Opere di

Mirta De Riz


Felicità

Oggi sei tornata felicità,
non ti aspettavo più;
bussi al mio cuore e non ti riconosco,
poi lo abbracci;
ti accolgo incredula e stupita sussurro:
«Dove eri?»
Ora che sei qui, fermati un attimo,
un’ora, una vita, oltre la stessa!
Sei sempre un’ospite frettolosa e
non indugerai, già lo sento.
Felicità, dimmi: «Cosa sei?»
«Lenzuola profumate di bucato.»
«Felicità, dove eri nascosta?»
«Fra le pagine di un libro che ti ha fatto sognare.»
«Felicità, dove posso ancora trovarti?»
«In una canzone,
in un progetto d’amore,
negli occhi di un bimbo,
in Dio;»
«Felicità, non te ne andare,
desidero di più… dammi…. di più…
Donami il passo lieve della mia giovinezza;
donami la serenità che ho sempre cercato.»
Non ci sei già più.
Ritornerai?


Paroline disobbedienti

Cosa succede nella mia testa?
Ooh no!… Si sono svegliate le paroline!
Devono essersi svegliate tutte insieme dal frastuono che fanno!
Perbacco! C‘è una sommossa!
Volete uscire tutte dalla mia matita?
Ma non potete! Buone, buone che vi spiego il perchè.
La matita è sottile, sottile e solo una letterina alla volta può uscire per trasformarsi in parola!
Dovete essere educate, aspettare che vi faccia belle e sarete come note diventate armonia.
Alcune frasi saranno tenere e racconteranno fiabe e filastrocche.
Altre diventeranno messaggi d’amore;
Altre diventeranno racconti e insegneranno a grandi e
piccini cose nuove;
Poi… Attente, attente… Ci saranno parole che diventeranno importanti!…
Non mi ascoltate, state facendo un grande girotondo e ronzate come api!
Paroline dolci, venite qui. Uscirete per prime dalla mia matita per accompagnare al sonno un bimbo buono.
Paroline sagge. Toccherà a voi dopo, racconteremo le cose dei “nonni”.
E ogni bimbo crescerà un pochino.
Parolacce, voi no… state lontano… nascondetevi altrimenti incarico le paroline severe di punirvi.
Parole amare, ecco per voi del miele, mangiatene un pò prima di chiedermi di uscire dalla testa.
Parole sbagliate… Preparatevi, studiate ancora un pochino, su da brave…
Ecco laggiù, gironzolano senza meta, ridacchiando, le paroline sciocche. Non lamentatevi inutilmente, non vi voglio.
Dai tutte in fila le altre!… Ben ordinate come soldatini. Proviamo a scrivere.

A scrivere bene.


Infinito amore

Ti lascio
l’incantato stupore che mi sorprende
quando lo sguardo
riverbera il luccichio di splendenti stelle,
piccole lanterne sospese nel cielo dei tuoi occhi.
Un bimbo, un fiore, un amore,
accordino sempre nel tuo cuore
dolci melodie.

Ti lascio
la gioia trepidante dell’attesa
e quella preziosa, frutto del perdono;
ti lascio la gioia, madre dei miei sorrisi più belli,
affinché il tuo cuore ne faccia tepido nido.

Ti lascio
la speranza,
tremolante barlume in questo meriggio d’autunno,
abbine cura, diventerà sicura luce di faro, nei mari
tempestosi della vita.

Ti lascio l’infinito amore che ho per te,
ti basterà, credimi, per mitigare il più acerbo dei dolori.

Io ti lascio, piccola mia.



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