LETTERA DI PRIMAVERA
Ho imparato
ad essere
come il cielo.
Per lo più sereno
l’alba mi coglie
sottile leggero
mi traversano
raggi di sole
calore colore
a me
a tutto l’intorno.
Ora so
la terra attende
pioggia
dolore spesso, a volte gioia
non ci fa caso:
mi solcano nubi
mi coprono d’intero, o in parte
s’incrociano
con quelle d’altri cieli
stanno corrono vanno
fallendo infine
l’assurda impresa
di rubarmi
l’azzurro.
Ho imparato
ad essere
come il cielo.
Non esiste mano – la mia neppure – grande da contenermi
in confini
che non ho.
Più non mi duole
mutare
ogni momento
non sapere
dov‘è posta
la mia linea
di frontiera
e comincia
l’orizzonte
che è stato
che sarà.
Sono palcoscenico
al funambolo sospeso
alle stelle all’aquilone
al colpo di fucile
all’arcobaleno all’uragano
al fungo della bomba
e a molto altro
(che pure non conosco):
tutto accolgo
con smorfia o con sorriso
senza più lacerarmi
di eccessi non consueti (non
annega il cielo nel
mare della sensibilità
vi galleggia appena
sempre bagnato).
In un sottovoce
di presunzione
posso dirmi – pure – dimora di
Dio.
Sì, ho imparato ad essere
come il cielo
per lo più limpido
e sereno.
Crescere non è nulla
dopo tutto
basta imparare
a essere
come
il
cielo.
Amo
giocare al
tramonto
aprire
gli occhi
perdere
la vita
mia
esaurita
la nostra
del mondo
rotondo
pallone
giocondo
bucato dal
dolore
NORMA JEAN
luce azzurra
sotto le tue ciglia
pezzo di vetro
cornea brillar di conchiglia
non coglie terra
labbra al guinzaglio
a spasso sulla tua foto
velo concavo di pomice
scontorna ciò che è noto
d’inganno tu sei ebbra
Didone
Chi corrompe i corruttori?
Chi controlla i controllori?
Chi osserva gli osservatori?
Ladri in casa dei ladri
Fiamme accese tra le fiamme
Erba cresciuta tra l’erba
Girotondo equilatero
Prezzo gratuito vapore gelido
Sputo asceso al cielo
Pacifica campagna d’armi
Puoi darmi la pace eterna
Ferrami sellami cavalcami
Azzoppami
infine accoppami
Chi colora i colori?
Chi controlla i controllori?
Chi trucca i truccatori?
Amo gli amanti
Affliggo gli afflitti
Appeso ai soffitti
Dipinto alle pareti
Steso sui pavimenti
Un quadro di fragole
Uno sparo in lacrime
Mi esce rosso dal corpo
Ho reso i miei 21 grammi
Il letto è rifatto
Le chiavi consegnate
Vedo me che passa
Abbine cura. Ti amo.