VERONICA E LA NUVOLA Mi chiamo Veronica e sono vestita di verde ed azzurro. Vivo con la mia famiglia nella terra dove sono nata e mi piace parlare con le nuvole. VERONICA E IL CASTELLO Un castello incantato tutto pinnacolato, è il luogo dove vivo. Per raggiungerlo seguo un sentiero di carta tutta colorata: scintillii di pietre preziose, quasi mani amorose di madri sapienti. Attorcigliate da serpenti e boe galleggianti su mari di diamanti. Boe indescrivibili per desideri impossibili. Mi chiamo Veronica e suono l’armonica. Sono vestita di verde e di azzurro e mi piace perdermi in un sussurro. VERONICA E L’ISOLA Isola chiara, luminosa ed impaziente per un fuoco divertente, Veronica è arrivata e con lei il re: un due tre. Un cavaliere vivido che non è più timido e arriva su un cavallo dai piedi di metallo. Pronta è la tenzone solleviamo il tendone: un nano ci rincorre fin sopra alla torre. Spade meditanti, figlie di giganti entranti. VERONICA E FICO Vento di frontiera periplami dolcemente, portami lontano nel paese che amo. Africa si chiama. Qui c’è un mio amico dolcemente fico. È abituato al deserto, al suo sole accattivante, all’oasi vivificante, al beduino errante;niente è più appagante di un amico divagante in un pensiero importante. Fico disegna cerchi di fuoco avvolgenti palme grondanti di rami fluttuanti. Si incontra con gli altri ragazzi e, insieme, percorrono strade fruscianti di sudore e fatica. Finalmente un piccolo lago salato, forse da qualcuno abbandonato,che si lascia conficcare dai loro sogni verniciati di luce. Affondano i loro corpi nel deserto mentre sguardi sorridenti di adolescenti li addentano .Incupisce la notte,ormai tutti dormono. VERONICA E L’HIDALGO Ed ecco, da distante, vedo un hidalgo entrante… VERONICA E LE MANI Mani stregate di donne intrecciate in chiome fluenti dalle forme iridescenti. Verdi brillanti come sagome d’amanti, viola damascati in un velluto di prati, rosa birichini di visi di bambini, gialli immensi di girasoli dormienti, blu svergognati da neri ingiacchettati…Mari roteanti in spazi silenti, urlanti e sgomenti a nascondere passioni travolgenti di umani ardenti. Ed ecco silurante un petardo festante….son arrivati i maghi da lontani siti, acquietano le mani in una valle fatata, lì trovano Veronica addormentata. Sorgente ricorrente, nuvola luminescente culla Veronica e ammaglia la sua armonica… VERONICA E IL DRAGO Ricordo vagamente di un drago corpulento, tronfio e scattante su are cobalto. Viveva in un dirupo a contatto con un lupo. Mostri vaganti in mezzo a mendicanti mai conosciuti, iniziano un viaggio in archivi segreti di ricchi analfabeti. Il percorso è la biblioteca alquanto obsoleta: mondi, supermondi, ma sempre rotondi. Si avvicinano quieti a cuochi provetti pronti ad atterrare in nuvole di bambagia. Il drago dice olè, VERONICA E TODI Cerchi mutanti in spiagge pregnanti di paesaggi umbri, dove tutto si confonde in magie profonde. Forze oscure in pietre dure ascoltano i lamenti di anime prudenti: strade di porfido romano parlano di un castellano dal cuore di menestrello. Un viluppo di sentieri si inarca in mille colline succulenti di frutti aulenti. Sentinelle verdiscenti amoreggiano tra roveri di papavero. Presto, scostati, stanno arrivando antichi armigeri torreggianti su vertigini emergenti. VERONICA E UNA CREATURA Ho aperto una fessura caracreatura. Sei pioggia danzante girovagante sotto un tetto incarcerato in un dolore rifiutato. Occhieggio dietro un vetro nascosto, aspiro odore di mosto, di gelsomino scattante in una meraviglia incandescente che mi lascia perdente. Soffio di gigante, spazio armonico, un rincorrersi di suoni da cui esce Veronica e il suo giovane biondo dal volto rotondo. Visi rosati da baci strappati che gridano SECONDA PARTE VERONICA E IL LIBERTY Viluppi di foglie nascenti su gigli dormienti. Uva, pavoni, fior di loto, essenze d’Oriente VERONICA E LA SOFFERENZA DELLE BAMBINE CINESI Fior di loto, piccoli passi aggrappati a gemiti soffocati, ti nascondi alla luce del giorno.Un principe ti svela i prodigi di migliaia di lupi cervieri, istriati di grigio e di nero. Un velo trasparente si alza a svelare i volti sorridenti di bimbe costrette a muti silenzi. Amazzoni circensi, voli di colombe intrecciati in volte a capriate, mai sarete dimenticate. VERONICA E IL MARE Mare roteante in spazi silenti urlanti e sgomenti, quasi frammenti di vetri scheggiati, quasi arrabbiati. VERONICA E IL MYAMAR Echi di monaci buddisti fini intagliatori di mandra, oasi di scimmie sacre dall’odore acre, piedi di turisti stanchi straziati da pietre rovinate da anni di abbandono, umile suono di respiri affaticati di vecchi abbandonati. Templi indifferenti, maschere crudeli. VERONICA E IL NATALE Pepole gigantesche come enormi fantesche urlanti tra fili colorati. Circuiti di cornioli rosso scenografico, agrifoglio, agro stemmi di argento e oro, urogalli flessuosi in boschi odorosi. E poi… abeti macchiati di neve, circospetti sul far della sera. Cala la notte, sembra un fiore brillante in un gioco che crea un vortice immenso in cui si perde Veronica suonando la sua armonica. Piedini di fata pronti a raggiungere quella piccola grotta di cielo azzurrato… solo un fiato di respiri animali. Veronica li circonda, si lascia avvolgere da una musica discreta… poi non ce la fa più e si lancia beata in grembo a Maria… e così sia. VERONICA E IL FIOR DI LOTO Loto bianco d’Egitto, papiro evanescente, avvolgente, silente in un sentiero ramato disegnato Dal fato. Cammino speziato in infradito sorridenti di tepori mischiati, gustosi di abbracci voluttuosi. Scendo il percorso antico profumato di nettare, di grano mielato, di coralli alberati su cui si arrampicano tartarughe lievi, inconsistenti. È un mondo di cavalieri erranti, mendicanti storie incantate, arabescate. Contatore visite dal 23-02-2009: 3745. |
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