Bruno Scarpino - Sfere - Breve racconto sulla resilienza
Collana "I Salici" - I libri di Narrativa 12x17 - pp. 72 - Euro 8,50 ISBN 978-88-6587-9948 Clicca qui per acquistare questo libro In copertina: «Vintage feather quill pen illustration» © Christos Georghiou – stock.adobe.com Prefazione Bruno Scarpino propone un breve racconto, decisamente interessante ed ammaliante, costantemente pervaso di un alone misterioso, enigmatico e, al contempo, simbolica rappresentazione della concezione dell’amore, indagato nel suo significato più profondo. Massimo Barile Sfere - Breve racconto sulla resilienzaA Sofia, Prologo Occhi. Occhi. 1 Victor salì sul crinale e vide la strada maestra incunearsi tra due colline. La seguì con lo sguardo e provò a memorizzare il percorso. «Buongiorno.» Victor era soprattutto interessato alla possibilità di conoscere qualcuno al fine di poter prendere un piccolo locale da usare come bottega per le sue creazioni. Non perse comunque l’occasione per scambiare due chiacchiere con Margheret e proporle i suoi piani. «Se cerca un piccolo laboratorio senza fronzoli, le consiglio di rivolgersi al nostro capomastro. Lo trova sicuramente indaffarato in inutili discussioni, sulla scalinata della villa del paese, poco più su seguendo la strada.» Victor comprò alcune mele e delle belle melanzane e si incamminò su per il viale. Man mano che risaliva la via principale, si incontravano i primi bar e negozietti di cianfrusaglie, poi un parco, il municipio, dopo una curva la villa comunale e infine al punto più alto, la chiesa col suo campanile, che ogni quindici minuti suonava, ricordando a tutti chi fosse lì a gestire il tempo. Victor restò affascinato dalla tranquillità che regnava nell’aria, tra i vicoli pochi gatti e qualche vecchio, giovani non ve ne erano, almeno a quell’orario. Camminando in salita però, notò un vociare sempre più definito avvicinandosi verso la villa. Victor attese una pausa nello sproloquio per avvicinarsi e immediatamente fu assalito dagli sguardi inquisitori che solo le persone anziane dei piccoli paesi sono in grado di sfoggiare. «Buongiorno – principiò, – mi chiamo Victor e sto cercando una bottega dove potermi stabilire e lavorare.» La richiesta non passò ovviamente inosservata. Tutti i presenti avevano almeno una bottega, uno scantinato, persino un cantina da offrire a quel viandante senza passato che gli si era materializzato di fronte. «Non c’è.» Tornò al bar, chiese un caffè e si rese conto di non aver letto il nome del paese entrando dalla via principale. Si fece avanti col barista: Il barista posò la tazzina sul bancone e guardando Victor con sospetto sentenziò: «Sono 500 scudi alla settimana.» Si strinsero la mano. I vecchi al tavolo giocavano a carte e bestemmiavano il caldo. L’entrata si trova all’incirca dieci metri dall’angolo con una via minore, al fine di poter lasciare le persone libere di introdursi nella bottega di Victor senza destare eccessiva attenzione. Victor si stabilì lì, e ricavò una piccolo retro-bottega dove poter riposare nei momenti morti. Questo era il suo lavoro, a dire il vero il suo talento, riusciva a trasformare le paure delle persone in coraggio, la rabbia in tranquillità, l’angoscia in gioia. Victor era un artigiano, ed aveva imparato la sua arte nel deserto tra i Tuareg, molti anni prima. [continua] Contatore visite dal 01-08-2019: 1918. |
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