Lacrime silenziose
(Omaggio alla Bulgaria)
Ombre arrugginite riaffiorano…
lenta schiuma di sapore amaro
di una bellezza antica,
mai dimenticata.
Lieve fruscio di foglie
narranti campi,
papaveri rossi
su un velo di pensieri.
Il tempo offre
sussurri brevi e calmi,
oratori di vento e sole…
nella muta solitudine
ritrovo risposte avvolte
in scialli di nostalgia
di una terra lontana.
Inchiostro trasparente
Le regole sono improprie…
a parte la libertà,
non credo alle parole esaltanti,
sfondi cupi
di pallide incarnazioni.
Sono stanco di viaggi sconosciuti,
di vivere ambienti senza identità.
Ecco non vi è nulla da scoprire,
mi sento isolato.
Preferisco luoghi di sapore antico
dove nelle sensazioni
riscopro le mie emozioni.
Non rincorro conquiste
né tesori smeraldi.
Allungo le mani infreddolite
verso il sole
dove sento carezze
di un calore inaspettato,
acceso, fiammante…
che mi riempie l’anima
di vibrazioni con granelli di sogni.
La poesia fa parte dalla silloge inedita “Foglie di sogni”
Liguria
Stretta tra mare blu e la montagna
in un abbraccio d’amore forte,
le onde come schiuma di champagne
scrivono leggende sulle tue porte.
Terra aspra con il verde cangiante
dell’olivo che avvolge giardini.
Terra dei fiori, delle città vibranti,
dei borghi nascosti tra le colline.
I giorni scorrono come magia,
gocciole di luce porta la brezza…
E se io da te devo andar via,
canterò per sempre la tua bellezza!
Ascolta il silenzio che parla
Non domando
come nasce un ricordo.
Non ho voglia
di ricordare tutto,
ma solo spiccioli con odore
di vita.
Il sorriso di una ragazza,
le mani di mio padre,
il vento che riposa
tra i rami dell’edera,
sono questi le briciole
che tengo stretto.
Non cerco il segreto
del respiro di una memoria,
mi basta scoprire
il colore del mare
che richiama l’infinito.
Vivo il mio presente,
ma ho vissuto il mio passato.
Dio, ti prego
difendi i miei ricordi
dal tempo!
Dare spazio all’amore
Quando ero un piccolo bambino
dicevano che ero carino.
Studiavo bene non male,
non avevo niente da fare.
Le giornate passavano in fretta
con la palla e la bicicletta,
con tanti libri a scuola
giocando a capriola.
C’era solo una cosa oscura
che mi faceva un po’ paura:
“Tu da grande cosa farai
che sei cresciuto ormai?”
Era difficile da spiegare
il prezzo che dovevo pagare.
Non trovavo una risposta
alla domanda così posta.
Sono passati i mesi e gli anni,
ed ora tengo il mio futuro nelle mani,
quel bambino che correva con la brezza
adesso sa con certezza:
«Bisogna dare spazio all’amore
così la vita ha più valore
perché dove c‘è la solidarietà
là si trova la felicità».
Preghiera per l’isola di Bergeggi
Sei una roccia verde che emerge dal mare,
gettata dalla grande montagna arrabbiata.
Solo con la danza delle onde puoi ballare,
ma giuro non sembri per niente spaventata!
Oh,piccola isola, perla marina, creata
dalla volontà divina, baciata dal sole,
con le braccia aperte saluti la giornata
brillando nell’acqua come un girasole!
La nuvola di gabbiani reali nel rito
vola, passa l’armata dei secoli e misteri…
Chi era la mano umana che ha costruito
la chiesa bianca e cinta di monasteri?
Nelle tue grotte il mare azzurro riposa,
alla sera il vento porta la mia preghiera:
“Signore mio, ti prego, difendi l’isola favolosa
e fai tornare la luce che c’era!
«Gran freschezza di poesia in questi versi di immagini giovani e di sentire nuovo e aperto. L’isola, che nel mito è terra di sogno, arcanamente lontana, qui è descritta con mano precisa…»
Commento di Sergio Giuliani – critico e saggista
Sensazioni
Ho visto l’estate:
è calda
come la fiamma del fuoco,
è divertente,
è gioiosa,
è cremosa.
Parla col rumore del mare,
respira col profumo dell’acacia,
sussurra con le ginestre.
Un vento noioso e triste
rovina la magia
salutando le rondini
e dà il benvenuto all’autunno.
A Dio
Non ti ho mai visto, né sentito
ma Tu sei sempre con me:
ogni passo sul mio cammino,
ogni respiro che faccio
e ogni speranza che ho.
Io so che ci sei!
Tu sei nella luce del giorno
e nel silenzio della notte fonda.
Nel cerchio chiamato VITA
Tu sei la mia guida!
«Svilen possiede in campo artistico quel che in gergo sportivo si definisce “avere gli occhi della tigre”. La sua prosa e lirica sono talmente “piene” che è quasi impossibile crederle patrimonio di un ragazzo di diciotto anni,poi comprendi di trovarti davanti ad un’anima “antica” trapiantata sulla terra. Percorre le parole legandole con ritmi magici, a volte religiosi, a volte esistenzialistici ma sempre penetranti nel profondo. Ricerca di Dio, grande fede nell’amicizia e senso della solidarietà non pelosa Svilen merita, certamente avrà, un posto di primo piano nel panorama letterario negli anni a venire.»
William Giusti – Insieme nel mondo
A Maurizio Fico
Cammino sulla riva.
Mani in tasca e passo lento
risistemo la sabbia col piede
saluto l’aurora e sento
arriva il giorno,suo erede.
Cammino sulla riva.
Si sta scucendo il gomitolo
d’ombra porporea e pensieri
e forma un libro senza titolo,
pagine bianche e lettere nere.
Cammino sulla riva.
Ti racconto mare turbato
per l’uomo che ho conosciuto,
nel giovanotto spaventato
questo forte uomo ha creduto.
Cammino sulla riva.
La magia con il manto sottile
avvolge le reti d’un sogno vero,
ma lo sguardo dell’uomo gentile
sulla mia strada ritorna sincero.
Cammino sulla riva.
«Complimenti, per la tua freschezza nell’esporre le tue sensazioni, con semplicità,
ma anche con molta cura dei particolari ambientali che descrivi.
Siamo contenti che tu ora viva qui nella nostra terra di Liguria.
Hai accumulato una buona padronanza della lingua italiana in pochi anni
e questo ti fa già onore di per sé…»
Commento dell’artista Simona Bellone – pres. Ass. culturale caARTEiv
“Aido – per noi è un dono, per gli altri è la vita!”
Dare spazio all’amore
Nella nostra vita è importante questo “piccolo-grande” chicco: dare spazio all’amore.
L’amore verso la natura, verso la giornata, verso la propria famiglia e i nostri amici, verso le persone meno fortunate di noi che hanno perso il dono più bello che esiste: la salute.
Dare spazio all’amore, trovare il tempo e il modo per dire ”Io sono qui! Quando tu hai bisogno io sono qui”. Può sembrare banale, ma è importante farlo. Può bastare un fiore, una carezza, che faranno capire alla persona malata quanto è importante per noi. Ascoltare seriamente, con calma le ragioni e i punti di vista del malato, senza nessun pregiudizio, non basta. Non basta perché l’amore va soprattutto dimostrato e non solo dichiarato.
Dare spazio all’amore è un atto che appartiene alle persone generose di cuore, richiede coraggio e soprattutto intelligenza sociale ed emotiva. Dobbiamo affrontare uniti le inevitabili difficoltà della vita, le situazioni di dolore e i momenti di sofferenza,senza dimenticare l’importanza della fiducia e della speranza.
La decisione di un dono di organi è molto profonda richiede infatti il sacrificio più umano e le sue radici cominciano dalla educazione infantile e giovanile, passano per i valori umani e religiosi fino a toccare l’ambiente e la società in cui viviamo.
Mi inchino agli scienziati e ai medici che con il loro lavoro hanno trasformato il sogno in realtà: hanno regalato la vita! Uno di questi grandi uomini è Christiaan Bernard. Il suo nome è nell’enciclopedia “Who’s who” del xx secolo del giornale britannico “Sunday Times”. Christiaan Bernard è l’uomo che eseguì il primo trapianto cardiaco il 03.12.1967. Proveniva da un paesino sperduto in un’area semi desertica del Sudafrica,fu il primo a dimostrare che il trapianto cardiaco era possibile. Il secondo paziente di Bernard, visse 594 giorni dopo aver ricevuto un cuore nuovo. Il trapianto è considerato adesso un intervento di difficoltà accettabile e molte persone sono sopravvissute grazie a C. Bernard che perseguiva la speranza, perché la vita deve essere vissuta, perché la vita è tutto.
Le parole delle statistiche sono precise: in Liguria sono d’attesa 1259 trapianti (dati presi da “La Stampa” del 20.12.2009).
1259 non è solo un numero, 1259 sono delle vite umane, sono persone che sono aggrappate a quel sottile filo detto “Speranza”. Loro non hanno niente. Le loro idee, i loro sogni sono lontani, il loro respiro giace su questo filo e l’unica cosa che possiedono è LA SPERANZA!
La decisione del dono di un organo è un tema eticamente sensibile che apre delle discussioni, apre tutti i punti che aiutano alla decisione. La discussione va rispettata perché è la base della decisione. La donazione di un organo,che per noi è un “dono”, per i malati è la vita.
Il dono è uguale al buono, significa piena e pura generosità, è l’atto d’amore più morale nel tessuto sociale. Il dono di un organo è come la fioritura della natura a Marzo quando gli alberi da frutto sbocciano in magnifiche fioriture. La fioritura è il ritorno dalla vita dopo la morte invernale, è la risurrezione, è il fondamento del sacro che l’uomo ha originariamente trovato nella natura. Il dono è come la fioritura preannunciata dal rigonfiarsi delle gemme, può esplodere in una sola notte.
Il dono significa regalare la vita!