La farfalla e il cappello alpino

di

Ornella Crocco


Ornella Crocco - La farfalla e il cappello alpino
Collana "I Salici" - I libri di Narrativa
15x21 - pp. 78 - Euro 13,00
ISBN 978-88-6587-6183

Libro esaurito

Vai alla pagina degli eventi relativi a questo Autore


In copertina elaborazione grafica di Stefania Zanoccoli
immagini: «Cappello alpini Italia» Alberto Masnovo - Fotolia.com «Butterfly macro background» boule1301 – Fotolia.com

Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto l’opera è finalista nel concorso letterario Jacques Prévert 2015


Prefazione

“La farfalla e il cappello alpino”, è una raccolta di interessanti racconti che mettono in evidenza la forza narrativa di Ornella Crocco, capace di alimentare le personalità dei personaggi e le vicende raccontate grazie alla sua profonda sensibilità e alla costante propensione ad osservare il mondo con sguardo poetico.
Ritroviamo un autentico ventaglio di emozioni: dalla storia struggente e commovente al racconto fantastico, sempre pervasi di profonda umanità, elevando ad un valore più alto sia le “semplici cose della vita”, come i sentimenti e le emozioni più autentiche.
Il racconto che apre la raccolta è di grande impatto emotivo e narra la vicenda di una bambina che scrive la consueta lettera a Gesù Bambino e sua mamma, cercando di interpretare il desiderio, decide di vendere un vestito del marito, purtroppo, morto in guerra, sperando di comprarle un giocattolo: rimarrà sorpresa dalla semplice richiesta della figlia che, nella sua letterina, desidera solo un vestito del suo papà al quale accoccolarsi durante la notte come fosse un amorevole abbraccio.
Nel susseguirsi dei racconti troviamo sempre, come filo sotterraneo narrativo, la profonda umanità e le illuminazioni dei veri sentimenti, il senso autentico del significato della vita e dell’amore.
Come nella storia del piccolo Macrì che è orgoglioso di indossare il cappello da alpino del nonno proprio nel giorno del suo compleanno e, dopo aver ricevuto l’incarico di scegliere l’asinello per il presepio vivente, il nonno gli racconterà la storia del suo mulo Palù, che gli aveva salvato la vita durante la guerra. Il bambino sceglierà proprio il mulo del nonno che, orgogliosamente, condurrà alla capanna di Gesù Bambino.
Sempre in tema natalizio vi sono, poi, alcuni racconti che, con dolcezza e amorevolezza, narrano vicende che sono spolverate con un tocco di fantasia e, a volte, sognanti come, ad esempio, il racconto del “pastorello dalla sciarpa rossa” che, durante la Notte Santa, prende vita nel presepe e, di seguito, la vicenda del carrozzone di un circo caduto in una scarpata con la sensazione finale che l’artefice di tutta la storia è proprio Babbo Natale; e, solo per citare alcuni racconti, finendo con la storia di un ragazzo amorevole che deciderà di addobbare la grande quercia in modo che il fratello, ammalato e costretto a letto, possa godere della festa natalizia.
Nella lettura della raccolta sono da segnalare anche alcuni racconti che toccano il cuore e commuovono come, prendendone a simbolo uno solo, la storia di Dario, ragazzo desideroso di vincere il primo premio scrivendo il tema più bello, che, purtroppo, ha come argomento la mamma, che lui non ha potuto conoscere perché ha donato la vita per farlo nascere.
Particolare interesse, infine, riveste il racconto “La casa di Monet” che esalta la magica passione-ossessione di un uomo per le opere di Claude Monet che, solo ad osservarle, viene pervaso da un’emozione indescrivibile. La sua brama si spinge fino all’incontenibile desiderio di “possedere” un’opera del grande maestro come a voler sentire, nel profondo del suo animo, le stesse emozioni provate dall’artista nel momento in cui dipingeva i suoi quadri. Il destino vuole che riesca a trovare un lavoro come giardiniere proprio nella casa dove visse Monet, a Giverny, e poter vivere, finalmente, la “vertigine immane” di quel luogo dell’anima.
Nel suo racconto Ornella Crocco offre un viaggio narrativo dentro la materia stessa dei dipinti di Monet, penetrandone l’essenza e la meravigliosa luce: il caleidoscopio di colori ed il ventaglio di impressioni ricreati da Ornella Crocco diventano rivelazione salvifica.
Allo stesso tempo, tutte le narrazioni che compongono il libro di Ornella Crocco, pagina dopo pagina, conducono nel suo personale universo emozionale, illuminato dalla luce poetica, preservato dal cuore puro e narrato con la passione per la scrittura che riesce sempre a suscitare l’animo.

Massimo Barile


La farfalla e il cappello alpino


La piccola Giulia

La piccola Giulia, nella calligrafia incerta e approssimativa dei suoi sette anni, aveva scritto la letterina a Gesù Bambino; poi l’aveva imbucata, allungandosi sulla punta dei piedini e protendendosi allo spasimo per raggiungere la buca della cassetta delle lettere, sempre troppo alta per lei.
La mamma Virginia, invece, quando l’aveva saputo, non era stata affatto contenta perché aveva tutte le migliori intenzioni di esaudire i desideri della sua bambina, ma questo imprevisto complicava le cose.
Era stato problematico recuperare la missiva indirizzata in Paradiso, ma alla fine, con la complicità del postino del paese, ci era riuscita…
Virginia aveva programmato tutto in anticipo. Dato che il lungo periodo di guerra aveva prosciugato il denaro di­sponibile, l’unica possibilità di ottenere qualche giocattolo nuovo per Giulia era di barattarlo con un indumento in buono stato di suo marito, al quale, purtroppo, non sarebbe più servito.
Mentre, sballottata dagli scossoni del calesse che trasportava i bidoni del latte, si recava nel suo appartamento vuoto, in città, ripensava a Giulia che chiamava papà ogni uomo in divisa di Alpino che incontrava e si aggrappava con forza alle sue ginocchia. Per farla smettere, aveva dovuto spiegarle che il suo papà era lontano, in guerra, ma le era mancato il cuore di confessarle l’intera verità.
Da quel giorno erano iniziati gli incubi, la notte, nel silenzio: “Mamma! La bomba! Il papà è ferito!” Per questo era indispensabile rasserenarla, facendole trascorrere un piacevole Natale, per quanto possibile.
Ma, quando era arrivata al proprio indirizzo, le era apparso un luogo sconosciuto: al posto della casa dei suoi ricordi c’era solo il cielo sconfinato come il suo smarrimento e gruppi di nuvole che si spostavano indifferenti sopra i mucchi di rovine; su di una parete laterale dall’aspetto spettrale era rimasto un quadretto appeso in bilico, un mobile sventrato e tanti indumenti sparsi e stracciati.
Non potendo permettersi il lusso della disperazione, aveva reagito avventurandosi prudentemente sui detriti instabili ed era riuscita a recuperare una valigia che, ricordava, era stata preparata in una situazione di emergenza, ma poi abbandonata a causa di una partenza improvvisa e drammatica.
Dopo averla aperta, aveva ritrovato all’interno, fra le altre cose, una giacca da uomo ben conservata e, dominando a stento il tremito delle mani, l’aveva infilata nel sacco che usava come borsa e portata nel suo rifugio da sfollata per usarla come merce di scambio.
Quando, con trepida aspettativa, aveva aperto il foglio sgualcito e più volte ripiegato, Virginia era stata sinceramente sorpresa dal contenuto di quella missiva infantile: “Caro Gesù Bambino, portami una cosa sola, ma deve essere una giacca del mio papà, anche un golf va bene, ma deve avere le maniche lunghe”.
Allora niente più baratto. Fortunatamente il destino le aveva fatto almeno questo sconto sul grande dolore: la possibilità di un’infinitesima consolazione per la sua bambina dopo una grande perdita.
Virginia stese sul tavolo il foglio di carta da pacco che aveva tenuto in serbo, recuperò nella “Cassetta dei tesori” di Giulia le matite colorate e le usò per realizzare grandi, allegri disegni natalizi: il verde per gli alberi, il giallo per la stella cometa, l’azzurro per il cielo, e l’arancione per i personaggi del presepio. Mancava il rosso. Purtroppo si consumava sempre più in fretta degli altri colori. Comunque era soddisfatta del risultato. Il pacco contenente la giacca le parve stupendo.
Il giorno di Natale la gioia di Giulia fu palese e genuina. Gesù Bambino l’aveva accontentata. Quella sera, quando le rimboccò le coperte, Virginia si meravigliò che la figlia fosse già addormentata e notò sul suo viso un’espressione di serena e pacata felicità. Sollevò il lenzuolo e vide che si era completamente arrotolata nella giacca del suo papà con le maniche strettamente avviluppate intorno al corpo come per un avvolgente, inscindibile abbraccio.
Solo in quel momento capì a fondo il motivo di quel desiderio e intuì che, nel prossimo futuro, quella sarebbe divenuta una consolante consuetudine. Da allora non ci furono più incubi notturni, le condizioni di vita migliorarono, le ristrettezze economiche divennero un ricordo, il peggio era passato e il tempo, grande medico, fece il resto.

[continua]


Se sei interessato a leggere l'intera Opera e desideri acquistarla clicca qui

Torna alla homepage dell'Autore

Il Club degli Autori - Concorsi Letterari - Montedit - Consigli Editoriali - Il Club dei Poeti
Chi siamo
La Rivista
La voce degli Autori
Tutti i nostri Autori
Per iscriversi
ClubNews
Il notiziario gratuito
Ultimi inserimenti
Homepage
Avvenimenti
Novità & Dintorni
i Concorsi
Letterari
Le Antologie
dei Concorsi
Tutti i nostri
Autori
La tua
Homepage
su Club.it