasto, però purtroppo la serata si inasprì di colpo quando mia madre tirò fuori per l’ennesima volta il discorso del mio carattere e del fatto che era giunta l’ora di trovare una ragazza che mi aiutasse a cambiare.
Probabilmente il connubio della giornata pesante al lavoro e dell’emicrania che mi martellava senza sosta, fece sì che i miei toni non fossero dei migliori e le risposi bruscamente per le rime, senza alcun filtro, ribattendo alla sua accusa con veemenza, invitandola a non entrare nel merito delle mie faccende personali: non avevo bisogno dei suoi consigli.
I miei genitori sono fantastici.
Si amano ancora come all’inizio e ho sempre invidiato il loro rapporto.
Mio babbo è una persona calma e tranquilla, un po’ lunatico ma sempre disponibile nel momento del bisogno.
Mia mamma al contrario è un peperino, carattere forte, rare sono le volte che ammette l’errore e chiede scusa per prima, ma per me sposterebbe il mondo.
Sta di fatto che quella sera ci spingemmo un po’ oltre e mi alzai da tavola con il caffè ancora da finire.
Raccolsi veloce impermeabile ed ombrello, quindi uscii di casa sbattendo volutamente la porta dietro di me.
Fu una lite più dura del solito che contribuì ad aumentare il già forte mal di testa, tanto che a malapena mi reggevo in piedi.
Cominciai a sudare e brividi di freddo, insieme alle parole di mia madre, mi accompagnarono per tutto il viaggio che fortunatamente trascorse rapidamente, in uno stato emozionale tra l’arrabbiato e la trans confusionale.
Salii le scale del condominio con l’unico pensiero di prendere al più presto un’aspirina ed infilarmi sotto le coperte.
Fuori sembrava dovesse rovesciarsi il mondo: vento, pioggia e lampi facevano da teatro a quella notte che non dimenticherò più.
Il termometro segnava 38,5°C e le tempie pulsavano sofferenti.
Delirante nel letto aspettavo solo di riuscire ad addormentarmi il più in fretta possibile… e finalmente così successe.
Ma non fu una notte come le altre… per la prima volta sognai.


2

Mi addormentai quasi subito senza neanche accorgermene, ma mi risvegliai di colpo: lo stato d’animo struggente di pochi secondi prima era svanito e, steso supino nel mio letto, mi sentivo forte e pieno di energie, percepivo che dentro di me qualcosa era mutato.
Mi alzai e stranamente feci colazione, avevo infatti un grande appetito, al contrario di ogni altra mattina.
Mentre mi preparavo per andare in ufficio, mi tagliai sbadatamente con il rasoio; per mia sfortuna mi ferii in un punto particolare del viso che, oltre al dolore, provocò un’abbondante fuoriuscita di sangue che richiese una medicazione. Conclusione: feci tardi al lavoro.
Non appena entrai in ufficio il responsabile dell’area commerciale mi venne incontro; ero già pronto a ricevere una strigliata per la mia poca puntualità di quel giorno invece, con un sorriso smagliante, mi batté una mano sulla spalla e si congratulò anche con me perché lo studio, in quel semestre, aveva chiuso con un fatturato record.
I festeggiamenti iniziarono e si versarono bottiglie di spumante mentre vassoi ricolmi di pasticcini di ogni tipo venivano svuotati.
Io ero sollevato ed al contempo orgoglioso perciò, soddisfatto ed entusiasta per il risultato ottenuto, tornai subito alla mia scrivania.
Verso la fine della mattinata venne a farci visita anche il titolare, accompagnato da una donna sconosciuta.
In un istante il tempo si fermò.
Rimasi a bocca aperta e, se il “colpo di fulmine” esiste davvero, probabilmente io ne ero appena stato colpito.
Lei mi guardò sorridendo, si presentò personalmente a tutto il team dell’ufficio sotto l’occhio vigile del titolare e quando giunse alla mia scrivania, io rimasi impietrito.
Con un filo di voce, la più dolce e femminile che avessi mai sentito, mi disse il suo nome, ma io rimasi zitto.
Non le tolsi gli occhi di dosso un secondo per tutto il tempo, mi tese la mano per le presentazioni, ma io rimasi immobile.
Lei sorrise ed arrossì.
Rimanemmo in silenzio per qualche istante, fissandoci negli occhi, fino a quando intervenne il titolare che, imbarazzato del mio atteggiamento, si sostituì a me nelle presentazioni.
Dentro di me scoppiò la rabbia più infuocata perché ancora una volta non mi ero smentito, la mia timidezza aveva dominato su tutto il resto rendendomi ancora una volta ridicolo.
Le voci che circolavano per i corridoi erano che la ragazza avrebbe dovuto lavorare in azienda con un contratto a progetto… non mi sembrava vero! Non avrei potuto desiderare di meglio! Ero felice, anche se purtroppo però non la vidi più durante le ore successive.
Per l’intero giorno ripensai a quanto fossi stato “fesso” e maleducato nei suoi confronti pur non avendone alcuna intenzione, ma non potevo proprio ignorare la forte emozione che avevo provato vedendola: capelli mori e lisci scendevano morbidi sulle spalle, occhi azzurri profondi messi in evidenza da una frangetta sbarazzina e quella voce angelica mi convinsero che avrei dovuto trovare la forza di superare ogni ostacolo mentale che mi frenava.
Lei ritornò verso il tardo pomeriggio e si sedette alla sua nuova scrivania. In un bagno di sudore ed in preda al tremore riuscii a rivolgerle la parola: fu come una liberazione!
Anni di torture pensando che non sarei mai riuscito a superare le mie paure ed invece così fu.
Parlammo più o meno una decina di minuti, stupendi! I discorsi si susseguivano con disinvoltura e naturalezza e lei mi sembrava coinvolta, scoprimmo anche di avere alcune cose in comune, avevamo frequentato infatti la stessa scuola sebbene in “epoche” diverse.
Ero completamente rapito dai suoi enormi occhi e desideravo tanto che quel momento durasse in eterno quando, tutto d’un tratto, un fortissimo suono mi assordò.
Mi accasciai quasi al suolo ed improvvisamente diventò tutto buio, mi ritrovai nel letto, mentre la sveglia urlava con la sua insopportabile voce.
07:00 di mattina…

[continua]


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