Sulla fredda battigia
piego candide vele
– approda la barca –
il timone ha pronosticato ripa sicura…
l’orizzonte regala ormai 
ombre di pensieri alla sera – 
col flutto che si rinnova nella brezza
i miei istanti ho già istoriato…
	artista di un incognito viaggio
	
	
		Mistero
	
	Navigo in balia di onde perenni 
fra enigmi ed arcani 
che spossano la ragione –
Esisto o dipingo un miraggio?
Vivo la luce, le tenebre, le ombre
	la pioggia, il fango
l’inedia, la sete
il mutar delle stagioni,
il risveglio dei minuti
che rinnovano il mio derma –
	Sono un corpo gitano
fra gli echi del mondo… 
la vita mi renderà
un’anima smussata
	ma non intarsio la parola fine
su pergamene sapienti
	Cadrò in un sonno confortante
eterno come mistero e
	
		rinato da sprazzi di luce 
	
	
	Guizzi di sole oggi 
ricamano sul freddo selciato
la trina reminiscente
Cadenzano i battiti
lo spartito della vita ed 
io seduta sul trono del destino 
scandisco sinfonie 
con lo scettro dell’essere
	Son prole di un nuovo giorno!
	
	
		Inquietudine
	
	Vorrei fermare l’istante perduto
e con la mano sfiorare il mondo
	potrei scalare in un giorno solo 
vette d’ansia che sposano sogni
	ma naufraga in un’ora sola 
rinasco dalle caste ceneri
	e plasmo il limo
per alitarvi la mia sorte
	La ragione instancabile
cerca un alibi audace 
	– trapianta nella mia isola
gemme esotiche d’inquietudine –
	
	
		Nella notte
	
	Cala il sipario della sera e
disegna profili sul palcoscenico 
	
		ormai assonnato
	
	appoggio i pensieri sul cuscino della realtà 
indosso la maschera onirica e 
recito instabile la mia farsa –
      silenziosa cammino 
su trame sbiadite e 
ritrovo la mia solitudo…
	
		nella notte
	
	
	
		Lettera ad un amico emigrato
	
	Ed un giorno partisti su una nave
che ti portò in luoghi impensati
	una valigia piena di rimpianti
e il cuore ricolmo di pensieri
	Compagno di viaggio il tuo paese
ove forgiasti la fanciullezza
	componesti sul pentagramma
l’ultima sinfonia di tristezza
	che ti cantò per tutto il tempo
il vagabondare di città in città
	ma il vento alleato abbandonò
il tuo spirito temerario
su spiagge ignorate
	Il faro tracciò la carta da viaggio
affinché tu fossi scialuppa 
nell’oceano dei miei giorni
	Ora racimola perle preziose
sulla sabbia ambrata dei ricordi e
	costruisci castelli di gioia
che la marea mai cancelli
	Percorro viali segnati dall’essere
nel cammino ritrovo la tua fisima
che si specchia sul mio volto…
anche i tuoi passi domani svaniranno
prigionieri dell’incessante buio…
	
	
		Autunno
	
	Sullo specchio di cobalto
siede un fruscio di foglie morte e
da una trina di riflessi
il tempo anacoreta
filtra ore senza fine
	da frali istanti di giorni appassiti
sorge un esile pianto e
sul filo d’attesa
la mano errante
scolpisce toni d’azzurro astratto
	Alla frontiera di carta
veglia il nudo ricordo e
sulla scia d’autunno
espira una nuova chimera
	
	Al tramonto del tuo giorno
accarezzi corolle di attimi
col palmo dell’anima
	una falce di luna sfuma
passi viandanti nella notte e
	Tu assapori la quiete di una cima
che ti culla fra le sue braccia
	
	
		Sulla riva
	
	Sorrisi intagliati
da ombre siderali
solcano trincee
su specchi di sabbia e
	con mano sapiente
una falce di luna
miete fili elusivi
in regni solinghi
	Note di cetra 
intridono la bruma
sull’arena sonora
di afoni flutti
	L’iter tracciato oggi
sulla riva dei sogni
approda nel mare
saturo d’inchiostro…
	domani sarà terraferma
additata al capitano in viaggio
	
	Sfiorano le nostre mani 
sartie d’anima nell’euforia del tempo
	un’orchestra di emozioni 
sta già intonando la melodia dei sensi
	Chini sui nostri pensieri 
simuliamo placate danze apparenti
	
		assenti nell’essenza
	
	interpretiamo il valzer di questo inverno
	
	
		Notte in concerto
	
	Arride sospeso nel tempo
lo spettro di un vuoto infinito e
sul proscenio di sedie vuote
tramonta un sipario
di ricordi stanchi
	Orchestre tacite di parole
intonano sinfonie di silenzio e
sullo sfondo della notte deserta
recitano sogni sbiaditi
da vaghe realtà
	Sulla platea di echi
il sonno, leggero zefiro
sussurra drammi ignoti
tappezzati d’eteree ombre –
	effimero è il concerto
all’applauso dell’alba
	
	
		Riflesso
	
	Si specchia il tuo profilo 
tra le cromie dell’anima
	interpreto estasiata
i tuoi occhi distanti che
accendono la sera –
	domani serberò l’essenza e
nel rimembrarti volerò sui tuoi passi
per esaltare la rinascita