EMOZIONI IN RIVA AL MARE
Lo senti il respiro del mare
pare stia dormendo
nel suo immenso letto
dammi la mano
mi riscalda
dalla fresca brezza della sera
fammi guardare i tuoi occhi
si illuminano
nel riflesso del tramonto
fa che la mia mano
ti accarezzi il viso
il suo contorno
è sbiadito nella penombra
intanto Sirio risplende
in cielo
dammi un bacio
le tue labbra
piene di salsedine
fanno aumentare i battiti
del mio cuore
un curioso gabbiano
prima di andare a dormire
si avvicina
unico testimone
del nostro amore.
L’INFANZIA RUBATA
Dolci parean quelle carezze
il bacio lieve sulla guancia
il cuor del bimbo
di gioia ricolmava
ma
ben presto
la mano
ad infangar la sua purezza andava
urlar non poteva
perché la bocca
con l’altro arto tappata aveva
intanto una lacrima
sul suo volto scendeva
or
non eran più blandizie
ma voluttuose morse
sul suo esile corpo
probabilmente
la giustizia degli uomini
sarà poca cosa
dopo pochi anni
di galera uscirà
ed a molestar un altro fanciullo andrà
spero nell’aldilà
che Dio
lo condanni
per sempre
a vagar nell’oblio.
QUANDO SCIVOLANO LE PAROLE
Come l’acqua
nel fiume
scorre verso il mare
così
talvolta
le parole altrui
scivolan nella mente mia
non trovan posto
tra pensieri
e frammenti di ricordi
non odo
il cinguettar degli uccelli
non percepisco
il soffio di vento
che mi solleva i capelli
i miei occhi
nulla vedono intorno
lo sguardo nel vuoto
a cercar
qualcosa che non c’è
assorto
in un turbinio
di immagini sfuocate
che si accavallano
nella testa mia
finché
come svuotare un cestino
tutto si dipana.
FANCIULLI A SCUOLA
Al risveglio del mattino
il vociare dei bimbi
davanti alla vicina scuola
il cuore mi va a rallegrare
indietro nel tempo
la mia mente torna
quando anch’io
da fanciullo ivi andavo
cartella sulle spalle
e, a piedi,
dalla collina scendevo
con lo scrosciar della pioggia
od il soffiar del forte vento.
Al terminar delle lezioni
i morsi della fame
lo stomaco divoravano
e, frettolosamente, a casa tornavo
subito dopo aver pranzato
i compiti facevo
per poi
quel sentiero percorrer di nuovo
ed incontrarmi con gli amici
insieme a lor
giocare fino a sera.
Ora i fanciulli
accompagnati in auto dai genitori
a scuola si recano
ed, il pomeriggio,
difficilmente all’aria aperta giocano.
SAN PIETRO (Portovenere)
Piccolo Sacro Tempio sugli scogli posto,
come da palmo di mano sorretto,
di sottili fasce bianche e nere adorno,
sull’esile campanile il suono dei rintocchi
ostacol non trova e si propaga lontano.
All’interno non affreschi ne arazzi,
la luce del sole da piccole feritoie rubata
una mistica penombra crea, fin quando
l’astro all’orizzonte non s’inabissa,
l’urlo dei gabbiani che volteggiano
intorno alla chiesa si ode,
mentre sugli scogli si infrangon
le onde del mare,
qual luogo migliore
per inginocchiarsi e pregare.
RICORDI DIETRO LA FINESTRA
La tenda con la mano sposto,
il viso alla finestra avvicino,
gocce d’acqua i vetri rigano,
fuori la nebbia, gli alberi spogli,
come in un abbraccio avvolge,
soltanto la base dei tronchi ed alcuni rami
si intravedono.
In questa greve atmosfera,
una sensazione di umido e freddo
il mio corpo pervade.
D’un tratto la pioggia smette,
la nebbia, lentamente si dirada
ed il cielo d’azzurro inizia a tingersi.
Ricordo, quand’ero bambino,
correvo nel prato con gli amici,
giocavamo a rimpiattino,
dietro ad un albero mi nascondevo
per non farmi trovare.
Ora, i fanciulli, in casa son chiusi,
con la testa china sugli schermi
di telefoni e tablet,
attratti dalla virtual rete che, se mal usata,
su vie pericolose porta,
e gli alberi son lì, ad attendere che,
un bimbo, dietro lor si nasconda.
L’ALTALENA DELLE EMOZIONI
La testa canuta,
le mani avvizzite dal tempo
ed il passo incerto,
ti siedi per riposare un poco,
lo sguardo verso l’alto,
rimembri quando,
leggiadra giovinetta,
correvi verso colui
che dal fronte tornava,
ed i tuoi lunghi e biondi capelli
il vento gonfiava,
le bugie che raccontavi a tuo padre,
per uscir con chi amavi
ancora ricordi.
Sulle tue labbra
l’accenno di un sorriso,
mentre una lacrima
seguendo una ruga
ti scorre sul viso,
aumentano i battiti del cuore,
nel silenzio
si sente quasi il rumore.
Ti alzi, gli occhi asciughi
ed alla realtà ritorni.
IL SENSO DELLA VITA
In un soffio si consuma la vita
come la mina di una matita
ogni giorno una pagina in parte già scritta
ed il resto da compilare
le nostre azioni dobbiamo annotare
senza la gomma per cancellare
l’egoismo
l’avidità
i soprusi su anziani indifesi
mentre basta una carezza ed un sorriso
per il cuor loro rallegrare
scaricare personali rancori sui bimbi
con i loro lucidi occhi
protezione ed amore cercano
tutto ciò cerchiato di rosso verrà
e quando la mina sarà terminata
ogni cattiveria dovrà essere pagata.