‘a primmavera
Curiosità,
per la reazione della gente,
del vicino, di donne e bambini,
di venditori ambulanti di Cd.
Che genere di animali siamo?
Che ne è della natura umana?
Non è mai notte nel villaggio globale,
facendo a turni per dormire.
Sogno d’un arabo, un sogno di bambino,
il sogno americano.
Ora è primavera
la pioggia è caduta
sotto l’arcobaleno
che schiudano i fiori.
Marco, Roma, 20-21 marzo 2003
M@nifesto (soggetto sottinteso)
É in atto una rivoluzione.
Non quella comunista
non l’invasione degli extraterrestri:
è la sinergia tra uomo e computer.
Si salvi chi può!
Impassibile —
di fronte al cambiamento,
rischi d’esser tagliato fuori dal mondo.
Marco, tra Roma e ciberspazio, ottobre 1994
Senza titolo
Se conto le parole che scrivo
se penso all’amore che ho dentro,
alle emozioni che sopprimo
e ai sorrisi che sfuggo,
la stanchezza m’assale.
E penso a dormire,
sognando di morire.
Da piccolo, ricordo,
per salvarmi m’ergevo da terra
sino a toccare il cielo.
Per poi tuffarmi sott’acqua
con la donna dei miei sogni
a esplorare, sdraiati, il profondo del mare.
Marco, Pigra IV (tra Sardegna e Corsica), ferragosto 1995
Meriggio di primavera in riva al mare
Gabbiani a bianca penna s’involano
pel giaciglio del Grande,
e ondulanti onde oceaniche
levigano insenature di sabbia.
Raggia d’oro il sole
varcato il Cancello per Stinston bay,
e l’assetata arena assorbe tepida,
il rosseggiante calore di stella.
Dune separano la baia
da vaste vallate di verde,
ove alberi sì ritti
impennano, maestri, la strada di casa.
Marco, San Francisco, USA, 12 maggio 1996
L’estate della vita
Cambia forma la vita
ai miei trent’anni — calar di primavera.
Confidi nell’estate per accorgerti
che senza astri buio è il cammino.
S’eclissa la speranza dell’amore
racchiuso in una stella materna.
E ti volti verso il sole
e vi danzi attorno e su te stesso in mille piroette.
Stanco, basso lo sguardo, t’accorgi che la luna,
mirata di sfuggita, da tempo si specchia
nelle acque del mare, proprio lì
dove tramonta il sole.
Marco, Roma, 16-17 aprile 1997
Viaggio notturno la Vigilia di Pasqua
Baciato da Morfeo, che
bagnato diedemi alla vita,
come lucciole in volo
scorron veloci i miei pensieri.
Bramosa solo del letto di Venere,
dentro me, ora, v’è calma.
Marco, Eurostar Bologna-Roma, 11 aprile 1998
Eurafrica
Mezzaluna in Marocco,
circondata da stelle,
sul cuscino d’Occidente riposa.
Cala sul mare, e, fatta barca,
portami di là dello Stretto.
Ho ricordo di te
dalla veranda di Roma:
in sogno, in veglia ci rincorriamo.
Marco, Tètouan, Africa, 17 agosto 1998
Esortazione metropolitana
S’io fossi regina dei cieli
dotato d’ali d’aquila reale
avvolgerei in volo il mondo intero.
Con il becco del pettirosso
ciberei ogni cucciolo della nidiata.
Di volo di colomba alato
dispiegherei pace su Madreterra.
Infreddolito, son gabbiano di città,
e quest’inverno non migrerò.
Marco, Roma, 22 novembre 2001
Siamo soli
Siamo soli
a vivere gli attimi di dolce dolore.
Qualunque pensiero parola o rumore
ci fa compagnia
dandoci l’impressione di tenerci in vita.
Qualsiasi mano tesa
ci sfugge
non riusciamo ad agguantarla.
La nostra compagna
è un angelo
che vola al di sopra di noi.
Sono stato solo
costretto a vivere attimi intensi e profondi
di dolce dolore.
Marco, Roma, 26 ottobre 2004
Musa
Sdraiata sul letto
soffici respiri
di aria e di fumo.
Levità
giusto quell’attimo
per specchiarsi.
Nuda e sporca.
Pensierosa e assorta.
Poltrona e porca.
D’un tratto,
d’omo Icaro alata
tiptappando in viaggio
al di sopra della città.
Di lui, cinta,
il braccio teso
in planabile volo.
Di lei, cinto,
lieve il vento
fra i capelli.
In sogno verdeblu.
Marco, Milano, 25-26 marzo 2007
ispirata da “Au Dessus de la Ville” (1924), di March Chagall (1887—1985)