In copertina: «Lotus flower» fotografia digitale di Patrizia Ceccarelli

Pubblicazione realizzata con il contributo del Club degli autori in quanto opera Segnalata al Concorso Jacques Prévert 2019

Nella silloge di Patrizia Berlicchi le molteplici manifestazioni del vivere si muovono tra un senso di stupore e il mistero della vita che, a volte, vede accadere “molte cose” come “per miracolo”.
La poesia, allo stesso modo, nasce e trova il suo percorso tra dolori e illusioni, sogni infranti ed estasi.
Le parole conducono nelle regioni nascoste dell’animo, oltre le ombre delle assenze, oltre il silenzio che si fa solitudine, ma v’è la speranza per “nuovi desideri”, permane il dolce ricordo quando gli “abbracci erano approdi”.
Nel processo lirico si avverte la volontà di rivisitazione, come a voler alimentare i “fuochi della memoria”, come a voler rendere palesi le “parole non dette”, che sempre ritornano nella notte e si abbattono come tempesta sul suo animo.
Nella visione della poetessa il destino gioca un ruolo fondamentale nel cammino esistenziale e, mentre i giorni della vita si sgranano come un rosario, diventa fondamentale la forza del proprio animo.
Ecco allora la rinascita di “un’anima tremante”, quando si “scioglie la paura” e le buone vibrazioni dissolvono i segreti celati dal silenzio ingannevole.

Massimo Barile

nostalgia

Non è dolore ancora
questa nostalgia;
somiglia a un vento inquieto
che increspa l’acqua fonda dei ricordi
e come un’onda mi riporta indietro
a un’alba di gennaio
a una finestra
aperta incontro a un orizzonte viola
indifferente
mentre mi lasciavi sola.
Ti reclamava, il mare
ti portava via…

…ora è dolore
questa nostalgia.

finale a sorpresa

Non me lo dire come va a finire;
mi voglio baloccare con le ipotesi
le probabilità
immaginarmi preda
o predatore
secondo il mio capriccio
il caso
l’opportunità.

certi giorni

Ci sono giorni
quando resto sola
che un po’ mi manca la tua timidezza;
quel modo di guardarmi per chiedere permesso
e solo dopo
entrarmi nelle braccia
come una primavera inaspettata
una carezza sotto le lenzuola.

per miracolo

Ancora le parole
mi prendono per mano
mi portano negli angoli nascosti
dentro le stanze chiuse
a visitare assenze silenziose
spietate lontananze.
Mi chiamano i tramonti
prima di scomparire dietro gli acquedotti
e mi commuove il volo del gabbiano
altero
indifferente al formicaio cittadino.
È vero:
succede tutto, ancora.
Per miracolo.

deserta

Solo una goccia ti posso dare;
una soltanto non può bastare
alla tua sete disattesa
alla speranza
senza saperlo senza colpa
illusa.

il raccolto

mi hai seminato a brividi e carezze;
attecchiranno nuovi desideri
imponderabili certezze.

altera bellezza Mercati di Traiano

E il nostro pianto se lo porti il vento
ché abbiamo solo questo indomito momento;
davanti agli occhi la bellezza
fiera
secolare
che ancora ammutolisce
fa tremare.

[continua]