Al sole
Infinito divenne mentalmente
nel Faraone il pensiero che nel sole
splendesse lo spirito di Dio,
padre che rigenera i figli dalle tenebre,
origine del nulla
a diffondere giusto splendore.
Ma perché contempli un dio ignoto?
Perché ti immergi nelle profondità
della notte o lo ricerchi in quale recondito
recesso come se noi – o Lui – fossimo
prigionieri,
sentenza di un antico peccato di superbia
che la sua giustizia non assolve.
E se fosse essenza Divina in noi
che compartecipa senza mai abbandonarci
che nell’uragano ti confermi il timone
e della profondità della tua negazione,
l’anima dai pericoli ti salvi
per indiarla.
Anima
Sei l’aria che respiro,
il vento che anima ogni cosa
il calore che scalda anche
l’animo più affranto,
la luce che illumina
anche dove il buio
è più cupo.
Solo
Solo se ombra potrai sopravvivere
a rianimare il deserto,
dopo il fragore,
gli schianti…
Così,
lieve potrai rassomigliare
ai nuovi simulacri,
ombre di uomini,
tornati da lontane prigioni.
Vuota è la casa
Vuota è la mia casa
dove trascorsi
la mia infanzia:
non ci sono più trilli
di bimbi,
non ci sono fiabe
che mi raccontava mia madre,
gli uccelli non hanno
più ascoltatori,
e piange il vento
sulla collina,
piange per i cari
che non ci sono più:
in cielo sono andati.
Tempi
Non riesco più a vergare fogli e fogli
con amore,
come solevo fare.
Qualcosa è bruciato nel mio cuore.
Forse un corto circuito spirituale ha fatto
saltare i punti nevralgici
del mio essere creatura
viva e palpitante.
Mi sento morire ogni giorno
in un tormento
che non ha precedenti.
Quando avrà fine questo stillicidio
dalla grondaia dell’angoscia?
Il silenzio di Dio mi risponde che
il buio della notte e l’angoscia
del giorno non sono oggetto
di una vita sterile e vana,
ma gradini superiori che innalzano e
ricongiungono a Lui.