Di giorno in giorno

di

Maria Rosa Ridolfo


Maria Rosa Ridolfo - Di giorno in giorno
Collana "I Gigli" - I libri di Poesia
14x20,5 - pp. 48 - Euro 7,50
ISBN 978-88-6587-5834

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In copertina: «Alba sul Sinai» (olio su tela – cm. 50×70) Marianna Greco – Portogruaro (VE)


Prefazione

Nella silloge poetica, dal titolo “Di giorno in giorno”, Maria Rosa Ridolfo espande il suo universo emozionale che viene costantemente ispirato e alimentato dalla sua poesia d’anima.
La sua Parola ha la forza di comunicare ciò che scaturisce dal giacimento esistenziale dove sono depositate le molteplici sensazioni, i continui riflessi del vivere e anche le più labili percezioni, nonché di far rinascere i numerosi gesti d’amore e raccogliere, in un simbolico scrigno poetico, le rivisitazioni memoriali così come i sogni infranti.
L’esplosione dei sensi si accompagna ad un’assoluta contemplazione, fino a spingersi all’“alto silenzio”, che conduce ad una dimensione superiore nella quale si assiste ad un tripudio della sua poesia d’anima e lo spiritus si libra libero, autentico e puro, come essenza stessa dell’esistere.
Nel divenire lirico si assiste ad un lieve scivolare sui giorni della vita ed è forte la sensazione di lento abbandono, quasi a farsi cullare dalla speranza, che ben vengono riportate nei versi: “Mentre lieve scivolo sull’onda / E non vedo i miei lidi ancora”.
Ecco allora che ci troviamo davanti alla simbolica “onda” della vita, tema ricorrente nella visione poetica di Maria Rosa Ridolfo, capace di travolgere, di risuonare come richiamo, con il suo costante riflusso e con serie di rimandi che possono ricondurre al “lontano ricordo” così come al “vuoto incolmabile”; e, poi, al senso di solitudine così come alla necessità vitale dell’amore, al desiderio di “sole nel cuore”, che diventa brama di Luce, illuminazione nel proprio vivere.
La visione poetica si fa dolce e Maria Rosa Ridolfo, come ricercatrice instancabile insegue “nuvole di pensieri” che vagano nel vento, impegna tutta se stessa per innalzare, a livello lirico, il suo universo emozionale come a pervenire ad una comunione dei sensi, all’“armonioso ultimo tramonto”, alla visione di quel “cielo azzurrissimo”, immagine fedele della sua poesia d’anima che rende “vivo” anche il “silenzio” davanti alle suggestioni della Natura ed espande l’infinita tenerezza nascente dalle occasioni della vita, sempre osservate e scrutate grazie al personale sguardo capace di filtrare tutto ciò che nasce dal suo sentire più intimo e profondo.
La lirica “Di giorno in giorno” rappresenta l’animus della poetessa, lo spirito lirico che emana dal suo essere e si fonde nella Parola: “Fuggono / Nella notte immensa / I giorni / Ferma / sulla silente tela / Un gesto / Un rapido sorriso / Che accenda / Ancora un’alba / Fino a che l’attimo / Non chiuda il tempo”, quasi a voler sottolineare, con forza, la dimensione sospesa nella quale si muovono la sua mente ed il suo corpo, in attesa dell’infuocata alba che illumini il percorso nei giorni della vita, inizio luminoso che possa irradiare speranza.
Nella vita non esistono certezze, numerose domande non avranno risposte, alcuni interrogativi lasceranno con il fiato sospeso e alcune attese verranno deluse, ma il cuore di Maria Rosa Ridolfo può vagare al “soffio dell’impercettibile” e nel richiamo di un’amata “voce” in atmosfere silenti: immersione nella “dolce culla” del ricordo, tra “fragili equilibri” di esperienze vissute e le “ferite” del suo cuore sempre “aperto” nei confronti della vita, fino a giungere all’intensità del recupero memoriale con i ricordi della “dolce amara terra” di Sicilia, con le “vetuste zone di Palermo”, con l’immagine dell’albero di gelso ormai spoglio e l’antico pozzo ora prosciugato, che diventano simbolici esempi dell’inesorabile scorrere del tempo che tutto muta e consuma.
Nel suol cuore è racchiuso un dono d’amore che è stato capace di superare il dolore e l’amarezza dei sogni portati via dalle onde tumultuose della vita, che è stato capace di dissolvere le “zone d’ombra” e di offrire, a piene mani, il suo canto poetico, seguendo quel desiderio naturale di perdersi “nell’infinito amore” che riposa nel suo cuore dove Maria Rosa Ridolfo trasmuta le emozioni generate dallo sguardo lirico che la accompagna da sempre.

Massimo Barile


Di giorno in giorno


Al caro compagno della mia vita,
all’affettuoso padre dei miei figli…


Fraternità

Io non so chi tu sia
Eppur ben sento
L’uguale orma
Dal Padre impressa

Tacite e quiete le anime parlano
L’alto silenzio…

Ineffabile luce
Improvvisa si accende
Dal profondo in noi
Lo Spirito traluce
Quel che uno dice
L’altro comprende
Se piange uno
Con un sorriso l’altro
Gli carezza gli occhi…

È questo un sogno?
Sono forse inganno
I sensi che apparire ci fanno
Freddi gli occhi altrui
Aperte
Ad amaro disprezzo
A ironia
Le labbra che, al sorriso
Si schiudano, attendi?

Dolce fraternità
Realtà ultima
Spesso violata
Dimenticata

Fraternità da molti
Attesa e sognata…


Stella del mare

Venti, non turbate l’aria di notte

Non coprite di nubi il cielo

Voglio contemplare

La Stella del mare

Mentre lieve scivolo sull’onda

E non vedo i miei lidi ancora


A noi non fu concesso di restare

Cercavamo la quiete
Ma l’onda ci travolse
E soffrimmo di più
Perché osammo
Resistere
E non ci abbandonammo

La tua quiete era
Un lontano ricordo
E la tua lontananza
Era un vuoto incolmabile

A noi mortali
Non fu concesso di restare sempre
Nel cuore tuo


Solo il tuo nome

Mi avvolse la tua pace
Inalterabile
E mi sentii
Sperduta e sola

L’eco del mare
Risuonava ancora
Nelle mie orecchie
Come un richiamo

Tra la mia riva e la tua, lungamente,
Io giacqui

Solo il tuo nome
Poté colmare la mia solitudine
E far dimenticare
A me il mio popolo

Solo il tuo nome
Fu mio risveglio e mia primavera…
Non desiderai altro
Perché il nome più bello
È quello dell’Amato


Oblio di foglie

Dalla verde dimora
A una a una cadono le foglie
Sull’arsa terra bruna
E ora…
Ora non sanno che il vento le porta
Né dove …

Oblio di foglie
Penoso e pur dolce
Dormire
In seno al vento
E non saper né come…
Né quando…
Il sole le risvegli


Fuori è inverno

Scende monotona
La pioggia
Picchiettare la sento
Sui vetri
Sulle mie spalle brivido di freddo
Sulla strada bagnata scivolando
Le macchine non fanno più rumore

Dietro i vetri
Inseguo nuvole
Di vaganti pensieri…

Dolce è l’inverno
Quando si sta insieme
Accanto al fuoco acceso
Invano sogno un’ombra
Che bussi alla mia porta
E presto
Entri al riparo
Da questa pioggia…

Fragile ombra
Dietro i vetri
La primavera

Che pazzo
Desiderio di sole nel mio cuore
Mentre fuori è inverno…


Reliquie

In certe vetuste
Zone di Palermo
Ancora hai la gioia
Di udire il canto
Festoso del gallo
Che ti sveglia
Prim’ancor che l’alba
Indori il giorno…

Nell’alto silenzio
Odi il passo solitario
Di un viandante
Per vicoli ciechi
A due passi da via Roma
O da via Maqueda


Dolce amara terra

Amara dolce terra
Dove io presi
Il primo alito
Di vita
Ti amo
Quasi come una madre

Amo il gelso
Il pozzo
Ormai senz’acqua
Amo il fico
Il pesco
Spogli ormai…

Ricordo il cocuzzolo di sabbia
Sul quale se ne stava tutto solo
Un tronco senza rami
Io salivo a fargli compagnia
Ed era dolce insieme ricevere
L’ultimo raggio
Del sole che andava
A dormire nel mare
Anch’io allora andavo a cercare
Le braccia della mamma…

L’ululato dei cani
Era la voce della buia sera
Dove si affondavano
Gli occhi miei timorosi di scoprirvi
I temuti fantasmi…
Era il passo sicuro di mio padre
Quel lontano fruscio… e il cuore
Si liberava del fiato sospeso
Appena la sua figura appariva
Alla debole luce della lucerna

Si riposava bene
Sopra una coperta stesa a terra
Con la supina faccia si contavano
Le stelle…


Tramonto

S’intrecciano canti
Rapidi voli bassi
Dipingono
Nel cielo azzurrissimo
Neri ventagli
Che il sole irradia
Con rapido tocco

Una luce
Calma e limpida
Disseta l’aria dolce d’autunno

Dai monti
Silenziosi e immoti
Per me scende armonioso
L’ultimo tramonto…
Chiaramontano


[continua]


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