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Roberta Vannucchi propone una poesia sincera, onesta ed autentica, sentita nel profondo del cuore e fortemente percepita nell’animo.
Durante il processo lirico si avverte la necessità di spingersi oltre la patina superficiale che ricopre ogni cosa ed indagare la sostanza autentica del vivere: forte è il desiderio di “silenzio”, di “rimanere sola con sé stessa”, costante la necessità vitale di una condizione che veda al primo posto la “semplicità”.
La sua poesia è vibrante ed intensa. Tutto fluisce come a realizzare un incanto lirico.
La consapevolezza della poetessa diventa sigillo: “Sono io l’unica cosa certa / e resterò / anche perdendo tutto / perché non possiedo / che me stessa”.
La sua poesia diventa purificazione e rivelazione.

Massimo Barile

INTRODUZIONE
dell’Autrice

Come vedi questo libro viene alla luce dopo più di dieci anni dalla scrittura dell’ultima poesia, un tempo di “gestazione” apparentemente molto lungo… sì, se il tempo esistesse!!

Ma poiché tutto è accaduto, sta accadendo e accadrà sempre, per sempre e incessantemente in quest’unico presente che ci sta respirando, questo è stato esattamente il tempo giusto, quello che è occorso perché da sola mi rendessi conto del valore e della potenza di queste mie parole… quelle parole che alla fine rappresentano il “mio” valore e la “mia” potenza…

È arrivato un giorno in cui la rilettura mi ha creato un profondo turbamento… “ma come è possibile che abbia scritto io tutto questo?” mi sono chiesta e soprattutto “ma come è possibile che abbia vissuto io frammenti di vita così intensi?”

Alla prima domanda rispondo che tutte le mie creature è come se si fossero partorite da sole nel senso che mi sono sempre sentita poco più di un “tramite” che scriveva praticamente sotto dettatura di un livello più profondo del mio Essere, molto più profondo…

La risposta alla seconda domanda è invece un chiaro, sonoro e definitivo “sì”… “sì” ho vissuto realmente e realmente sentito nella carne e nell’anima ogni parola, ogni emozione, ogni concetto… “sì” è tutto vero…

Grazie per il tempo che dedicherai alla lettura di queste mie parole, buon viaggio!!

Roby

Il momento è giunto
davanti a me c’è il ponte
con gli occhi chiusi
un passo dopo l’altro
avanzo verso il mio presente
unico tempo
futuro del passato
passato del futuro
contemporaneamente.
L’attenzione è massima
non voglio scivolare
l’abisso della dimenticanza
è tutto attorno
ne va della mia vita
la posta in gioco è la sopravvivenza
e poi sono di nuovo a casa
fra braccia che attendevano il ritorno.
I compagni rimasti indietro
ci raggiungeranno
avanzano
con forme, modi e tempi differenti
piano piano
chi si era smarrito sta arrivando
fino al totale ricongiungimento
io sono io
io sono loro
e sono anche te
la frammentarietà è solo l’illusione
di chi nell’altro giudica se stesso

03.01.04

Il cuore
sommessamente
mi ha svelato
che la durezza fa più male
di ogni dolore che vorrei evitare
e la corazza impedisce di sentire
tenendo a distanza anche l’amore
ma lacrime sincere
possono ammorbidire le rigidità.
Così ho pianto per me
per quello che mi ero negata
per tutta la dolcezza rifiutata
fino a scagliare via
la falsa protezione
del mio limite
che mi serravo a forza
contro il petto.
Staccandolo da me
persino la paura si è dissolta
e la fiducia subentrata
conquista di un cosciente sforzo
riesce a far sparire ogni fantasma
di sofferenza che nel presente
non esiste più

04.01.04

Morte
la più illusoria fra tutte le menzogne
confezionata ad arte
dal terrore di coloro
che vogliono salvarci
l’anima.
L’immortalità
è già raggiunta
quando realizzi di non essere il tuo corpo
la fine è solamente
dimenticare te
ogni secondo tu puoi vivere la morte
o nell’estremo istante
comprendendo
di non aver vissuto mai
divenire vivo veramente.
Vita, morte
apparenti opposti
medesima espressione
di un tutto indivisibile
in ogni attimo sono compenetrate.
Se sai chi sei
che cosa sei in realtà
ogni paura è vinta
nella fine del tuo corpo
vi è il principio
è solo un cambio d’abito
per proseguire il tuo cammino

04.01.04

Per Michele

Ti ho aperto il cuore
ancora una volta
e tu
una volta ancora
l’hai ignorato,
nemmeno una parola
mi hai concesso
neanche un cenno
però il mio sguardo
fatichi a sostenerlo.
Lo so,
ti ho donato troppo
di me
ma non mi pento
non mi hai mai amata
amara verità
realtà negata
che cessa di far male
se la accetto.
La nebbia delle illusioni
si dissolve
con un sorriso nuovo
ad addolcirmi il volto
ti lascio
alla tua vita controllata
che credi di aver scelto
senza nessun rancore
ma io voglio altro

14.01.04

Con onestà
ho messo nel setaccio ciò che sono
quello che ho visto
grattando via strati su strati
di un passato
che non ferisce più
illusioni
visioni distorte di realtà
scelte non scelte
ed una volontà
tenace
che mi riporta a me.
Poi per tre volte
ho scosso con vigore quella rete
soffiandoci respiri da lasciar stremati
bruciante sforzo
totalità senza risparmio.
Spazzata via la patina
polvere di superficie
sono rimasta io soltanto
mondata dalle scorie
che inquinano la verità
solo io e la mia forza
che arriva da lontano
e giorno dopo giorno
mi rinnova

01.02.04

Confusione
affanno
devo sbrigarmi
il tempo stringe
parlare, parlare
buttare fuori tutto
ma in questo vortice
che mi riporta in alto
è sempre più difficile
ascoltarmi.
Se resto su
e non scendo
solo mentale razionalità
il vero tesoro
sta più in fondo
al centro esatto di me
e devo respirare
vigorosamente
ancora, ancora, ancora
restando calma
se scelgo di tuffarmi
nelle mie zone d’ombra

02.02.04

[continua]