“Dirai, così. al tuo bambino
di proteggere il suo cuore:
è lì, infatti, che potrà capire
che la voce di Dio
è solo amore”.
Alla mia mamma Anna, a mio papà Alfredo
Un caro ringraziamento a mia nipote Beatrice e alla collega Diana Scarponi che mi hanno spronato a pubblicare questa raccolta, visto che non sono un buon giudice di me stesso.
Gianpaolo Ripamonti
ALLA FINE DI UN LAVORO
Il carminio di un sole amico
che pian piano s’addormenta all’occidente
e che ridona speranza al cielo
nuovo di primavera,
s’accosta ai miei passi
peregrinanti verso il luogo
dove ristorerò i miei pensieri
nella passione di un cuore
trovato e forse perduto
ma sempre caro all’anima.
T’ammiro
come quel sole che pennella
tinte forti all’orizzonte
e ricama d’ardori piacevoli
ogni cosa,
e ti ringrazio
per avermi aiutato ad alzare il viso
per ammirare il destino di ogni cosa.
Fato, che ognuno potrebbe
annerire
ma che nessuno
ha il diritto di sottrarre
alla sincerità di un sentimento.
ALL’IMBRUNIRE
Un sospiro giunga sulla tua guancia
e accompagni il sogno
che ancora non hai compiuto.
Sognare è lieve,
è il medicamento
di ogni fragilità.
E il lume della candela
della tua infanzia
s’avvolga nel tuo cuore
come la coperta di un angelo,
quello che tutti
vorrebbero abbracciare…
per ritornar fanciulli
alle soglie di una notte natalizia,
in cui la delicatezza del Divino
accompagni l’anima
verso la dolcezza
di un onirico sollievo
nelle pieghe
di ricami fiabeschi.
AURORA
Il canto dell’uccello notturno
volge ormai all’ultima nota e
trascina con sé
l’aria mite e profumata
che, timidamente, s’insinua
nell’atmosfera incantata del giardino,
ancora spoglio.
I primi bagliori del cielo tinteggiano lieti
l’ingresso del nuovo sole,
dopo che la notte buia,
coi suoi tormenti
e i suoi misteriosi fantasmi,
ha lasciato mesta la scena
ai novelli germogli dell’alba.
Dolce s’apre il cuore del giusto
alla placida armonia,
che i primi fremiti di luce
tracciano decisi sui tetti delle case.
E, candidamente, l’anima,
s’immerge nei sapori
intensi del nuovo mattino
per vivere,
di nuovo.
ETERNITÀ
Sento il silenzio di una notte d’estate
e ho bisogno di tuffare la mia mente nei ricordi.
A volte sono ferite quelle che stracciano l’anima,
a volte, sono coltri di fresche lenzuola
che rivestono il cuore.
Ma il mio pensiero più bello
è rivolto al bene che ho dato e che ho ricevuto.
Quello riempirà di profumo
lo spazio d’amore che m’attende
quando avrò sciolto l’ultima stilla di vita.
E lì m’accaserò
nel dolce silenzio del canto eterno.
FIABA
In questa giungla d’asfalto
dove anche i pensieri più gentili s’appiccicano al reale,
c’è ancora una scarpetta di cristallo da provare,
c’è ancora una carrozza che t’aspetta,
c’è sempre una mezzanotte che rintocca
e, soprattutto, c’è ancora una Cenerentola con cui ballare…
IL MIO CUORE AL VENTO
Ho detto “Ti amo” al vento,
unico pertugio
per non soffocare di solitudine.
È come scrivere ad un’ombra:
una donna
che ormai s’è dissolta nel tempo.
E questo mio amore
che si dibatte nell’anima
si scompone
nell’assoluta mancanza di certezze
che solo chi crede nei miraggi
riesce a coltivare nell’orizzonte.
Il resto è solo attesa…
IL PAESE CHE NON C’È PIÙ
La macchina dei ricordi
sviluppa ologrammi di sole,
profumi di giardini immacolati
e cullati come figli,
sapori di festa,
intingoli di storia che non si sentono più.
Le domeniche d’aprile,
quando tutto faceva capolino,
si riempivano dello schiocco delle bocce,
dei calici ridenti dei lavoratori in festa.
Risate di uomini felici
e contenti del poco.
E quel sole giallo
non si stancava mai di abbracciare
animi, gioie e passioni.
Quelle sere, poi,
avevano i colori di paste colorate
che riempivano d’ultima allegria
i rimanenti sprazzi di ciò
che lasciavan le campane
prima di ricomporsi negli abiti feriali
pregni di fatica, di sudore
ma di speranza per tutti.
LA DOLCE CALMA DELLA SERA
Il selciato muto della piazza,
imbevuta nei profumi
delle povere spezie dell’orto,
tinteggiata dai riflessi vermigli
di un tramonto fiabesco,
riporta trame di saghe e leggende
tra i vecchi camini del paese
che sonnecchia già
dopo i fumi cocenti dell’estate.
Sospira la sagoma d’un uomo
che con le mani
abbandonate nelle tasche
s’immerge nel respiro gentile
del vespero ricomposto,
mentre alzando gli occhi
all’austero campanile,
contempla nel suo cuore disilluso,
l’ebbrezza dell’aromatico
profumo della pace,
nella dolce calma della sera.
LA MEMORIA
Ho sempre sognato
di stringere una stella
sul mio cuore.
E fu così
che quella stella
mi fu consegnata
tra le nebbie
e i fumi di TEREZIN
Ma non era esattamente
ciò che sognavo…
Eravamo in tanti
nel grigio pantano
che incorniciava i miei giorni.
Le mie speranze
si tracciavano nei disegni
che nascevano da quegli spiragli di luce
che filtravano tra baracche scolorite
Mi osservavano le guardie
come fossi un animale da circo,
forse non si ricordavano
che un tempo
erano stati bambini
proprio come me
e come me
avevano condiviso
la purezza del grembo materno.
Appena potevo
rivolgevo lo sguardo al cielo
e chiedevo al firmamento
una stella vera
da incastonare
nel mio cuore
desideravo
un’anima luminosa
che portasse un po’ di bene
e di speranza
nella mia persona
ormai disadorna.
E lascerò a loro
la scelta di un perdono
che io, al momento,
non riesco a concepire
nel mio piccolo cuore.
So che un giorno
ciò avverrà,
se non per me
per chi mi avrà compresa.
LE PAROLE NON SONO FACILI
Un sogno,
un desiderio intrappolato nel passato,
scolpito nelle nebbie della mia giovinezza,
dialogo con un destino mai incarnato,
sussurro che è rimasto incompiuto
e appeso ai rami del silenzio.
Chissà se il lieve orizzonte
renderà questo immenso dono,
solo per un sorriso,
quasi il povero anelito
di un’anima dimezzata
che siede su una panchina
e attende
con lo sguardo proteso
alle pieghe dell’universo
e aspetta dolcemente
una parola sola
da restituire a una gioia sospesa
nei ricordi di una vita lontana.
MAGIA DI UNA NOTTE D’ESTATE
La finestra tace nello scuro colore della notte,
oggi non si sentono cantare le cicale,
forse hanno perso i loro colori.
Lievi rumori salgono dal giardino
e si polverizzano nel profumo del biancospino
che rinnova le lenzuola del fresco silenzio.
Gli occhi s’alzano al firmamento
per specchiarsi nelle stelle che ritornano a fulgere
innamorate della gentil frescura del bosco vecchio.
E il mio cuore s’avvolge degli antichi aromi
bussando a fatue speranze che ormai
rivolgono altrove il loro verso
per vergare nuovi romanzi
che più non m’appartengono.
[continua]