Opere di

Miriam De Michele


Il tempo dimezzato

Mi sembra che si sia dimezzato il tempo,
purtroppo l’orologio non va lento,
rubo al cielo pezzi di nuvole,
incido il tuo nome su lembi di cielo.
Ho poco tempo
anche per le mie storie
e così vedo i miei personaggi animarsi,
ho battute che non ho scritto ancora,
ho versi persi nella mia mente
che aspettano solo di essere scritti su fogli di carta,
costretti a soffocare per giorni.
Li vedo galleggiare poveri versi,
non sanno nuotare povere rime,
sono intrappolate nei miei occhi povere storie,
devo completarlo povero lavoro mio,
povere passioni che non prendono vita.
Al verso servirebbe un po’ di acqua per nuotare sul foglio,
alla rima un po’ di creta per rimanere intatta,
alla storia un po’ di fantasia per entrare nel mio cuore,
ai personaggi un po’ di vita
per poterli interpretare
e per continuare ad amare.


Voglio essere baciata dal sole

Voglio essere baciata dal sole,
stendermi su un campo di viole,
voglio ornare i miei capelli con viole e fiori di pesco.
Vorrei bagnarmi nei tuoi occhi incantevoli,
riabbracciarti,
riparlarti
e ritornare a dire:
«Non mi importa che ore sono,
ti ascolterei per ore,
perché sei il mio mare,
sei la mia casa,
sei l’universo,
sei la verità a cui ho sempre creduto,
sei tutto…»
Continuo a pensare al grande mistero del vivere,
che è dentro ognuno di noi,
nella mente,
sulla bocca
e nel ventre.


Tu mi seguirai

Il pensiero di mancanza
svolazza lento in questa stanza,
danza ancora nella mente,
non si sente!
Tu mi seguirai,
mi seguirai con il pensiero:
“è così, vero?”
Mi seguirai ogni sera,
ogni primavera che vivrò
porterà il tuo nome
e le tue poesie resteranno
per sempre nel mio cuore.


Errori

Lasciami commettere i miei errori,
lascia che mi faccia del male,
lascia che mi perdoni
e lascia che dica: «Ho sbagliato!»
Lascia che i miei errori
mi insegnino qualcosa
che non ho ancora imparato
e a cui ho pensato.
Lascia che io li compia ancora come una stolta,
lascia che io sia triste,
lascia che dica: «Non ho pensato!»
magari in quel momento
non ti ho manco ascoltato.


Quando sono triste

Quando sono triste
sono come un albero spoglio,
sono come una frase insensata
sono come l’erba calpestata.
Sono una donna che non è mai stata amata,
magari mai ascoltata abbastanza.
Sono in un corpo che adesso danza,
che parla al mio posto,
che a volte urla
ed altre ripete le stesse cose,
gli stessi discorsi,
che a volte si pente
e a volte pensa le cose che ha fatto
e che non ha mai fatto.
Stupide fantasie,
inutili pensieri,
inutili meccanismi cerebrali.
Arrabbiata con me stessa,
forse troppo,
difetti da correggere,
storia da rileggere.


Primavera

Canterò i tuoi sogni,
mio albero
e quelli dei tuoi figli.
Ho cantato l’autunno,
in un tempo passato,
le foglie secche e gli alberi spogli,
ma ora vivrò della felicità fatta di niente.
E’ il niente che mi rende felice,
ora è arrivata la primavera
e io ti sento più vicino.



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