Mauro Bramardi (Novi Ligure), scrittore, poeta e critico letterario, vive a Carcare (SV). Laureato in Filosofia presso l’Università di Genova con una tesi di Filosofia della Scienza curata dai proff. Paolo Rossi ed Evrando Agazzi. Ha conseguito il Diploma di Specializzazione in Psicosociologia. Ha lavorato in qualità di Educatore Prefessionale presso una Comunità Terapeutica per pazienti psichiatrici. Attualmente svolge l’attività di Consulente Editoriale. Da sempre appassionato di letteratura ha partecipato con successo a numerosi Premi Letterari tra i quali citiamo: “San Valentino”, “Cesare Pavese”, “Gente di Liguria, “Anna Kuliscioff”, “Superba”. Collabora con molte riviste letterarie a carattere nazionale ed è inserito in numerose Antologie. Ha pubblicato una raccolta di racconti “Una manciata di terra” (1990 Se.Pa. Editrice); un breve romanzo “Sogni spezzati” (1991, Ibiskos Editrice, finalista al premio “Giovanni Gronchi”) e il romanzo “La strega ritrovata (1991, Edizioni Tigullio-Bacherontius); una raccolta di poesie “Luna bianca, luna nera” (1999, Edizioni Alkalea). L’ultimo suo lavoro è il libro “Sogni spezzati” (2010, Edizioni “Il mio libro”). Sulla sua produzione letteraria così hanno scritto, tra gli altri: M.Delpino “La strega ritrovata” vuole essere lo spaccato di vita di tre donne che dibattano la loro avventura terrena in epoche diverse ma con uguale intensità e passione. Decisamente sul filo della leggenda la storia di Ernestina; avventurosa, intensa e segnata dagli avvenimenti quella della Lina; modesta e passionale, infine, quella di Olga. Una vena di tristezza scende sulle tre storie. Alla violenta fine della Lina, tragica quanto quella della strega Ernestina, il cui spirito ricompare qua e là nella trama centrale del racconto, fa da contrappunto la cruda esistenza di Olga, costretta a terminare i suoi giorni su di un marciapiede, delusa dall’amore per un uomo troppo giovane, da cui avrebbe voluto avere una figlia per chiamarla Ernestina, per perpetuare, quasi inconsciamente, la leggenda di quella che ho voluto chiamare una Strega ritrovata.”; M.Delpino e G.P. Prassi “Il comune denominatore della poetica di Bramardi è lo scorrere delle stagioni, un sentimento che scorre trasversalmente tutte le liriche proposte (Luna bianca, luna nera). Questo scorrere del tempo è, inevitabilmente, il dramma e la parabola dell’esistere, non solo per l’uomo ma per l’intero creato. Va ancora notato come l’autore non dà interpretazioni, pone al centro dei suoi versi l’accadere di eventi così ordinari e connaturati che, spesso, vanno persi nei ritmi della nostra società. Riteniamo siano uno dei compiti dei poeti quello di ascoltare e vedere ciò che è attorno a noi e ci trova troppo spesso sordi e ciechi. Una di queste realtà connaturate è senza alcun dubbio proprio il tempo, che ci è amico a patto di saperlo respirare senza fretta.”; Semeraro “Prosa molto piacevole (Una manciata di terra), e comunque mai noiosa, quasi una strada in collina con improvvise curve strette e lunghi rettilinei di falsopiano che inducono alla distrazione. Interessante il valore sostanziale del raccontare il suo intreccio, anche formale, il sentimento e i valori intrinseci in esso custoditi.” Contatore visite dal 23-02-2009: 7088.
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