In omaggio a tutti i piccoli e grandi lettori
A chi nella vita osa e allora ogni cosa conquistata è più preziosa, perché diventa
il frutto di chi vede oltre un semplice costrutto e
mette in ciò l’anima intera e il suo impavido
coraggio avanti tutto.
A chi nel silenzio trova momenti di conforto che lo rendono più forte nell’affrontar
la malasorte. E trova consiglio in chi sa indicar come affrontare il periglio:
sfoderando una sana modestia come artiglio, perché, ciò, fa esser della prudenza
(giudizio, saggezza) realmente figlio. Allor potrà guardar lontano, e all’oggi,
confidando nei giusti appoggi, cioè in quelle qualità (onestà, ragione, lealtà, tenacia…)
che fan valere e camminar sicura la verità.
A chi dedica un po’ di tempo a sé stesso come con una buona lettura, una sana
introspezione e con un aspetto minimamente curato, tanto da sentirsi a sé
adeguato; ciò rende interessante, se non
affascinante, guardare al giorno che
trascorre inesorabile, con serenità, fiducia e buon animo; siccome dà un bel
credito quell’approccio positivo e aperto verso la
vita, e ciò è cosa da sempre alla mente assai gradita.
A chi, pieno di sé, distrugge tutto quel che è davanti a sé, dei più comuni valori (principi morali)
fregandosene alcunché (non gli importa niente); ma quando il fio pagherà sarà molto peggio che esser nell’aldilà, perché nessuna misericordia ci sarà.
RINGRAZIAMENTI
Laude alla nuvola
Una nuvoletta disse al vento: “perché mi
porti dove crei spavento? Io voglio vedere
un mondo contento invece mi fai piangere
dallo sgomento”. “Si può anche piangere
dalla gioia su ogni angolo e tettoia, ma ci
vorrebbe un uomo diverso, non così perso,
e un cielo pulito e terso – rispose il vento
senza timore né tentennamento – e questo
sia per l’uomo d’ammonimento. Cara
nuvola, cara, questa tua virtù (l’altruismo), è
una cosa rara ma vedi come l’uomo al
simile spara, uccide e mai niente di buono
impara? Perciò non è opportuno che or ti
elevi a suo tribuno”. “Ho capito, nella piaga
ho messo il dito! – disse la nuvoletta – non
più per lui emetterò un guaito, non lo
credevo così istupidito. Epperò spero di
vederlo presto rinsavito”.
Nuvole del cielo
Nuvole bianche, nuvole grigie, nuvole nere un bene
per la terra voi siete e pur se, nel portar la pioggia, il
Sole sloggia, nel cielo grigio ogni volta realizzate un
vero prodigio. Certamente la coesione è per voi una
benedizione, difatti le microscopiche goccioline
sospese, si uniscono e come gocce cadono fitte fitte o
allegre anche su grandi distese, nei differenti modi
come è a tutti palese (grandine, neve, pioggia). E questo
meccanismo se non è turbolento rende l’uomo assai
contento che può bere, lavare e coltivare e con la
natura in armonia stare. Le nuvole son perciò
preziose quando non diventano odiose per le vicende
più disastrose che distruggono l’uomo e le sue cose.
Per via dell’inquinamento che è stato dall’uomo
cagionato e per lungo tempo ignorato. E siccome
la misura è oggi colma, alla sua vita deve dare nuova
forma sì che diventi il rispetto del pianeta sacro e
la più fondamentale norma. Eppur, come bianche
pecorelle rendete le giornate assolate, buone e belle, e
pur l’umore colorate per l’aspetto che mostrate. Così
alzando gli occhi al cielo siete per l’uomo come
vangelo;
siccome lo percorrete portando, in dono,
il tempo bello
oppure il tuono e il fulmine insieme al turbine quando
col vento così scure e gonfie lo siete fino al culmine.
Ma dopo il nuvolo viene sempre il Sole, e non ci son,
per finir, miglior parole, (anche quando c’è sconforto e
desolazione).
Laude all’orto
Caro orticello, di fronte a te mi inchino, che di
generosità
sei un modello; e mi levo tanto di cappello se è ver che, chi ti vuol curare, ha da stare al tuo livello, per quanto sa apprezzare il profumo intenso della terra e intanto il bene di esser semplici, con misura, impara e afferra. Per chi non lo sa, molto in basso,
nel terreno, affonda ovunque la radice
della nobiltà (dignità e decoro) e sol nel coltivarla è
possibile per l’uomo diventare un vero galantuomo (leale e onesto). Così esser bravi agricoltori diventa
il massimo degli onori.
L’orto in tavola
Or vo’ andar nell’orto a coglier qualche pomodoro, una cipolla e una carotina, or, ben presto di mattina, per preparare un sughetto che sia buono e non sol
d’aspetto, siccome fresche son le verdure e le
erbette, e questo il mio orto lo permette. Poi, ancora
un’insalata Romana e una di Chioggia, prima che dal
nuvolo scenda la pioggia. Qualche pomodoro
datterino e un poco di basilico che or vi dico, da
tritare assieme e con un po’ d’olio come meglio si
conviene, per un crostino, dal gusto buono e di
sapore sopraffino. Così son pronti il primo e
l’antipasto che son giusti per cominciare un buon
pasto. Per il secondo prenderò un aglietto, siccome devo imbottire con quello un bel polletto, da fare
arrosto con la ricetta che ormai ben conosco.
Si accompagna a un’insalata mista che così buona non s’è mai vista.
Per finire con le nespole e le fragole, come frutta, e or
con questa la mia tavola è imbandita tutta. Come si
può vedere l’orto è il mio alleato e da che lo curo,
sempre bene, mi ha ricompensato, anche se a volte
tanto mi sono speso e affaticato. Grazie alla Natura
che è generosa se te ne prendi cura. E grazie, dunque,
all’orto che alla mia salute è di gran conforto, e anche
per l’esercizio fisico e il necessario duro lavoro or vi
dico che io non lo amo, lo adoro. Perché anche
godere di una buona forma (aspetto) in una più bella persona ti trasforma.
[continua]