Rosa Maria Corti - I giorni freddi della Margatta - Un Birmano per compagno
Collana "I Salici" - I libri di Narrativa 12x17 - pp. 128 - Euro 11,50 ISBN 9791259511423 Clicca qui per acquistare questo libro In copertina: «Ginevra della Valle Bianca» All’interno: fotografia dell’autrice Mi chiamo Ginevra della Valle Bianca, sono un “Sacro di Birmania” e vi voglio presentare il libro della mia umana: “I giorni freddi della Margatta. Un Birmano per compagno”. Sono molto orgogliosa di lei, ma anch’io ci ho messo lo zampino! Leggetelo e scoprirete chi sono la Margatta, Gaiatto, Monsieur le Crab, il Lonfo, il Kot Bayùn, Vaska, Leo e Lea, Brisby e le loro avventure! PROLOGO Nihil in mundo possidebat, præter unam Cattam, quam blandiens crebro… Evagrius lib. 6. cap. 24 Cos’è una “Margatta”? Perché diario dei giorni freddi? Alla seconda domanda certo è più facile rispondere se si pensa alla pandemia di Covid che ha continuato ad imperversare anche nel 2022 e alla guerra Russo-Ucraina iniziata il ventiquattro febbraio. La paura, il clima di “chiusura” più o meno forzata o addirittura obbligatoria, lo “stare dentro”, o meglio, lo “stare in casa”, ha certo favorito un poco d’introspezione psicologica. Guardare il mondo “di fuori” con gli occhi attenti e vigili di un essere non favoloso ma vero come la “Margatta”, non può che essere un’esperienza coinvolgente e assolutamente adatta a farci riflettere… Per quanto attiene al primo quesito, la risposta è meno facile, la “Margatta” è il nostro io pensante, ciò che forse vorremmo essere ma non siamo, troppi crucci e occupazioni ci distraggono da ciò che è davvero importante, il “saper vedere” e soprattutto il saper godere l’attimo, l’oggi. Non è voglia di ailurantropia, quel desiderio di trasformarsi in gatto che i demonologi cinquecenteschi vedevano come demoniaco, ma semplicemente voglia di abbandonarsi al piacere dell’ora, del “qui e subito”. Nel seguito, Ginevra, in altre parole la “Margatta”, un essere composito, un po’ come nei “Bestiari medievali”, che della marmotta e del gatto presenta caratteristiche caratteriali (misteriosità, saggezza, tenerezza, velocità) e alcuni dettagli anatomici (coda lunga e pelosa e numerose vibrisse), ci farà partecipe delle sue sensazioni, ci aiuterà anche a riflettere e a saper deporre, almeno per un po’, il bagaglio di pensieri che Giove ci mette sulle spalle. La seguiremo dall’inizio alla fine dell’inverno, nei giorni freddi appunto, e poi… il resto sarà in un’altra storia. I giorni freddi della Margatta - Un Birmano per compagno“Amate gli animali: Dio ha donato loro i rudimenti del pensiero e una gioia imperturbata. Non siate voi a turbarla, non li maltrattate, non privateli della loro gioia, non contrastate il pensiero divino”. Fëdor Dostoevskij, da «I fratelli Karamazov» Considerazioni Dopo più di un anno di attese e ricerche, finalmente oggi, 22 dicembre, siamo in viaggio per accogliere un nuovo membro della nostra famiglia. So soltanto che si tratta di un gatto un po’ particolare, un Sacro di Birmania, molto simile nel carattere ai cani, dei quali sono sempre stato appassionato. Ho fiducia nella scelta di mia moglie, ci ha pensato a lungo e, se ha deciso in questo senso, non l’ha certo fatto a cuor leggero. Dubino, Bassa Valtellina, posto freddissimo, ma l’allevatrice che ci accoglie, Debora, è una persona particolarmente empatica e, mi si passi il termine che non amo, solare. Una ripida rampa di scale, un lungo corridoio di una bella casa e due piccole palle di pelo ci vengono incontro, Ginevra e il suo fratellino. Alcuni convenevoli e raccomandazioni, la fornitura di materiali per i primi giorni, consigli e poi via verso casa nel trasportino super speciale comprato per l’occasione. Viaggio O.K., qualche ansioso miagolio che d’altronde è più che giustificato. All’arrivo la piccina, abbiamo scelto, infatti, la femminuccia, ha dimostrato quasi subito di volersi impratichire della nuova abitazione, piuttosto vasta in verità per una cucciola di cinque mesi. I suoi umani zampe-lunghe, cioè io e mia moglie, hanno fatto di tutto per accoglierla al meglio e… ci sono riusciti! Dopo poche ore Ginevra, Ginny per gli amici (che lei sceglie con cura) sembra essersi abbastanza ambientata; pappa di suo gradimento, super tiragraffi con poggiatoio (userà soltanto quest’ultimo, preferendo come tiragraffi la poltrona di mia moglie), cuccia ampia e confortevole (la cuccia preferita si rivelerà, però essere il lettone di babbo e mamma zampe-lunghe) e giochini di vario tipo che la incuriosiscono. Ma ora sono io ad essere incuriosito! Ginny è uno splendido felino, con pelo setoso e bianco, addirittura profumato al talco, e certe movenze che la rendono super speciale. A volte mi chiedo, ma mi pento subito del dubbio, dato l’ineccepibile pedigree che ne attesta le solidissime origini gattesche, se nel suo DNA non ci siano genomi di altri animali, tutti simpatici, ma non proprio felini. A volte, infatti, Ginny, quando si rizza sulle zampe posteriori e solleva il musino per fiutare l’aria, sembra una marmotta intenta a far da sentinella al gruppo familiare, altre volte, quando ci dà dei colpetti con la testolina come per sospingerci, ricorda un capretto a primavera, altre volte ancora, quando si stira e si allunga tutta, fa pensare a una donnola, per la forma aggraziata e sinuosa del suo corpo. Mistero! Per noi è la nostra Ginny, una sorta di bimba-padrona, a onor del vero un po’ viziata, che ci ricompensa portando in casa armonia e buon umore. Le sue dimostrazioni di affetto, con leccatine e testatine condite di fusa, sono intime e profonde; l’imposizione autoritaria delle zampine anteriori sulle nostre mani è la dimostrazione che ormai siamo i suoi schiavi. Credete che stia farneticando? Beh, se fosse così, vorrebbe dire che molti grandi della storia prima di me che non sono nessuno, hanno percepito la relazione uomo-gatto nello stesso modo, da Churchill a De Gaulle, da Luigi XIV a Roosevelt, a moltissimi altri uomini di potere… ma non importa, voglio godere del rapporto di amicizia e stima (è ciò che Ginny concede) con l’amica Ginevra della Valle Bianca, per noi la nostra stupenda “Margatta” che con la sua presenza rende le nostre giornate piene e interessanti (a volte fin troppo…). Le pagine che seguono spiegheranno molto meglio di quanto io abbia saputo fare, cosa significhi vivere con una “Margatta”. Augurandovi buona lettura, vi lascio con un aforisma coniato da mia moglie subito dopo essersi risvegliata con Ginny placidamente adagiata sulla sua testa.
22 dicembre 2021 Quante volte avevo compulsato la pagina di facebook alla voce gattile nella speranza di trovare un micio o una micia con cui condividere gioie e crucci, cose meravigliose e anche misteriose? Davvero tante! Purtroppo le gentili signore contattate per avere notizie dei piccolini che avevano attirato la mia attenzione mi avevano fornito più volte la stessa risposta: “Il piccolo è già stato affidato”! “Possibile – mi chiedevo – che siano tutti così veloci nello scorrere gli annunci e nell’ottenere informazioni?”. A dire la verità, tutta la verità, una risposta affermativa l’avevo avuta, ma le caratteristiche del leopardo in miniatura che aveva catturato la mia attenzione mi avevano lasciato un po’ perplessa. Il Bengala, infatti, ha ereditato dai suoi antenati selvatici uno splendido mantello brillante con “rosette” marmorizzate… ma anche l’abitudine alla caccia, specialmente notturna. Ecco, l’idea di essere svegliata nel cuore della notte da rumorosi miagolii invitanti a partecipare alla sua attività preferita, la caccia appunto, con agili e atletici balzi e corse all’impazzata sulle tracce di prede immaginarie, mi lasciava alquanto perplessa. Eh, eh, non sono più una ragazzina… [continua] Contatore visite dal 30-06-2022: 874. |
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