Opere di

Giovanna Santagati


L’ESERCIZIO DELL’AMORE (da Le Urla Dentro – Parole in Libertà)

Hanno curato la mia ala spezzata
e ho ripreso a volare
hanno tagliato il mio ramo secco
e ho ripreso a fiorire
hanno versato acqua nella mia vita deserta
e ho ripreso a vivere
Così ho deciso di accumulare amore
per colmare il vuoto di chi è rimasto solo
ad aspettare
e ascolto e raccolgo ovunque parole
pensate dette urlate sospirate sperate
perché dall’oblio non vengano ingoiate.


FINE (__ibidem__)

La sentimmo venire
Gelida nelle ossa
Acuta tra le membra
Sottile sulle palpebre
Per lasciare vertebre sconnesse
Brandelli sparpagliati
Deformati
E fitto vuoto intorno.
La sentimmo venire
E non ci preparammo a respingerla,
ostacolarla, sconfiggerla.
La subimmo nella sua possanza,
gigante per razza e per portata.
Soggiacemmo al suo peso.
Le permettemmo di annientare
le nostre poche gagliardie.
Così restammo.
Devastati nell’animo
Spogliati nella mente
Assenti dal presente
Sepolti ad ogni futuro.


SONO COME LE SERE D’ESTATE (da Sono Nata su Un’isola)

Non ricordo l’anno ma
ricordo che tardava l’estate
In giugno ancora volavano i cappelli
Nuvole di terra e foglie di carta
si inseguivano tra le case
Rami spezzati scrivevano sui muri libertà
Passi nervosi percuotevano l’asfalto
A fatica gli occhiali respingevano il sole
I vestiti aspettavano un cambio
Le sere come elastici tendevano le braccia
ed io con loro mi tendevo oltre i sogni
Le vie ubriache cantavano
di ciliegie mature e gioventù


IDEALI INGIALLITI (__ibidem__)

Sui tasti gialli di un pianoforte
scordato dimenticato svilito
restano incollate
le arie che suonavi
Note di speranza
giustizia uguaglianza
il sudore amaro delle dita
ad invocare pace e libertà.


LA VITA VINCE (__ibidem__)

Suona il pianoforte tra le macerie
oltraggiando cannoni e lanciatori
da che il bombardamento adesso tace
e ricorda a chi è vivo ancora vita
come acqua dopo il fuoco
sole dopo tempesta
sorriso dopo il pianto
Concerto di salvezza e nuova speme
Dilaga il tempo che riassorbe il sangue
e lo rilancia come seme al suolo
cosciente che la danza non si arresta
Saranno nuovi getti
dalla morte alla vita
a segnar la vittoria


SOGNATA LIBERTÀ (da La Vita delle Rose tra Petali e Spine)

Pegaso vola e sfiora le ninfee
tappeto magico sangue di Medusa
che vita gli dava mentre moriva.
Tu lieve lo cavalchi e cogli fiori,
il tramonto si sbianca
la luce si distende oltre la notte e non è stanca
voli sul bel destriero e doni lampi
libero e generoso ove più urge
scalcia il destriero, dalle rocce fonti
di cui Corinto cita nei racconti.
L’irosa invidia vince sul prodigio:
Pegaso adesso è sottomesso in briglie
e giù ti sbalza, al suo fato obbedisce

Ti svegli in cella ed il sogno finisce.


ONE-WAY TICKET (__ibidem__)

Rivolta sul suo fianco
sopra il vecchio divano
la mia valigia nera
mostra ruote consunte
le maniglie allungate
dal carico di anni
si rilasciano come
non ci fosse altro viaggio
è chiusa la valigia ancora piena
carica delle usate usuali cose
mi piace questo gioco
amo questo rituale
svuotare riempire e poi partire
Non penso mai che devo ritornare.


SONETTO MALEDETTO (__ibidem__)

Correrà consapevole il mio fato
sul greto della fascia senza ozono
il caos sottostante col suo suono
mostrerà il suo lenzuolo ben lavato
il corpo avvolto di un bianco malato
sussulterà all’esplosione del tuono
l’anima mia reclamerà il perdono
le mie poesie non avranno più fiato
il vento iroso piegherà l’orgoglio
di chi rivendica gloria e potere
un abbraccio di pace è ciò che voglio
una lacrima pia potrà cadere
sui miei anni perduti con cordoglio
non ci sarà più fonte dove bere.


UMANITÀ (da Passi-Percorsi di Vita)

Sullo scudo dorato
Il gong propaga onde che non saprei dire
Della lingua non studiata
Riconosco il canto
Della terra mai visitata
Assaporo dolci i frutti
Dei corpi diafani adornati
Riconosco il battito
Del pianto e riso lontano
Riconosco la storia
Apparenti distanze
Han celato le nostre sembianze
Imperiosi venti hanno sparso colori diversi ai nostri cieli
Soli e lune han percorso diversi sentieri
Sì che quando ti svegli è ancora ieri
Un nuovo giorno l’arco tende
A chi vuole spera e non si arrende.


L’ATTESA (__ibidem__)

Per secoli
Nei boschi
Gli alberi
Così noi
Pallidi stendardi
Di esistenze coatte
Ci ergiamo
Contro un sole senza calore
Contro un cielo senza colore
Contro il cuore senza palpito
Sostiamo.



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