Versi copiati
Non rimanere immobile
Fuggiamo alla stazione,
ad un binario ove nessuno
ci possa trovare
Irreparabile è questa notte
Folta la nebbia mi ondeggia dinanzi
Tartari, Uzbechi, Samoiedi
aspettano che li traduca
Io mi porto questo vischioso
giurare di foglie alle labbra
Come spine del mio tacere.
Marmitte di generazione
La marmitta del cinquantino anni ’70
era cupa e rombante,
come l’approssimarsi di un fragoroso mare estivo
impetuoso e preciso.
La marmitta del cinquantino anni ’80
era velleitaria e stridente ,
come il poderoso rotear di un pavone
vanitoso e narciso.
La marmitta del cinquantino anni ’90
era triste e straziante,
come un lamentoso grido d’aiuto per un futuro
nebbioso e reciso.
Per il successo
Svendere la propria gioventù illudendosi
con il ricavato
di acquisire quella altrui.
Trovarsi poi circondati dal crepitio della celebrità
ed essere pervasi
dalla paura
della percezione
di un gelido e silenzioso vuoto
in sé
ed
intorno a sé.