Baghdad
Anni crudeli martellano il tuo tempo,
scavando nella cera della vita
crateri di nubi,
ove affondare il vaso di Pandora.
E’ incompiuta dolcezza dell’estate
a sommergere le luci di Baghdad
incoronata di razzi.
Quale speranza
può aggirarsi tra sabbie sonnolenti:
sepolture d’infanti
rassegnate a risvegliare la neonata
voce della morte?
Circo Massimo
E’ certamente uno schiavo
che brandisce la spada
mentre va smarrendosi la luce
nei tuoi occhi
ed esiliati pensieri alimentano
questa buia voce:
diafana cantatrice
dialoga con rive occulte
ove s’interessa la trama di un racconto
crudele,
non appena i reziari catturano
nell’arena
uno spolverio lupesco di sole.
Dissolvenze di luce
E’ dissolvenza di luce
che si oppone alla mistica
trasparenza della pianura
ove canta la cicala,
dissimulata voce nell’intrico
di un verde senza fine.
Confinata nella selva danza
senza tregua
un’ultima alchimia
ove non cedono alla pioggia
fiori disseminati nel grembo
dei giardini.
Appassiranno,
oppressi dal sogno e dal silenzio,
tra vocalità trasfuse
in giuochi felini.
Drug
Un’acqua profumata e sottile
detta alla tua mente un sogno
infantile:
questa macchia di luna,
radicata lungo la strada dei fantasmi,
che bianco segnale t’invita a varcare
la porta del mattino
e trasloca insinuante verso un giorno
nuovo
verso un giardino.
Come goccia d’acqua folgorata
l’ultimo destino si arrende a una goccia
di sangue,
a una cordicella bianca
e, tambureggiando, le dita tra pietre
aguzze trattengono l’ombra
e si disfa dileggiata
nel silenzio la tua vita.
Effetto serra
La polvere torna a respirare,
su ogni fiore si posa vagabonda
ad oscurarne lo splendore estremo.
Lentamente le api si estinguono
e la notte, incerta torcia,
biancheggiando si rinnova.
E il vento rimane senza voce:
tra le pietre violate si nasconde
l’incerto pallore della morte.
Ti circondava mentre cadeva innominata,
addormenta, incredula
la sofferenza,
mentre la luce incantatrice
si risvegliava
come il sorriso nomade di una mosca.
I fiori sono di nuovo nati,
ravvivando i boschi distesi sulla tela
come nuvole disincantate.
Eric Dolpy
Luoghi di tenebra
imprimono segni impietosi
nella selva dei sentimenti.
S’impossessano del futuro:
clarinetto basso
che affonda la voce nella sete
insaziabile che sconvolge
ogni esistenza.
L’ultimo respiro biancheggia,
isola circondata di gelsomini,
il cui profumo come piuma
si disperde
non appena il calore del sole
appassisce:
ultima nota raccolta
tra scaffali di vento.
Magia traditrice
Esausta farfalla, taci
quasi la tua attesa fosse frutto
di un’estate che a lento passo
si assenta,
ritagliandosi tra i rami
un lieve azzurro di ali.
Senza timore
di regredire oltre pollini
di silenzio,
t’inoltri verso corolle socchiuse,
immersa in fantasie istoriate
a cui rivolgere domande senza senso.
Labirinti di ore rabbrividiscono
travolti nell’implacabile corsa
del tempo
mentre raccoglie briciole di vento,
un battito di ali abbandonate
ai capricci della corrente.
E’ forse magia traditrice a guidare
il tuo volo?
Mina
Gatta errabonda lungo i tracciati
di un’irritata odissea,
discepola amara
affronti tra i colori dell’estate
i luoghi senza amore.
Mai si cancelleranno le emozioni
se ti tradisce una voce,
forse cuore pulsante che batte
lungo sentieri inesplorati,
laddove i cani nascondo l’anima
e le stirpi feline i loro desideri.
Sottraendo al plenilunio dolcezza
è una danza dal candore inesplicabile
che si attarda, mistero desiderante,
mentre in attesa di un messaggio
di speranza
giaci sulla soglia della vita:
spoglia inesplorata.
Nazarenus
Emanazione di un luogo assolato,
ove muoiono le tenebre,
ove il riposo divino
viene corrisposto come perdono:
lacerazione di tempo
per restituire alla luce un sorriso
che si estende inesplorato
sino ai confini contraffatti
della regione.
Inestimabile speranza il tuo ritorno.
Valzer nella notte
E’ vuoto il buio
se addenti un frutto proibito,
una mela sottratta dal giardino
delle Esperidi.
Antidoto animalesco si oppone
al batticuore che angustia
la nostalgia di un mistico passato,
valzer appena accennato che adora
la danza mortale di piume nella notte.
Acque di luce,
sirene discontinue
erompono da un petto emaciato:
un dettare di voci contrapposte
alimenta la fantasia dei cipressi,
il fantasticare del vento
che scivola lungo i fianchi della notte.
Ne scuote i rami con tenera afflizione.