Cinguettio d’autunno
Cinguettar pei sogni e nei vanti d’un
pallore, volger la quiete nei passi inquieti
che fuggon veloci al fiatar d’un mattino
e poi lieto, e ridente e gioioso, vagar pei
ricordi e nel fasto del cuore.
Le lendemain de l’avenir
Une légère brume couvre le matin et la
faible atmosphère qui donne les espoirs
d’une lueur passagère tandis que la feuille,
reflétant un pâle rayon de soleil, touche
le terrain et la rime du silence: je sens
l’éternité dans la voix des buissons, une
douce harmonie qui croise le chemin et
le son mélodieux d’un berger solitaire.
After the hedge
An hedge full of roses marks the border
of a new reality, with a ray of light that
now reappears to cover the sadness and
a feeble delight; the bird flies away, an
impression of quietness gives me the care
to remember the present and there, near a
silver fountain, a luminous feeling returns
in my soul.
Une rose dans l’immensité
Un souffle de
lumière quand
la neige du matin
rappelle un sourire,
le chant de la
poule dans l’aube
d’une pensée,
une délicate feuille
où le vent disparaît
comme un tendre
rayon qui donne
l’éternel: une rose
dans l’immensité.
L’aldilà
(Composizione scritta in data 25/6/1993)
Ombre e sussulti dormono tra i momenti di pace
e gli attimi infiniti dell’eternità, che rifulge spossata.
Odo il passeggiare della recente luna oltre il limite
segnato dall’accalcarsi dei raggi giungenti dal nulla
e fuggitivi oltre il sogno d’un ridente fringuello.
Tutto m’appare beato, il volo degli angioletti velati
col sapor della nostalgia, i suoni degli spiriti innamorati
della morte, i colori della fantasia: ed allora io mi fingo
perduto come un sussurro di quiete disperso in un mare
di urla, e meste visioni d’incantevol dolcezza rimembrano
il tempo, e vaghe armonie d’un canto morente fan festa
ai dolori.
Viaje en la eternidad
Una luz infinita cubre las sombras de un
paisaje olvidado que dulce aparece en el
llanto del alma y en esta armonía, cuando
el tímido sol inventa una rima, un lento
camino describe el dolor del viandante
terreno, un suspiro de paz y la voz de la
vida que llama el eterno.
The rose in the garden
Austere and
sweet in the light
of the garden
your magical
picture outshines
in the air, with
a velvety petal
and an inner
perfumed recalling
the past.
You silently
observe the care
of the nature,
a falling desire
and the breath
of a fine ray that
always remains.
Al suon del giovin canto
Al cinguettar
del fuggitivo picchio,
onde viva e ridente
apparmi nel sole
la fragile fronda,
s’ode vagar pei monti
assopiti del canto
la quiete, e lieta
e infinita la giovane
luce.
Vien la dolcezza
nel suon del
ruscello e ancor
pei sentieri dimora
il sorriso dell’alba
festosa, che brilla
il turchino e torna
nei fiori la novella
emozione.
Esulta il mattino,
rinnova la grazia
che allegra s’appresta,
e intanto s’adagia,
pei prati e nei
solchi del mortale
terreno, d’eterno
la voce ed il suon
dei trapassi.
La feuille enchantée dans
l’aube du soleil
Quand le matin revient et une lumière
brille comme un diamant dans la tendresse
des sourires j’appelle l’éternité, le chant
des moineaux et encore la jeunesse qui
décrit la joie.
Une feuille enchantée observe la nature
et le pas du soleil, et quand un vent très
léger dessine la pensée et l’essence de la
foi je retourne, avec toi, dans l’aube de
ces jours: et une lueur disparaît, comme
un rêve matinal qui meurt tendrement.
Verena
p>. (Composizione scritta in data 21/6/1993)
La ragazzina dal dolce sorriso sei tu: la mattina,
allor che i rai picchiando seggon nell’aperto ventre
della gallinella, esulta donando ai cupi ed ombreggianti
cipressi il sospiro d’una fronda cadente, e di un amabile
vento.
Odo, quando il tuo viso gioisce, enormi cumuli di
nostalgie assieparsi ove siedono i fruscii e le vesti
delle donzelle ridenti ed atte a morir d’infinite tristezze,
ed anche il sole, negli attimi di quiete così creati,
illumina la sponda del fiumicello che brilla con siti
spossati dai bagliori della prima mattina.
Tu sei del chiarore la fonte, ed anche il passo dei
fringuelli si muta in rimpianto quando pensi furtiva.
La inmensidad de la noche
Un silencio infinito y la magia creada
por los astros ofrecen una imagen velada
que llena el espacio: en esta armonía,
cuando el lloro del día abandona los campos,
el docil pastor observa la luna donando la
calma que candida impera y así, en la triste
oración, como un ave feliz que alcanza la
vita, el tenue susurro se eleva en el cielo.
Rose petal
Dear little petal, I can see in your glimmer
the sullen image of a tormented present,
with a sincere tear and a lovely thorn that
often appears like a dormant sensation;
your beautiful picture returns in my eyes
with a touch of attraction and there, in
the deep atmosphere of a delicate sound,
your luminous faith discovers the sun.
Delicate candle…
With an immense song you enlighten
the whole world, like a breath of desire
in the heart of a juvenile valley; and even
the fine ray recalls my remembrance,
and over the pathway a fleeting design
returns in my soul with a fugitive care…
Image de pureté
Une joue rose
et le regard
sincère, les
cheveux blonds
dans la ligne
d’un rayon matinal,
une chanson de
jeunesse qui appelle
le matin: je vois
l’éternité dans
l’ombre d’un sourire
mélodieux, le
rêve du présent
et encore la joie
d’une image
perpétuelle.
Fields of flowers
Over the fence,
in the direction
of the rising sun,
there are vast
fields of flowers:
in the light of
the new day
an illuminant beam
reappers in the
heart of a velvety
petal and so,
in that beautiful
sound, a pervasive
smile spreads in
the air with an
intense desire.
Mormorio d’Agosto
Il lieve e tenue volo
degli augelli canterini
sorvola la sommità
di una cascina ingannevole
e ricolma di incanti e di
teneri sorrisi, ed il velo
avvenente e simile al suono
del nascituro sole s’empie
di dolcezza e di notevoli
e tranquilli attimi di quiete.
I brilli delle notti d’Agosto
son canti di gioia per me,
e quando la cantilena giungente
dalle amene sponde della
mattina mormora sul cimo
di una piccola quercia odo
fiatare la voce del vento
e la somma castità di una
minuta libellula; tante sere
ho passato nella soave lucentezza
donata da ottocenteschi
lampioni di pace, e quando
mi fermo a rimembrare, il
cuore rumoreggia e si duole.
Dans le champ une lumière…
Les ténèbres couvrent les jardins et une
fontaine en marbre, avec une profonde
obscurité; le vent léger demeure sur les
toits où le petit moineau observe la nature
avec l’harmonie qui vit dans le coeur et
une lueur, vivante et joyeuse, revient dans
le ciel.
Next to the river…
With a small
stone in the hand
and while a soft
wind touches
the water of a
crystalline river
I observe the
flight of a group
of birds and
this serene image,
when the town
wakes up with a
penetrating rumbling,
gives me the faith
of a certain sensation,
the same that
appears while the
breath of a springtime
outshines in the
air: I call that desire,
the sound of the
new day and a
spiritual care.
Estrella de Paz
Veo una magnífica estrella en el espacio
infinito de una mágica noche y en esta
armonía escucho la voz del viento ligero,
un tenue sonido y el canto jovial del pastor
pasajero.
Veo la tristeza el los ojos mojados de una
joven mujer, un candido llanto y la mano
cansada.
La grâce du temps
Je vois un petit oiseau près de la fenêtre,
l’œil vif et un clair gazouillis dans l’aube
d’un silence perpétuel; un rayon de soleil
touche tendrement l’aile épuisée qui chante
le matin et une teinte amarante couvre l’émotion
d’un amour oublié.
A salute to that sun…
With my heart softened by a lost
memory, while a withered shade
appears on the hill to cover the
sadness of a youthful desire, when
a feeling returns on the top of a
fine dream….
La sera del primo bacetto
Rimembro la sera de primo bacetto, li
grilli furtivi a fuggir pe l’ariette che
ridondan le vie e le caste canzoni, co bocci
inquieti e morenti pe siepi e li odor de
la nova e rinata stagione, or brilli d’eterna
gioia e d’immenso lume; parean de sorrisi
que’ soffi del vento, e pallida luce ridondante
virtù s’incantava a’ clamori provenienti dal
cuore, e da fior de poesie.
E allor beato e vivo, co li tocchi d’amore
adagiati nel cuore, io volai su nel ciel, a
baciare il suo viso.
La rosa nel vigneto
Allor che s’empie la
vallata d’un rugiadoso
e fresco canto, e onde
eccheggia nel vigneto il
campanile, risplende quella
rosa, fragrante ed assopita,
e brilla nel candore
il giovin sole.
Rinasce la natura,
s’incanta il passerotto
nel vivo palpitar
della cadente fronda
e ancor festosa,
e a tratti fuggitiva,
dimora l’armonia
del cantileno.
Nel docile paesello
un fior d’allegra speme
s’accende d’emozione,
e freme quel pensiero
nel suon del nuovo
giorno, baciato dalla
festa che ritorna,
nel pago mormorio
della stagione attesa.
Rallegrasi il pastore
al cinguettar del
primo raggio, sì lieta
è la donzella al
palpitar del canto,
dorata la treccia e
ridente nel cuore.
Tu, giovane chiarore,
col viso pulito e
l’occhietto gioioso
ridoni l’eterno al
suo sguardo indeciso,
e freme il sospiro
allor che la grazia
rinasce nel lume.
Due candide rose
al medesimo sogno,
due fior d’ illusioni
nel vano passar
dei fugaci pensieri,
e mesto il ritorno,
un soffio di quiete
e di nuovo il silenzio.
L’antico volger dei mattini
Tra gli odori infiniti provenienti dalla soavità di una cantilena dal barlume soffuso e casto s’insinua il mirabile profilo di una stagione eterna e pura mentre poco lontano, negli immensi ticchettii di un amabile tramonto disegnato coi sorrisi della primavera, un lunare raggio di luce intensa fugge di frasca in frasca alla ricerca di un ramoscello desideroso d’amore. E nel cuor di codesto paesaggio rinasce il profilo dell’antica Faenza.
Timidezze mattutine sgorganti passioni d’innatural candore fan canti d’immensa letizia, e ove un sottile candelabro dal sapore simile alla vita ottocentesca s’innamora di una fronda cadente nel piovoso cenno di una stagione ancor puerile, s’odon girovagare tra le rose della nuova mattina effluvi d’invitante dolcezza, ora il tenero della vita risorta nella fiamma di un’eterna impressione.
La ceramica di Faenza appare come una sorgente di pace austera e carica di gioiosa lucentezza, e cinguettii simili al fuggire delle emozioni nei sussurri di una melodica sorte s’adagiano nelle grinze di rametti fuggitivi nel vago di un’illusione, a disegnare le cantilene dal vociar inquieto e privo d’astiosa virtù.
Il sapor d’antico dimora negli oscuri meandri della Cattedrale e della Pinacoteca, ove uccellini di bosco son soliti adagiarsi illuminando coi soffi della gioventù gli accenni di una calma timida e lasciata perire nei ristori della solitudine.
Così pensieri e passerotti vagano tra i silenzi del Museo Internazionale della Ceramica, luogo quasi incantato ove i dolenti accenni del sole sono soliti appisolarsi alla ricerca di un tranquillo e diffuso bagliore.
Faenza è codesta e mirabile quiete, Faenza dei primi ed amabili sogni.
[continua]