A Beatrice Nicole
Sono artista di strada…
offro il mio canto a chi non conosco
e forse mai conoscerò
io, solitario strumento anonimo.
Con grande cura seleziono le mie note
ne scelgo solo quelle sopravvissute intatte
al contatto con la paura
e con la delusione,
le rivesto con il mio devoto fiato
perché non si smentiscano prima che il gallo canti.
Ed erro per le vie dell’essere
perdendomi e ritrovandomi nei contorti crocevia
azzardandomi, lucidità a guinzaglio,
nei recessi di sogni esploratori
nel dominio sterminato della memoria incognita.
Vago per le vie del mondo
con queste sillabe a fior di fiato
con il mio cappello in mano
e bramo vedere caderci dentro qualche moneta di affinità,
di segreta parentela del grido più autentico
più soffocato del sangue.
Mentre muoio e rinasco senza tregua nelle stagioni
del cuore allo scoperto
stringendomi tra le dita il cappello appassito
con l’obolo giù in fondo che tace
e in quello stretto mi traghetta…
Oh come sanguina il cuore del mare,
il cuore di corallo del mare,
quando l’ultimo raggio di fuoco si frantuma
in miriadi di candele ardenti sulle chiome chiare.
E le onde si calmano
più non remano le sinuose code
le onde non respirano
le onde s’annegano per conservarle accese.
Oh come si rabbuiano gli occhi del mare,
gli occhi di berillo del mare,
quando d’un soffio le spegne.
Luna
Certe notti nascondono il brivido
di un tocco strano
certe notti apparentemente calme
quando scendono le stelle a farsi il bagno
nude dentro il mare
e si sentono donne nelle mani del suo potere oscuro,
belle
platinate di sale,
poi si mettono leggiadre ad asciugarsi
al cospetto del pallido travaglio della luna
che si matura il ciclo sterile
mentre prepara sciagure dietro la sua schiena buia,
nelle olle ghiacciate
mescolando unghie di morti asteroidi,
ciocche di capelli di comete amene
…e all’alba è già spuntato il grano…
Notte di San Lorenzo
Di fronte all’avido sguardo del mondo
le stelle si chiusero le tende
facendo la festa in privato
bruciandosi nei propri desideri.
Per le scale di preghiera
il mio desiderio era sceso
e cadde quella notte
sul letto di nuvole incandescenti.
Notte
Pungono la notte acuti bagliori
fumando buio nel soffio d’un sospiro,
prima che sia dolore.
Languisce la terra, attende il verdetto
senza presentimento: è opaca la sua faccia
nell’oblio del rilievo,
il flusso del sangue metallico rinnega
zitto il cuore.
Vampe brinate lacrimano sul silenzio graffiato
da ciechi lamenti
poi niente,
l’ansia irrigidita non trema nelle foglie…
è morte, forse?
Ma la curiosa luna col gomito appuntito
si fa strada tra il coperchio delle nubi
…ed è vita.
continua)