All’orizzonte le nuvole fanno paura
e quando arrivano sulla tua testa
ti accorgi di essere piccolo nei confronti
della loro grande forza.
Ma poi passano e ti rialzi in piedi,
ridendo e pensando che
le ore più buie sono quelle prima della luce.
Dedicato
a Roberta, Linda e Martina
che porto sempre nel cuore
e che mi sopportano,
soprattutto mia moglie che
lo fa da più tempo.
La notizia beffarda della sorte
Non si vede ma toglie il sorriso
lavorando nascosto lontano dagli occhi della gente,
si sente forte mentre toglie energia
mentre disturba il passaggio del sole e della luna.
Confondi le emozioni alterando i pensieri:
spariscono le speranze e nascono le domande,
ma tu non rispondi, non ti interessa
perché sei piccolo in un corpo grande.
Eppure non ragioni, adesso che ti ho scoperto
continui a respirare nell’ombra
giochi e ritiri la mano… e poi…
ritorni al lavoro tramutando in acqua le mie preghiere.
Ascolta la mia paura e non nutrirti delle mie lacrime,
ritorna nell’ombra piccola piccola e
scordati di noi, come un vecchio amico lontano.
Tra padre e figlia
Il sole nasce colorato in questa città lontana
diventata quasi casa per un breve tempo
siamo svegli nella stanza d’ospedale
dopo una notte trascorsa a rincorrere il sonno,
disteso sul letto di fortuna ti guardo dal basso
mentre sporge la tua testa dal letto
un sorriso e ci stringiamo la mano.
La luce cresce e sveglia il mondo
hai passato una giornata dura ieri:
hanno cercato di sconfiggere il tuo coraggio
ma sei forte e non hai permesso alle lacrime
di controllare i tuoi sentimenti:
dura è la vita quando tenta
di girarti le spalle.
Tu sei superiore ed immensamente forte
per i pochi anni che hai
capisci il movimento del cielo e aiuti
il passaggio delle stagioni.
La vita di ha messo alla prova da qui
fino… ad un tempo sconosciuto,
ci ritroviamo con il sole già alto
a parlare sotto voce
fra padre e figlia
in questa stanza d’ospedale
dove il tuo coraggio ha nascosto
anche il più piccolo rumore della paura.
Il tuo primo giorno di scuola
Il tempo è volato dietro le spalle
ti ho vista seduta a scuola, emozionata
nel tuo grembiule nero,
eri bellissima il primo giorno di scuola
in questa nuova avventura
lo stomaco si stringe e
rimango senza parole pensando
al mio piccolo fiore che cresce.
Qualche lacrima scende
forse il tempo ha colpito il mio cuore
mentre tu cresci e cresci
combattendo le paure e i distacchi.
Eri bellissima il primo giorno di scuola
con lo zaino più grande di te,
ti guardavi in giro per capire il mondo
anche se il mondo non si capisce mai fino in fondo,
ma io ero lì vicino a te
come tutte le mattine quando ti svegli
per augurarti… buona giornata figlia mia.
Le lacrime scorrono mentre scrivo,
eri bellissima il primo giorno di scuola
mi ripetevo mentre andavo via
orgoglioso della tua forza e della nostra vita.
R
Scivolano sulle spalle i mori capelli
brindano alle carezze del vento
con i colori del mondo si fanno più belli,
ricci e capricci dicono le canzoni
ma questa è una leggenda
servono solo grandi attenzioni.
Occhi lucenti e gran spirito soave
trascina l’allegria in ogni situazione
aprendo ogni cuore con la propria chiave,
fantastica mamma di due bambine
che la cercano come la luce
e lei le mantiene, con amore vicine.
Moglie sensuale all’occhio attraente
si veste intrigante in ogni occasione
da farmi girare il cuore e la mente,
con questa stella vivo contento
insieme a due figlie trascorro la vita
lasciandomi affascinare in ogni momento.
Benvenute
Abbiamo soffiato i sogni verso l’orizzonte
accompagnati dal canto delle nuvole
poi il cielo ha donato le ali agli angeli
e sono arrivati ad illuminare i nostri giorni
a mutare il clima delle stagioni.
Il cuore si è trasformato in un attimo benedetto
i loro abbracci portano vita
come l’acqua di fonte,
la loro vivacità calore
come la stella madre dell’esistenza:
occhi magici mi guardano nel profondo
dell’anima.
Dormite petali di rosa
al riparo delle mie mani ruvide perché
posso assorbire i lividi e
tramutare le parole aride in palloncini colorati,
ho visto l’emozione cancellare
la stanchezza del tempo…
lacrime di gioia in ogni battito di ciglia
in ogni principessa letta in favole bambine.
Dormite petali di rosa, tranquillamente,
la luce non manca come
la promessa di un papà che allontana il buio.
Lieta novella
Mi corri incontro
quando torno alla sera
stanco di lavoro,
la tua voce mi abbraccia e
si diffonde sul corpo
il sorriso monello accompagna
i tuoi occhi lucenti e curiosi
mentre le mani piccoline
circondano il mio collo
in un abbraccio caloroso e simpatico.
Così ci ritroviamo a cantare
insieme, insieme…
sei arrivata come una lieta novella
quando le nuvole avevano spento la luce
e il vento sferzava la faccia:
un dono da affiancare all’altro dono
come giovani fiori profumati.
Dormi, talvolta, la notte
alla ricerca di una mano vicina
che ti accarezzi fino alla nascita del sonno,
io rimango a guardare sereno
nel silenzio della stanza
i sogni che nascono, proteggendoli
dal buio che vive nascosto
in ogni piega del giorno.
Dofol e i casi della vita
Quando riesci a fermare il tempo
ti accorgi dell’acqua scesa a valle
e di quella che ti ha attraversato la strada,
sono attimi lucidi che portano alla folle realtà
alle gocce di memoria che passano
come frecce nel cielo.
Mi sono ritrovato a camminare su fondamenta mobili
mentre i colori cambiano senza avviso:
ho trovato la terra quando sono caduto
ma non potevo aspettare
perché gli occhi della mia bambina
cercavano i miei (come oggi in ogni momento)
mentre io dovevo cercare la strada per l’orizzonte.
Mi sento insicuro, talvolta, come le foglie al vento…
È difficile lottare con la fragilità
senza mani forti e occhi asciutti.
Ho pianto molto lo ammetto
pioggia che porta saggezza e fertilità,
così ogni mattina prima di partire per il mondo
fotografo la forza che trasmettono le mie donne:
la forza di indebolire lo sguardo delle persone scure
per rinchiuderle nel posto più arido e triste,
la forza di sorridere alle persone colorate
che stanno scaldando le parole per me, per noi.
Un grazie tra lacrime di gioia spero possa essere
il premio da dedicare a tutti voi.
La clessidra
Corrono i granelli
contro le mie gambe e
i miei polmoni,
li sento camminare indisturbati
veloci come
una staffetta di cavalli.
Un respiro: uno scatto,
un battito: uno scatto.
Vivo con la speranza che si fermino
una scivolata e poi… si blocchino,
loro sperano nella mia resa
uno scatto: non un respiro
uno scatto: non un battito.
La loro vittoria contro la mia delusione.
Sento i granelli sudare
nella rincorsa, fino al limite,
oltre il limite…
ci guardiamo negli occhi
mentre ascoltiamo i nostri respiri
affannosi.
La corsa continua, capovolta.
Il bianco ed il nero
La medaglia gira e non riesco
a distinguere il lato perfetto,
trovo due facce che mi guardano
e due colori che si scambiano di posto
alternando gli umori ed i giorni.
Vedo così una faccia sorridente alla luce
pronta a rincorrere il sentiero
davanti ai propri passi…
poi si ritrova a combattere
la fatica delle parole,
delle domande e delle risposte
trovando pareti troppo strette
e movimenti inascoltati.
È difficile cambiare la pelle e
passare dalla luce all’ombra
dove le ali rimangono chiuse.
Tu vivi costantemente su questa
linea indefinita
cercando i riflessi attivi in ogni posizione.
I tuoi occhi non mentono seguendo
la linea della medaglia e
solo tu riesci a distinguere
le fotografie dei tuoi mondi
lasciando intatta la femminilità del corpo
che esplode in ogni alito di vento.
La medaglia gira non distinguendo
il lato positivo, ma tu lo conosci bene.
Rancore
Mi hai lasciato senza ali
con l’acqua alla gola
nella terra deserta.
Hai deciso di cambiare rotta
sfruttando le correnti,
cammini e ridi al mio passaggio:
ti senti onnipotente
con le tue lunghe gambe.
Il tempo passa…
Gli occhi fermi e fieri
guidano il cuore sulla strada
trasformando i ricordi
in coriandoli colorati.
I fiori appassiti sono ricresciuti
con le labbra di altre donne:
sono uscito dal guscio e
ho nutrito le ali e gli artigli.
Il tempo passa…
Sei seduta indifferente
mentre il vento prende le distanze,
come le pagine bianche di un libro
scivoli ed inciampi
in anonimi sentimenti
(io cammino abbracciato al mondo):
non aspettare i miei sorrisi
sono più cattivo dei miei ricordi.
[continua]